lunedì 7 gennaio 2019

Rassegna stampa 07 Gennaio 2019


Unione Sarda

Via libera alle trivelle, ed è polemica
Il presidente della Puglia pronto a impugnare le nuove autorizzazioni La base dei 5 Stelle accusa Di Maio.
La replica: scelte precedenti

ROMA Sono di nuovo le trivelle a far infuriare attivisti a 5Stelle ed ambientalisti. Stavolta però il Movimento è al governo. La base pentastellata si è sentita tradita quando ha letto, sul sito del ministero di Luigi Di Maio, il Bollettino degli idrocarburi che prorogava diverse concessioni, avversate con forza quando i grillini ancora non erano al potere. Potranno essere prelevate risorse a Bagnacavallo, in provincia di Ravenna, e nella vicina San Potito. A Sud, tre permessi di ricerca in mare: due a Santa Maria di Leuca, l'altro a Crotone. Tutto a opera del ministero dello Sviluppo economico, guidato del capo politico del Movimento fondato da Beppe Grillo.

Ricerche di idrocarburi «Queste “ricerche di idrocarburi” (non sono trivellazioni) erano state autorizzate dal Governo precedente e in particolare dal ministero dell'Ambiente del ministro Galletti che aveva dato una valutazione di impatto ambientale favorevole. A dicembre, un funzionario del mio ministero ha semplicemente sancito quello che aveva deciso il vecchio Governo.

Non poteva fare altrimenti, se no avrebbe commesso un reato. Quando il Pd ha dato l'ignobile parere favorevole un anno e mezzo fa, nessun giornale aveva messo la notizia in prima pagina. Ora che il Mise ha ratificato quello che il Pd aveva deciso, è diventata una notizia».

Replica così su Facebook il vicepremier. Accuse ai predecessori. Il ministro dell'Ambiente Sergio Costa respinge le accuse e punta il dito contro il suo predecessore. L'ok del Mise è un «compimento amministrativo obbligato di un sí dato dal ministero dell'Ambiente del precedente governo». La colpa deve essere data a «cosiddetta sinistra amica dell'ambiente», mentre «noi siamo e resteremo contro le trivelle» e «quello che potevamo bloccare abbiamo bloccato». È promette che non firmerà alcuna trivellazione.

Pure il penta stellato Davide Crippa, sottosegretario al ministero dello Sviluppo Economico, sostiene che le autorizzazioni concesse siano «la conseguenza obbligata, per legge, dell'ennesima scelta assurda ereditata dal passato governo». L'esecutivo aveva due alternative: bloccare le autorizzazioni, ma «con forte rischi di impugnazione e non ottenendo alcun risultato», oppure «lavorare per una proposta normativa», inserendo all'interno del decreto legge “Semplificazioni” un emendamento per bloccare 40 permessi pendenti.

I Verdi al contrattacco. Ma in realtà, almeno a sentire i Verdi, si starebbe «arrampicando sugli specchi». Il leader degli ecologisti, Angelo Bonelli, ricorda che gli uffici del dicastero dell'Ambiente hanno dato pareri positivi non solo per le trivellazioni in Adriatico, ma anche alla Shell nell'area dell'entroterra del parco di Lagonegrese, in Basilicata. Si tratta di 347 km quadrati dove si potrà effettuare ricerca sismica attraverso geofoni attivati da cariche esplosive.



REGIONALI. Putzolu: sogno un Consiglio composto da 30 donne e 30 uomini
Doppia preferenza, caccia al ticket
Intese tra candidati dei due sessi per sfruttare la legge elettorale

La doppia preferenza di genere esordisce alle elezioni regionali sarde
e cambia le strategie della campagna elettorale. La formula del
ticket, ossia l'abbinamento donna-uomo, potrebbe essere utilizzata dai
candidati per cercare l'effetto traino.

Infatti, con la possibilità per l'elettore di esprimere due
preferenze, entrambi i candidati “promuovono” il proprio partner
elettorale nella speranza di un travaso di voti dall'uno all'altra.
Non tutti i partiti, però, sono sicuri dell'efficacia di questo
sistema, almeno nella sua applicazione più rigida che consiste
addirittura nel santino elettorale doppio.

La strategia
Nel Partito democratico qualcosa si muove e non è escluso che qualche
abbinamento possa esserci. Se l'assessora al Turismo, Barbara
Argiolas, dovesse candidarsi, potrebbe unire le forze con Gigi
Ruggeri, esponente della stessa corrente. Mentre Cesare Moriconi (area
Fadda) potrebbe andare in accoppiata con Rita Polo (vicina a Marco
Espa), permettendo a entrambi di aumentare il proprio potenziale di
voti.

Un ragionamento che può funzionare nei collegi in cui ci sono più
seggi a disposizione, perché in altri contesti la situazione è
diversa. Rossella Pinna, consigliera uscente e candidata del Medio
Campidano, ammette che «in certi casi la formula ha funzionato». Lei
personalmente non applicherà rigidamente il ticket con un candidato,
ma «ricorderò costantemente ai cittadini la possibilità di esprimere
due preferenze per una donna e un uomo».

I dubbi
La consigliera regionale di Forza Italia, Alessandra Zedda, riconosce
che la formula del ticket è «un'opportunità soprattutto per chi si
candida per la prima volta, perché si condivide l'esperienza».
L'esponente azzurra non farà abbinamenti, ma «ricorderò che si può
dare anche un'altra preferenza a un candidato». L'utilizzo del ticket,
inoltre, non deve «relegare le donne soltanto a portatrici di voti»,
spiega Zedda, «per questo preferisco un ragionamento di lista
ricordando a tutti la doppia preferenza».

Liberi tutti
Ci sono poi alcune forze che preferiscono superare l'abbinamento,
lasciare ogni candidato libero. È il caso di Campo progressista:
«Rinunciamo alla formula del ticket», dice Francesco Agus, «puntiamo a
un sostegno di lista e soprattutto a far eleggere donne».
Sulla stessa linea anche Sardegna 20Venti, che inviterà i propri
candidati a gestire singolarmente la corsa alle elezioni. «Si tratta
di una competizione tra candidati», dice Stefano Tunis, «la doppia
preferenza di genere è un'opzione per gli elettori e non per i
candidati». Dunque, non tutti utilizzeranno questo metodo per
presentarsi alle elezioni, anche perché non sempre il numero dei voti
viene comunque raddoppiato.

L'obiettivo
In questo contesto, bisogna fare in modo che le donne, a prescindere
dalla formula del ticket, siano tutelate e votate perché c'è il
rischio che vengano ridotte a portatrici d'acqua. La pensa così la
Consigliera di parità, Tiziana Putzolu: «Bisogna ricordare che le
donne vanno votate, anche se non sono nomi noti della politica.
Un'esortazione che va fatta a tutti, uomini e donne». Per quanto
riguarda invece l'effetto della doppia preferenza di genere, Putzolu
non nasconde l'ambizione che il Consiglio regionale «possa essere
composto da 30 donne e 30 uomini, visto che rappresentiamo la metà
della popolazione».
Matteo Sau


Adinolfi: nostri militanti nelle liste di Sardi liberi per sostenere
zona franca e reddito di maternità
Il Popolo della famiglia sta con Pili «La Sardegna riparta dalle culle»

«Se non riparte dalle culle, la Sardegna muore»: uno slogan che
starebbe bene in bocca al Popolo della famiglia. E infatti. A
pronunciarlo è Mario Adinolfi, fondatore del movimento nato nel 2016
per difendere i «valori tradizionali non negoziabili»: sostegno alla
natalità, diritto alla vita (compreso il no all'aborto), contrasto a
leggi come il biotestamento e le unioni civili. A sorpresa Adinolfi
schiera il Pdf alle Regionali sarde, e lo schiera con Sardi liberi, la
coalizione tra Unidos, Progres ed ex sardisti guidata da Mauro Pili.
«Siamo all'opposizione del governo Lega-5Stelle e molto distanti dal
centrosinistra», spiega l'ex deputato del Pd: «Pili per noi è una
buona alternativa».

Perché proprio con Pili?
«Con Mauro siamo stati insieme in Parlamento, c'è stima reciproca e
un'affinità generazionale e valoriale. L'accordo con lui completa la
nostra riflessione sulla Sardegna anche in relazione alla dimensione
europea».

Sotto quale aspetto?
«Già alle Politiche la nostra battaglia verteva sulla zona franca, una
chance sprecata che è il simbolo del rapporto irrisolto con l'Ue».
Presenterete una lista?
«No, la legge elettorale penalizza chi corre con più liste. Saremo
presenti con due ticket, un uomo e una donna, soprattutto nei collegi
di Cagliari e Nuoro».

Chi saranno i candidati?
«Stiamo ancora decidendo».
Magari lei, per testimonianza?
«No, saranno attivisti locali. Vogliamo dare un sostegno forte a Sardi
liberi ed essere determinanti per superare la soglia di sbarramento».

Determinanti? Addirittura?
«Beh, in Sardegna abbiamo raccolto 6mila voti alle Politiche,
sfiorando il 10% in alcuni Comuni. Il nostro è un elettorato compatto
e molto orientato. Alle Comunali di Cagliari eravamo appena nati e
superammo subito l'1%».

Non è contraddittorio, per voi, aderire a un'alleanza sostanzialmente
indipendentista?
«No. Pensiamo che la Sardegna debba rafforzare di molto la sua
autonomia, e che l'Europa dei popoli si basi su forti radici
identitarie, come quella sarda».

Zona franca a parte, qual è per lei la prima esigenza dell'Isola?
«I veri drammi sono la gente che va via e la natalità troppo bassa. Le
statistiche dicono che i Paesi che non fanno figli non producono più
neanche ricchezza. La Sardegna deve ripartire dalle culle».

Come mai tanto interesse per questa regione?
«Mi legano alla vostra terra le ragioni amicali, il tanto tempo che ci
ho trascorso, il fatto di essere stato un piccolo allievo e un grande
amico di Cossiga. Ma è anche vero che il Pdf ha raccolto da subito
molto favore in Sardegna. C'è una militanza numerosa, e sincera: noi
non possiamo certo fare politica promettendo poltrone, o posti di
lavoro, o raccomandazioni con questo o quell'assessore».

I vostri valori sembrano affini a quelli del centrodestra, perché non
vi alleate con loro?
«Il centrodestra sventola i rosari in campagna elettorale, sostiene i
nostri valori con le chiacchiere, ma quando ha in mano le leve del
potere non fa niente per le famiglie. La manovra nazionale
distribuisce mance, in continuità con i governi Renzi e Gentiloni».

Cosa dovrebbe fare, invece?
«La nostra proposta è il reddito di maternità: mille euro al mese per
ogni mamma nei primi 8 anni di vita del figlio».
Lo proponete anche per la Regione sarda?
«Intanto è una nostra campagna nazionale, raccoglieremo entro il 9
aprile 50mila firme a sostegno della proposta. Ma mettiamo l'idea
anche a disposizione di Sardi liberi».

Del reddito di cittadinanza invece che cosa pensa?
«Ha costi pesanti ed è illusorio, perché non raggiungerà 6 milioni di
italiani come si dice. Ma soprattutto è una misura assistenziale,
deresponsabilizza i beneficiari».

In Sardegna è attivo il Reddito d'inclusione sociale: non va bene
neppure quello?
«Non sono contrario a interventi immediati sulle situazioni di massima
povertà: ma le politiche veramente efficaci devono favorire
l'occupazione e in particolare l'impresa familiare». (g. m.)

ALGHERO. Giusy Piccone e Matteo Tedde vanno con Zedda
Cambio di casacca per due consiglieri

Dalla lista Per Alghero a Campo Progressista. I due consiglieri
comunali di maggioranza, Giusy Piccone e Matteo Tedde, hanno
ufficializzato l'adesione al movimento che fa capo al sindaco di
Cagliari, Massimo Zedda, in corsa per la carica di presidente alla
Regione.

In una conferenza stampa nella sala rossa del municipio, Piccone e
Tedde, insieme al coordinatore provinciale di Campo Progressista
Gianfranco Satta, hanno spiegato che nulla cambierà negli equilibri di
maggioranza e che nulla hanno da chiedere. «Abbiamo trovato una casa
dove occuparci principalmente dei diritti delle persone», ha detto
Piccone. «È un passaggio fondamentale per cercare di ricostituire
l'area di sinistra che oggi manca», ha aggiunto Tedde.

Giusy Piccone, inoltre, è stata candidata per il consiglio regionale.
Proveniente dalla lista Pd, poi passata nella squadra di Mario Bruno
con una civica, la presidente della commissione Bilancio intende
portare avanti tutti quei temi che le stanno a cuore, dalla lotta per
i diritti di genere, alla multiculturalità, fino alla battaglia contro
la azzardopatia, argomento di cui la consigliera si è occupata molto
da vicino negli ultimi due anni e che ad Alghero sta già dando i primi
tangibili risultati. (c. fi.)



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Federico Marini
skype: federico1970ca


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