mercoledì 4 gennaio 2017

Rassegna Stampa 04 Gennaio 2017

La Nuova

Congresso straordinario - Il nuovo segretario del Pd sarà eletto a metà marzo

CAGLIARI Non più domenica 26 febbraio, ma il 12 marzo, sempre di
domenica. Dovrebbe essere questa la data più probabile del congresso
regionale straordinario del Pd, convocato per eleggere dopo otto mesi
il successore del segretario dimissionario Renato Soru. A confermare
le indiscrezioni sulla data e soprattutto definire le procedure di
avvicinamento al congresso sarà la direzione regionale del partito,
convocata lunedì prossimo, a Oristano, dal garante Gianni Dal Moro, da
ottobre al vertice del partito in questa fase di transizione. La
commissione. Per statuto, caso unico in Italia, le due commissioni
(una per il regolamento del congresso, l’altra per le primarie)
dovranno essere votate anche dall’assemblea degli iscritti ed è quindi
probabile che la stessa assemblea potrebbe essere convocata all’inizio
della terza settimana di gennaio.

Ma si sa già che le due commissioni
saranno unificate in una sola, in cui dovrebbero essere rappresentate
tutte le quattro correnti interne: popolari-riformisti dell’area
Cabras-Fadda, soriani,, ex minoranza (renziani più ex Diesse ed ex
popolari) e il gruppo de “La traversata” o ex civatiani che, a suo
tempo, non si sono dimessi dal partito. Le primarie. Saranno aperte e
il che vuol dire: alla carica di segretario regionale potrà candidarsi
anche chi non è iscritto al Pd, ma si riconosce comunque nello
statuto. Invece proprio il Partito Democratico non potrà presentarsi
con più di tre candidati. Se fossero di più, a fare la prima selezione
saranno i tesserati dei circoli.

Tra l’altro – stando alle
indiscrezioni – avrà diritto di voto chi s’è iscritto al partito entro
il 31 gennaio. Le candidature. Sembra che le correnti, o almeno tre su
quattro, l’unica per il momento estranea sarebbe quella degli ex
civatiani, avrebbero intenzione di presentare una candidatura unica
interna e sarebbe questo il segnale di una forse ritrovata unità dopo
mesi di sciabolate. È solo un’ipotesi: in questi otto mesi le varie
componenti – se si escludono le ultime settimane – hanno pensato più
che altro a contrapporsi. È ancora più difficile ipotizzare se alle
primarie di marzo potranno presentarsi o meno candidati esterni al Pd
Tutti i giochi sono ancora aperti.

Pigliaru è in ospedale Diagnosi: una bronchite
Ricovero necessario per portare avanti la terapia sotto stretto controllo medico
La degenza durerà alcuni giorni.
Dai partiti i messaggi per una pronta guarigione

CAGLIARI Da due giorni il presidente della Regione, Francesco
Pigliaru, è ricoverato in ospedale. Il motivo? La risposta è scritta
in un comunicato dell’ufficio stampa della Giunta: «La causa della
degenza in un ospedale cagliaritano– si legge – è dovuta al
riacutizzarsi della patologia (dovrebbe essere una brutta bronchite)
di cui il governatore ha sofferto prima di Natale e che rende
necessario portare avanti la terapia sotto lo stretto controllo
medico». Sarebbe dunque proprio la terapia farmacologica in corso il
motivo del ricovero più che la patologia in sè.

In serata erano in
molti ad aspettare un bollettino medico e invece è stato ancora
l’ufficio stampa a precisare: «Il presidente dovrà trattenersi in
ospedale per alcuni giorni ma continua a occuparsi regolarmente di
tutte le attività istituzionali, lavorando con il suo staff e in
continuo contatto con il vicepresidente Raffaele Paci e il direttore
generale Alessandro De Martini». Oltre questa versione ufficiale non è
possibile andare: la legge sulla privacy è giustamente un muro
insormontabile e lo è ancor di più proprio per l’assenza di un
bollettino medico con almeno un’ipotesi su quanto potrebbe durare la
degenza. Per il presidente Pigliaru queste ultime settimane sono state
abbastanza complicate, anche se comunque non è voluto mancare al
consueto appuntamento del messaggio di fine anno seppure rilanciato il
31 dicembre sul suo profilo Facebook.

Quando la notizia del ricovero è
stata rilanciata dalle agenzia di stampa, da tutta la maggioranza di
centrosinistra a Pigliaru sono arrivati in via privata gli auguri di
pronta guarigione. I partiti di opposizione invece hanno scelto la via
del comunicato stampa. «Un gran in bocca al lupo al presidente», ha
scritto l’ex governatore Ugo Cappellacci (Forza Italia), per poi
aggiungere «ben conoscendo le difficoltà e le preoccupazioni di chi ha
sulle spalle la responsabilità di governo, rivolgo a Francesco un
sincero augurio affinché torni subito al lavoro». Dello stesso tenore
anche la nota diffusa da Pietro Pittalis, capogruppo di Forza Italia
in Consiglio regionale: «Auguriamo al presidente di rimettersi in
sesto e ritornare al più presto nell’agone politico». Deve
«riprendersi presto» è stato anche l’augurio inviatogli da Pietrino
Fois, coordinatore dei Riformatori e da Paolo Truzzu, consigliere
regionale di Fdi-An.

Unione Sarda

Arru e il Pd cercano una tregua. Ma Capelli attacca: lasci la Giunta

Il giorno dopo Luigi Arru si spiega: «Nessuna volontà di sfidare
qualcuno, tanto meno il principale partito della maggioranza, verso il
quale c'è rispetto e massima collaborazione».
Lunedì a Sassari, dopo le polemiche sulle nomine nelle aziende
socio-sanitarie, l'assessore alla Sanità aveva detto che «il Pd può
mettere in discussione ciò che vuole, le mie scelte sono fatte nel
rispetto della legge e con il consenso di Pigliaru».

Una posizione che
era sembrata di sfida, tanto da guadagnarsi il consiglio di Roberto
Deriu del Pd: «Arru dovrebbe cercare di comprendere meglio il punto di
vista dei consiglieri regionali». Ieri il chiarimento, almeno col Pd.
Quanto alle nomine dei manager, «ho solo ribadito come siano di
competenza del direttore generale, Fulvio Moirano, e che il mio
incarico di assessore resta nella disponibilità del presidente
Pigliaru. Posso tornare serenamente al mio lavoro in ogni momento, con
la convinzione che la riforma avviata andrà avanti a prescindere da
chi sia l'assessore».

RIVOLUZIONE La questione riguarda otto direttori generali che prima
dell'Ats potevano gestire appalti, deliberare acquisti, bandire
concorsi, decidere sul personale. E avere così una certa influenza sul
bacino elettorale. Ora tutti i capitoli di spesa passano in capo alla
Asl unica. «Nella sanità sarda è in atto una rivoluzione - osserva
l'ex responsabile della sanità nella segreteria regionale del
Pd,Giuseppe Frau - e gli otto scelti hanno l'esperienza per
raccogliere la nuova sfida di migliorare i servizi della medicina
territoriale per dare risposte al bisogno di salute dei cittadini».
I prossimi passi riguardano «il riordino della rete ospedaliera e il
completamento del sistema dell'emergenza-urgenza». Inoltre «la riforma
va spiegata e condivisa con i cittadini, gli operatori e gli
amministratori locali». Del resto, fa notare Frau, «proprio sulla
Sanità si sono vinte e perse le elezioni regionali nelle tornate
passate, e il centrosinistra potrebbe vincere ancora se saremo in
grado di far capire ai sardi, col miglioramento tangibile dei servizi,
la bontà della riforma». Su Arru, «l'assessore deve essere il collante
tra la Asl unica, la Giunta e il Consiglio regionale»
.
NODO PD Anche per il senatore Dem Ignazio Angioni «la sanità in ogni
regione è tema così delicato che è fondamentale che l'assessore abbia
un rapporto con la maggioranza e anche con il resto del Consiglio».
Che poi «in maggioranza esista una questione Pd che non facilita il
rilancio dell'esecutivo, non è certo da nascondere». Del resto,
riprende Frau, «il Pd sconta la mancanza di una guida, perciò è
urgente preparare il congresso».

Nessuno sconto dall'opposizione: Ugo Cappellacci (FI) parla di «Asl
multipla in cui i costi, invece di diminuire, aumentano». Per il
Centro democratico (che è ancora formalmente in maggioranza, ma
potrebbe uscirne) parla il deputato Roberto Capelli : «La valenza di
una riforma di un servizio sociale primario va valutata dalla qualità
e dall'efficacia del servizio offerto. La portata degli annunci
dell'assessore mi convincono che abbia ragione lui, può tornare a fare
il medico, i sardi gli saranno grati, e forse anche la legislatura si
potrà salvare».
Roberto Murgia

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Federico Marini

skype: federico1970ca

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