martedì 6 novembre 2018

L’idea nazionalistica impressa nel popolo sardo. Di Francesco Casula.




L'Unità d'Italia? Una fola. Ecco cosa scrive un grande romanziere sardo, Giuseppe Dessì in "Paese d'ombre". L’Unità d’Italia - “Era stato soltanto ingrandito il regno del re sabaudo…la vera faccia dell’Italia non era quella che aveva sognato con tanti altri giovani, ma quella che sentiva urlare nella bettola, divisa come prima e più di prima, giacché l’unificazione non era stato altro che l’unificazione burocratica della cattiva burocrazia dei vari stati italiani.

Questi sardi impoveriti e riottosi non avevano nulla a che fare con Firenze, Venezia, Milano, con Torino, che considerava l’Isola come una colonia d’oltremare, o una terra di confino. In realtà fra gli stessi italiani del Continente, non c’era in comunione se non un’astratta e retorica idea nazionalistica, vagheggiata da mediocri poeti e da pensatori mancati.

Persino l’idea della libertà, quale l’aveva espressa la rivoluzione francese, contrastava con l’unità italiana quale era uscita dalle mani di Mazzini e di Garibaldi che, entrambi in modo diverso, avevano finito per tradire la causa per la quale avevano chiesto il sacrificio di tanti giovani vite”.

-“Il governo regio e i fanatici dell’unificazione non avevano tenuto conto delle differenze geografiche e culturali e avevano applicato sbrigativamente a tutta l’Italia un uniforme indirizzo politico e amministrativo”

Di Francesco Casula


Prossima presentazione del libro di Francesco Casula:
Decimomannu, 10 Novembre  2018 ore 17:30
Centro sociale "Grazie Deledda", 
Piazza de Gasperi




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