lunedì 2 gennaio 2017

Per il comunista la parola "lingerie" resta un tabù! Di Paolo Manca

Il film della locandina, ripropone in chiave opportunamente -quanto maliziosamente- "linguaggio nostrano anni '90" un tema che è classico per il militante della "sinistra-sinistra", quel militante che tiene duro su tutto ma cade irrimediabilmente sull'erotico.
 
Se ci si chiede da quando accade questo, è così almeno dal mattino del 5 aprile del 1917: la data è quella del giorno dopo la mitica conferenza del partito bolscevico, appunto la sera del 4 aprile 1917, quando Lenin espose quelle che sarebbero diventate le dieci linee guida del partito, quelle conosciute agli storici come le "Tesi di Aprile".

Nel caso cinematografico del 1995, quando il berlusconismo arrembava, la trama è la sbandata di un comunista per una leghista e la Wertmuller traduce questa singolarità in un immediato linguaggio cinematografico che si esprime con maestria usando i segni del cinepanettonesco allora tanto in auge. Il tema è più nobile di quanto si pensi: era noto già a Sostakovic che, appunto, dall'attrazione erotica tra un uomo che guarda -socialmente- in alto e la lei che contestualmente guarda verso il basso (sempre socialmente parlando) trasse ispirazione per la famosa "The Lady and the Hooligan".
 
Insomma, 'sta roba che sembra una storiella ci porta nel classico più classico e anche a voler ignorare qualsiasi scuola è oggettivamente vero che questo tipo di storia fa, come si dice, "una certa presa", diciamo. In breve, ti risucchia al punto che non devo essere l'unico individuo ad annoverare nella propria cerchia almeno 300 amici (per tenermi basso, nei conteggi) che nella vita si sono dati da fare per assurgere allo status di hooligan; tutto questo perché? Ve lo assicuro: il perché è tutto nel fatto che, nel caso, può scapparci una "lady". 

Insomma, è il caso di dire che il concetto a monte di Venere, (pardon: solo a monte) di tutto ciò è talmente trainante che anche un vago "non si sa mai" può essere capace di "smuovere cose" più e meglio di un trattore Scania R730...

Ora, non so se è un problema moderno, cioè del web, così come non voglio pensare che non siamo mai stati "playboys", però sta di fatto che la seduzione, su questi miei disgraziati amici, osservo, oggi, che non la esercitano più le ladies ma la ... politica... Probabilmente la si ritiene un qualcosa più a portata di mano? Non saprei...
La drammatica constatazione mi viene perché li vedo, smarriti oggi come ieri lo erano appresso ai reggicalze (e tu hai voglia di dire che essere "di sinistra" -quando non addirittura "comunisti"- non fa rima con "lingerie") oggi non fa rima con lo stesso essere farsi vistosamente sedurre dagli argomenti dei sedicenti fiancheggiatori di quel matto che crede il vaffanculo l'espressione regina della partecipazione e manifestazione politica. A nulla serve dire che è così perché era meglio al tempo di Nilde Iotti, donna ammirata solo perché diametralmente opposta alla tizia pubblicata su Le Ore, giornale che si chiamava così perché ti ipnotizzava a lungo con le sue "immagini" che mai e poi mai avresti preso sul serio.
Insomma: è come fossimo tutti esploratori che abbiamo trascorso la vita a parlare del nord ma quando siamo saliti in macchina siamo partiti, pure sgommando, in direzione sud. Per i duri di comprendonio, facciamo che nord sia la Iotti e il sud siano le copertiniste della gloriosa rivista.
Quindi è penoso sentire questo strato sociale ripetere, condividere con entusiasmo certe palesi cazzate che circolano, così com'è tristissimo osservarli partecipanti "per motivi di forza maggiore" a quello che credono imperante, sfoderando un’indignazione troppo pronta a scattare ad ogni minima occasione per non essere sospetta di flirt patetico con quel qualcosa che tutti noi deboli abbiamo sempre cercato: un capobranco che ci dia frasi da spendere nelle "discussioni", nella "vita vera" che se non si traduce in "e per me, che c'é?" perlomeno si traduca in "spero che ti vada tutto storto".
La drammatica realtà è che come ieri l'eros sono oggi gli argomenti. Al riguardo mi sembra che se la coerenza fosse Houston, cari miei, sarebbe il caso di accendere la radio di bordo e lanciare il nostro "Abbiamo un problema" come fossimo tanti Apollo 13. Nati per essere in difficoltà, insomma.
Che poi, gente, "Il problema", a dire il vero, è, sono, più d'uno. Giusto per cominciare da qualche parte, se siamo capaci di capire al volo che una Kawasaki è meglio di una Vespa, che Topolino è più sveglio di Pippo, che il Rolex venduto da quello che deve prendere la nave tra mezz'ora è una patacca, con tutto questo sapere spiegatemi come si fa a pensare sia effettivamente ribaldo chi segue un front-man il cui physique-du-role è talmente da venditore di pentole che se l'avessero visto quelli del casting di "The Wolf of Wall Street" a costui lo avrebbero messo nel primo banco in quella scena dove Di Caprio, per esprimere la caduta in rovina del personaggio, si mette a fare corsi per insegnare ad arricchirsi.
Avrebbero scelto lui, il compare e anche un altro paio presi nemmeno tanto a caso tra gli alti papaveri di quel marionettistico quanto pedante "ensamble" che pretende di insegnare a tutti come si vive.
Ancora una volta: che Dio vi aiuti, poveri ragazzi.


Di Paolo Manca

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