venerdì 11 gennaio 2019

Cancellare il nome di Vittorio Emanuele III dalle nostra città. Di Andrea Turco



Terminato l'anno del 70esimo anniversario delle leggi razziali, una raccolta di firme online chiede di cambiare denominazione a due scuole della città. Una «battaglia culturale» per superare un'anomalia su una delle figure più discusse del Novecento
«Una vergogna». Non usa mezzi termini il professore Salvatore Nicosia commentando quello che è un caso più unico che raro: a Palermo ben due scuole - l'istituto tecnico industriale di via Duca della Verdura e l'istituto tecnico comprensivo statale di via Terranova - sono intitolate a Vittorio Emanuele III. «Un re fellone», secondo il presidente dell'Istituto Gramsci, e certamente un'anomalia cittadina.

Tutt'al più siciliana, considerando che in più c'è il liceo di Patti, nel messinese, che resta intitolato al discusso (e discutibile) sovrano della famiglia Savoia. Per questo motivo il professore emerito dell'Università di Palermo - insieme al collega Paolo Monella - ha lanciato una raccolta firme per espellere Vittorio Emanuele III dalle scuole palermitane.

«Poiché uomini politici, autorità, dirigenti e docenti non sembrano provare alcun disagio - si legge nella petizione - è bene ricordare a quale personaggio sono intitolate tali prestigiose istituzioni. Vittorio Emanuele III, re d’Italia dal 1900 al 1946, fu un
sostenitore della criminale espansione colonialista (Libia 1911, Etiopia 1935); ratificò l’avvento della dittatura fascista (1922), e la fiancheggiò per tutta la sua durata; appose la sua firma in calce alle leggi razziali del 1938; non seppe opporsi all'entrata dell’Italia (1940) in una guerra disastrosa; toccò il fondo dell’ignominia quando, all'indomani dell’8 settembre 1943, abbandonò Roma e l’Italia centro-settentrionale alla mercé dei nazifascisti e si mise in salvo con i suoi cari nella Puglia già liberata dagli Americani.

Il referendum del 2 giugno 1946 cacciò via dall’Italia la dinastia per manifesta indegnità». L'iniziativa è diventata anche una petizione sulla piattaforma change.org che ha raggiunto al momento la quota di mille adesioni. La proposta è di cambiare la denominazione ma, come ricordano gli stessi docenti, «non abbiamo da suggerire nomi sostituitivi: nella certezza che, su chiunque cada la scelta della nuova intitolazione, non potrà mai essere più inadeguata e oltraggiosa di quella attuale».

L'appello invita dunque alla fine «docenti, studenti, genitori e cittadini a sostenere questa battaglia culturale per l’espulsione di Vittorio Emanuele III dalle scuole e dalle istituzioni culturali». Anche perché fuori dalla Sicilia si conta soltanto un istituto tecnico a Lucera, in provincia di Foggia (chissà perché sempre istituti tecnici e mai licei). Per il resto neanche il Piemonte, patria dei Savoia, ha percorso questa strada dell'intitolazione a Vittorio Emanuele III. e un motivo ci sarà.

«Tra l'altro è appena trascorso il 70esimo anniversario delle leggi razziali - ricorda il docente - e noi come Istituto Gramsci abbiamo organizzato molte iniziative in tal senso. Il 31 gennaio con il liceo scientifico Galilei faremo una rappresentazione teatrale sul tema, perché una signora ha trovato tutte le circolari che durante il periodo delle leggi razziali venivano date alle scuole. Una documentazione bellissima, che indica la volontà del lavaggio del cervello da parte del regime fascista. Dunque in questo periodo storico è importante che nessuna scuola d'Italia sia intitolata a un personaggio del genere».

Andrea Turco 9 Gennaio 2019

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