martedì 15 gennaio 2019

Andrea Murgia: lo Stato ci avvelena da decenni


L'AREA IDENTITARIA. Andrea Murgia: lo Stato ci avvelena da decenni, ora basta Autodeterminatzione punta sulla cultura e la lotta alle servitù

Una sola lista in ciascuno degli otto collegi, ma anche senza la moltiplicazione degli elenchi serve molto lavoro per chiudere il cerchio: Autodeterminatzione, come tutti gli altri schieramenti in corsa per le Regionali, in questi giorni ha diradato gli incontri pubblici per concentrarsi sulla scelta dei candidati. Ma presto ripartirà la campagna elettorale della coalizione che candida Andrea Murgia alla presidenza della Regione, e unisce varie sigle del mondo indipendentista e identitario.

«Le liste sono quasi chiuse», conferma Pier Franco Devias, leader di Liberu, «presto ufficializzeremo i nomi dei candidati, crediamo di avere una bella squadra, determinata, e con tante buone idee». Lo stesso Devias dovrebbe essere in campo, così come Lucia Chessa e il consigliere regionale uscente dei Rossomori Emilio Usula.

Per quanto riguarda i temi, quelli più forti sono noti: anzitutto l'energia, con la proposta sulle “case passive” (edifici ad altissima efficienza energetica) già anticipata da Murgia, e poi trasporti, agricoltura e allevamento, scuola, sanità. «In più - aggiunge Devias - noi abbiamo anche messo in campo un progetto su una questione che le altre forze politiche trascurano: la riorganizzazione generale della gestione dei beni archeologici, legata anche alla fruizione turistica grazie alla novità del Sardigna Pass».

Ovviamente resta alta l'attenzione anche sul fronte delle servitù militari, oggetto di una riflessione che Andrea Murgia ha pubblicato su Facebook: «Pensate a quanto sono spettacolari le dune di Porto Pino», ha scritto a commento di una foto della località marina nella costa sud occidentale dell'Isola, «quanto sarebbe stato bello e ricco quel litorale, 30 chilometri di spiagge con sabbia bianca e finissima, anfratti, scogli, mare limpido. Un paradiso in terra che per quasi la sua totale estensione ci è negato. Un patrimonio di tutti, inaccessibile. A causa dell'occupazione militare nell'Isola questo non
è possibile».

E lo stesso avviene, prosegue il candidato, per le spiagge di Quirra, o le grotte di Is Angurtidorgius nel territorio di Perdasdefogu, «ulteriore testimonianza del patrimonio speleologico sardo che non è possibile valorizzare», e altri siti ancora: «In Sardegna ci ritroviamo con migliaia di ettari di terreno che necessitano di un'ingente bonifica. E intanto sulla nostra Isola si continua a sparare.

Si sparano missili che contengono metalli pesanti dannosi per la nostra salute. E noi continuiamo ad ammalarci. Quando ci sarà data la possibilità di ridiscutere la qualità e la quantità di questa occupazione?», chiede il candidato, e «di sapere cosa si usa, quando si usa, perché si usa? Lo Stato italiano - conclude - ci ha avvelenato per decenni: è ora di dire basta».

 Articolo tratto dalla Nuova Sardegna del 15. 01. 2019
 

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Federico Marini
marini.federico70@gmail.com
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