venerdì 4 gennaio 2019

Il servilismo di chi ci ha governato, è certificato anche nei disastri ambientali. Di Lucia Chessa.



Transitando sulla 131, all’altezza di Sardara e per una decina di km, forse non sapete cosa c’è sotto l’asfalto... C’è un materiale giallastro, proveniente dalla miniera di Furtei, dove dagli anni ’90 la Sardinia Gold Mining era titolare di una concessione per l’estrazione dell’oro. La società per azioni, che fece affari in Sardegna per circa tre decenni, era in mano, per il 90%, a capitali stranieri e per il 10% alla Regione Sardegna.

Il 10%! una quota piccolissima ma simbolicamente molto importante perché è la tragica metafora del peggiore servilismo con il quale una classe dirigente mediocre e disonesta può inchinarsi davanti alla forza feroce del capitale straniero. Emerito presidente del consiglio di amministrazione della Sardinia Gold Mining era l’onorevole Ugo Capellacci.

Quando nel 2009, dopo un trentennio di estrazioni, gli investitori stranieri bellamente salutarono e se ne andarono, il cerino restò in mano alla regione. E che cerino! 350 ettari di disastro ambientale, laghi di cianuro, cumuli di mercurio e metalli pesanti, milioni di euro di danno ambientale, stanziati e da stanziare, tutti a carico di risorse pubbliche senza che ci sia stata nessuna iniziativa contro i prenditori che son venuti, hanno devastato, hanno guadagnato, hanno salutato i gentili amici e sono ripartiti.

Se andate a vedere quel materiale giallo che cola dalle viscere della 131 e quando piove scorre tra i campi e sotto terra, ricordatevi di mettervi controvento, altrimenti sentirete, nella gola e dentro il naso, un bruciare che per molte ore vi darà una piccola misura di cosa significhi vivere in una colonia dove la vostra salute non vale niente se incrocia l’interesse per il profitto di capitalisti rapaci e l’incompetenza asservita di chi governa. Questo è uno dei tanti motivi per cui sto in Autodeterminatzione.

Di Lucia Chessa.

Un tratto della 131, da cui fuoriescono i materiali velenosi.

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