mercoledì 18 gennaio 2017

In Sardegna semplicemente nascere è un problema. Riflessioni sulla sanità sarda. Di Pier Franco Devias


Ho seguito con rabbia la vicenda della donna di Dèsulo che ha dovuto fare un viaggio di sei ore, tra le strade innevate, per arrivare all’ospedale di Nùgoro per partorire. Un problema che, come giustamente segnalato da altre parti, non è viario o legato all’emergenza neve, per quanto anche questi siano problemi reali 

Questi sono i risultati della gestione della Sanità in Sardigna. Una sanità a due velocità, con zone da terzo mondo e zone tutelate. Una sanità che non riesce a garantire un punto nascite pur spendendo tre miliardi di euro all’anno, cioè la metà di tutte le sue entrate. Una sanità che con i soldi del contribuente sardo importa dall’Italia dirigenti super pagati, ma non riesce a garantire a quel contribuente sardo la nascita dei suoi figli.

E il problema non è solo del punto nascite, ma riguarda anche i ridimensionamenti, la declassificazione degli ospedali, la chiusura di interi reparti, la negazione di presidi medici… Io mi chiedo se il delegato coloniale Pigliaru, che in questo periodo sta affrontando dei problemi di salute, abbia avuto lo stesso accesso alla salute che è quotidianamente riservato a chi abita nelle zone interne della nostra terra.

Mi chiedo se Pigliaru, come i cittadini delle zone interne, abbia dovuto affrontare un’odissea prima di vedere tutelato il suo diritto oppure se gli sia bastato un breve, comodo, tragitto in auto.
Le tasse che paga il cittadino Francesco Pigliaru non sono forse pagate in euro quanto quelle dei cittadini desulesi, urzuleini, talanesi o tonaresi?

E allora, se sono uguali, perché ad alcuni è negato il diritto alla salute e ad altri è assicurato? Non bastano nemmeno tre miliardi per dare umana dignità a chi deve nascere, a chi deve vivere e a chi deve morire? Forse sarebbe il caso, anziché piangere dopo che le tragedie si consumano e prima di portare qualche parente a dare sfogo a gesti sconsiderati, di riequilibrare il diritto alla salute per tutti, equamente distribuito così come equamente viene pagato, abolendo questo vergognoso razzismo provinciale, frutto di una politica malata che ha governato per quasi 70 anni.
 
E che sarebbe, appunto, salutare mandare a casa al più presto
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Pier Franco Devias

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