lunedì 17 giugno 2019

(17 Giugno 1972) Scoppia il caso Watergate


(17 Giugno 1972) Vengono arrestati, dalla polizia di Washington, cinque uomini entrati illegalmente negli uffici del Partito Democratico, nel complesso residenziale chiamato "Watergate". Risultano essere agenti CIA direttamente legati allo staff della Casa Bianca. Scoppia dunque lo scandalo Watergate, un fatto politico senza precedenti, che sconvolge l'intera Nazione degli Stati Uniti e che porterà alla richiesta di impeachment e poi alle dimissioni del presidente Richard Nixon.

I reporter del Washington Post, Bob Woodward e Carl Bernstein (diventati famosi in tutto il mondo col film "Tutti gli uomini del Presidente"), iniziarono un'investigazione su questa "strana" infrazione". Molto di quanto pubblicavano era noto al Federal Bureau of Investigation e altre agenzie governative - questi erano spesso le fonti di Woodward e Bernstein - ma in tal modo il Watergate si mantenne sotto la luce dei riflettori. Il rapporto di Woodward con una fonte segreta di altissimo livello aggiungeva un alone di mistero in più alla questione. Il nome in codice di questa fonte era "Gola profonda" e la sua identità fu tenuta nascosta al pubblico.

Il 23 giugno fu registrata una conversazione (pratica standard, ma segreta, all'epoca di Nixon) tra il presidente Nixon e il Capo di Staff della Casa Bianca, H. R. Haldeman, mentre discutevano un piano per ostacolare le indagini sull'infrazione al Watergate, facendo in modo che la CIA facesse credere all'FBI che si trattasse di una questione di sicurezza nazionale. Infatti il crimine e numerosi altri "giochetti sporchi" erano stati intrapresi a vantaggio del CRP, soprattutto sotto la direzione di Hunt e George Gordon Liddy. La coppia aveva anche lavorato alla Casa Bianca nell'unità speciale di investigazione soprannominata "gli idraulici" (plumbers).

Proprio gruppo investigava sulle fughe di notizie che l'amministrazione non voleva fossero conosciute pubblicamente, e conluse numerose operazioni contro il Partito Democratico e gli oppositori alla guerra nel Vietnam. La più famosa delle loro operazioni fu l'irruzione nell'ufficio di Lewis Fielding, lo psichiatra di Daniel Ellsberg. Questi, un ex impiegato del Pentagono e del Dipartimento di stato, aveva fatto trapelare le "carte del Pentagono" al New York Times (in seguito fu perseguito per spionaggio, furto e cospirazione).

Hunt e Liddy non trovarono niente di utile comunque, e devastarono l'ufficio per coprire le proprie tracce. L'irruzione fu collegata con la Casa Bianca soloin seguito, ma al momento causò il collasso del processo di Ellsberg per evidente cattiva amministrazione del governo. L'8 gennaio 1973 gli scassinatori originali, insieme a Liddy e Hunt, subirono il processo. Tutti eccetto McCord e Liddy si dichiararono colpevoli, e tutti furono condannati per cospirazione, furto con scasso e intercettazioni telefoniche.

Nel novembre 1972, Nixon è, come previsto, riconfermato alla presidenza, ma i successivi tentativi di insabbiare le responsabilità sul 'caso Watergate', comprando il silenzio delle spie catturate, entrano in contrasto non solo con il procedimento giudiziario nel frattempo indetto, ma anche con il crescente sdegno di gran parte dell'opinione pubblica.

L'evidenza dei fatti e la gravità della minaccia alla vita democratica del Paese spingono nel 1973 all'istituzione di una Commissione Senatoriale d'inchiesta, creata con lo scopo di controllare il comportamento della Casa Bianca nello "sporco affare" e le colpe dello stesso Presidente, che sono provate con certezza inequivocabile. Nixon "resiste" sono al 1974, poi si dimette in diretta televisiva, in cambio del "perdono istituzionale" del Presidente Ford.


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