giovedì 5 gennaio 2017

“Non è che noi siamo razzisti: sono loro che sono negri” La verità sul "Progetto diamante" di Pier Franco Devias

“Non è che noi siamo razzisti: sono loro che sono negri” Non poteva non risvegliare i bassi istinti dei figli della lupa, specialmente ora che sono in piena competizione di leadership, la notizia del bando “Diamante impresa” per finanziare imprese (locali) che devono sostenere le iniziative imprenditoriali dei disoccupati stranieri. Apriti cielo. Tutto grasso che cola per quell'ambientino che va da Forza italia passando per i Fratelli d’Italia fino al consueto consigliere regionale PSd’az Marcello Orrù, che quando c’è da dargli allo straniero (extraitaliano) non manca mai.

Questi signori hanno sùbito colto il pretesto per gridare al Sardo discriminato, “con tutta la disoccupazione che c’è qui”, “prima i Sardi”, “stiamo morendo di fame e aiutano gli stranieri”, seguiti da torme di asinelli computerizzati che spacciano sul web furti di soldi nostri per arricchire gli “affriccani”, con i soliti post alla “se sei kontro questo skiffo condividi!!1!1”.

La verità, manco a farlo apposta quando la spaccia per tale la destra, è un’altra. Innanzitutto bisogna dire che parliamo di uno stanziamento del Fondo sociale europeo, quindi iniziamo a ridimensionare tutta la polemica sui “soldi dei sardi” agli stranieri: non sono “soldi dei sardi” ma un finanziamento che arriva in Sardegna dall’Europa. Poi chiariamo che si tratta di 2 milioni di euro per un fondo 2014/2020. Dividi la cifra per gli anni e ti rendi conto dell’esiguità della risorsa se davvero si voleva creare impresa.

Piuttosto direi che è un finanziamento farsa. Aggiungiamo che anche le capre ormai sanno che un finanziamento ad hoc lo puoi spendere solo per quel preciso progetto: è inutile dire che lo avresti speso per altro, è stato stanziato solo per quello e se non lo usi per quello ti viene ritirato, basta una minima conoscenza delle leggi.

E dire che nella destra gli avvocati abbondano, ma forse le leggi che non gli piacciono preferiscono fingere di non conoscerle. A questo punto veniamo ai destinatari. Non sono gli stranieri ma gli italianissimi soggetti qualificati che il bando deve selezionare, cioè agenzie formative, associazioni temporanee d’impresa ed enti pubblici e privati accreditati dalla Regione per erogare servizi per il lavoro. Sono questi che si beccano i soldi e dopo, con gli spiccioli, devono “sostenere le iniziative imprenditoriali di disoccupati stranieri”.

La polemica prosegue sul fatto che questi cittadini stranieri destinatari possano essere anche solo domiciliati in Sardegna e non residenti. E su questo confesso che anche io preferirei che fossero residenti. Ma il problema è legato proprio alla legge, che appunto gli nega di poter essere cittadini residenti, cosa che loro vorrebbero strenuamente. Avere un lavoro può consentirglielo, e questo bando può essere un mezzo, e forse è proprio questo che disturba tanto: avere cittadini residenti con la pelle nera.

Se infatti il vero problema della destra italiana fosse quello del lavoro svolto da non Sardi in terra di Sardegna – e non una questione etnica o razziale – allora gli stessi personaggi li avremmo ritrovati a polemizzare anche su altro. Ma non mi risulta di averli mai visti sbraitare e portare cifre sulla disoccupazione dei Sardi quando nelle coste sarde le multinazionali del turismo si portano dall’Italia anche i lavapiatti.

Non li ho visti gridare allo straniero quando nei villaggi vacanza sparpagliati un po’ ovunque nessuno del personale proviene dalle nostre scuole alberghiere. E come mai negli innumerevoli appalti della Asl dati a campani, laziali, siciliani e calabresi nessuno ha mai sollevato una polemica sul lavoro fregato ai disoccupati sardi? Cos’è, se ce lo frega uno dello stesso Stato non è lavoro fregato? Altrimenti se volete parliamo degli appalti, dal mancato G8 de La Maddalena fino alle ditte siciliane indagate per mafia negli appalti della Sassari Olbia, così vediamo che precedenza hanno le ditte sarde. Visto che vogliamo parlare di disoccupazione.

Senò se vogliamo parlare di “stranieri che fanno quello che gli pare a casa nostra” vi posso ricordare dei piagnistei di tutta la destra italo sarda quando i tedeschi hanno lasciato Decimo e di tutta la loro felicità quando tutti gli stranieri (bianchi) del mondo vengono a bombardarci. E dall’altra parte della medaglia italiana, nel centrosinistra, i veri danni non li hanno fatti certo destinando ai disgraziati stranieri due spiccioli dell’Unione Europea, ma quando hanno infranto qualsiasi legge di buon senso, dai tempi di Soru fino ad oggi, dalla Dirindin a Moirano, scegliendo manager della Asl non in base alle competenze ma in base al fatto che non fossero sardi.

Razzisti sì, ma contro sé stessi. La verità è che tutti i protagonisti di questa vicenda, gli uni e gli altri, hanno governato la Sardegna e non sono stati capaci di creare lavoro per i Sardi. Non sono riusciti a dare un po’ di dignità e speranza a una terra che può far vivere senza problemi molte più persone. I partiti italiani che hanno sempre governato la Sardegna sono sempre stati asserviti allo straniero. Ma non allo straniero qualsiasi, sempre e solo allo straniero ricco. Questa storia del bando ha sollevato un polverone solo perché questi soldi vanno ai poveracci.

Sull’infinità di finanziamenti - quelli sì, soldi nostri - che la Sardegna dà e ha sempre dato a qualsiasi pirata straniero in giacca e cravatta nessuno ha mai protestato. Del resto erano imprenditori, Emiri e Khan di ogni colore e razza, ma avevano ben altra caratteristica: erano ricchi.

In conclusione per dare l’ultima pennellata al quadro vi ricordo il comportamento di tutti questi personaggi su una vicenda di pochi giorni fa: la Colony Capital di Tom Barrack evase 170 milioni al fisco nella vendita della Costa Smeralda all’emiro del Qatar. Stranieri che vendono a stranieri terra sarda. Evadendo pure il fisco. Allora, vistosi scoperto, Barrack decide di accordarsi e siccome ha evaso 170 milioni patteggia e ne paga all’agenzia delle entrate 22,7. All’agenzia delle entrate italiana, s’intende. Cosa è andato ai Sardi per una Sardegna venduta e rivenduta tra stranieri? Niente. Cosa hanno detto questi che oggi fanno i cacciatori di stranieri? Niente. Ma quelli non erano stranieri poveri.


Di Pier Franco Devias

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