martedì 10 gennaio 2017

Rassegna stampa 10 Gennaio 2017

Il segretario dei democratici rientra a Roma per lavorare al rilancio del partito. Ma Renzi pensa già alle Politiche Primo passo: la legge elettorale

Dopo alcuni giorni di assenza da Roma, conditi da vacanze sugli sci che non hanno mancato di suscitare polemiche sui relativi costi privati e pubblici, Matteo Renzi ritorna oggi nella capitale per riprendere il lavoro sul Pd. Lasciato il suo incarico a Palazzo Chigi, il premier intende concentrarsi sul partito di cui è segretario e studiare un rilancio dopo l'innegabile battuta a vuoto del referendum costituzionale.

Com'è noto Renzi ha in mente un itinerario che dovrebbe portare a nuove elezioni Politiche in tempi non troppo lunghi. Ma sa bene che il capo dello Stato Sergio Mattarella non scioglierà mai le Camere prima che sia «armonizzata» la legge elettorale per i due rami del Parlamento.

Difficile però anche solo immaginare una riforma delle regole del voto prima che la Corte costituzionale dica la sua sull'Italicum. La sentenza della Consulta è attesa tra un paio di settimane: dando per scontato qualche intervento “chirurgico” sul testo fortemente voluto da Renzi e approvato dal Parlamento, c'è chi pensa che si possa votare anche subito dopo utilizzando la norma che risulterà dalle considerazioni dei giudici costituzionali. Ma tra i partiti prevale finora la convinzione che sia comunque meglio rifare una nuova legge.

Dell'argomento non si sarebbe parlato, dicono le indiscrezioni, nell'incontro che il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha avuto ieri pomeriggio a Palazzo Chigi, con i capigruppo parlamentari del Pd Luigi Zanda ed Ettore Rosato. I tre avrebbero fatto il punto sull'agenda parlamentare alla ripresa dell'attività dopo la pausa festiva, dal ddl povertà alla riforma della giustizia, ma senza discutere di legge elettorale. Segno forse che il governo non intende accelerare sulla questione.

Il tema sarà invece affrontato oggi nella riunione dell'ufficio di presidenza della commissione Affari costituzionali della Camera: «Lì vedremo se il Partito democratico vorrà accelerare sulla legge elettorale», dice il capogruppo di Forza Italia a Montecitorio, Renato Brunetta, «anche se finora le cronache dicono di no. Per parte nostra non abbiamo cambiato posizione: noi diciamo di attendere responsabilmente e istituzionalmente la sentenza della Corte costituzionale del 24 gennaio e la relativa motivazione. Dopodiché il Parlamento dovrà legiferare, come ha detto il presidente della Repubblica, con il concorso di tutti i gruppi parlamentari, in maniera paritetica. Poi si vada al voto: o in maniera anticipata rispetto a febbraio 2018 o a scadenza naturale della legislatura».

Secondo Roberto Giachetti (Pd), vicepresidente della Camera, «si voterà a giugno. E credo che il Mattarellum sia la legge elettorale migliore per farlo». Intervistato da Radiouno, l'ex candidato sindaco di Roma ha aggiunto: «Se il Pd, unico partito che si è fatto carico del governo, a un certo punto riterrà che si sta facendo un bluff, cioè che non si vuole fare la legge elettorale ma solo tirare avanti, si tirerà indietro». Non sarebbe neppure necessario togliere la fiducia a Gentiloni: «A Enrico Letta non è stata mica tolta.

Ma se non c'è più una maggioranza, anche il capo dello Stato non può che prendere atto che si deve andare a votare con quello che c'è. Penso - ha concluso Giachetti - che di fronte a questo rischio, ci sarà responsabilità e si farà una riforma elettorale in tempi rapidi».

La Nuova

Il ministero stringe i tempi sulla scelta del presidente e della sede unica
Ma restano in corsa anche Massimo Deiana e Francesca Medda
Port authority: rush finale spunta il nome di Bagalà
CAGLIARI Sembrava essere finita dentro un cassetto, travolta dalla
caduta del governo Renzi, ma la riforma delle Autorità portuali va
avanti. E lo fa a tutta velocità. Tra qualche giorno il ministro dei
Trasporti Graziano Delrio dovrebbe annunciare chi guiderà l’autorità
unica e quale sarà la sede. Per ora nulla di ufficiale, ma si
rincorrono diversi rumors sulle scelte di Delrio. In teoria c’è una
rosa di 40 nomi tra cui scegliere. Ma alcune indiscrezioni mettono in
pole position Domenico Bagalá, calabrese, ma con esperienze a Cagliari
al timone della Contship, la società che gestisce il terminal
container a Cagliari. Ma nella rosa restano tra i candidati anche la
docente universitaria Francesca Medda e l'assessore regionale ai
Trasporti Massimo Deiana. 

La scelta del nuovo numero uno degli scali
marittimi dell’isola consentirebbe di far partire il sistema di
gestione dei porti nato dalla riforma Delrio. L'Autorità istituita il
4 agosto comprende gli scali di Cagliari, Olbia, Oristano, Porto
Torres, Portoscuso-Portovesme, Sant'Antioco, Santa Teresa e Golfo
Aranci. In tutta Italia è stata decretata la creazione di 15 Autorità
di sistema portuale in sostituzione delle precedenti 57 Autorità
Portuali. In Sardegna le due Autorità portuali di Cagliari e del nord
Sardegna sono rette in questo momento da commissari straordinari. Ma
accanto alla partita sul nome del nuovo presidente dell’Autorità, c’è
quella della sede. Il decreto ha indicato Cagliari, ma la Regione può
decidere in modo diverso, se vuole. Per ora il governatore Francesco
Pigliaru non si è pronunciato. Ma indiscrezioni parlano di alcune
alternative che verrebbero studiate. La prima è una sorta di sede
itinerante a Cagliari e Olbia. La seconda ipotesi vedrebbe la sede
principale nel capoluogo regionale, con una subautorità che avrebbe
come sede Olbia. Nulla di ufficiale per ora, anche perché solo la
decisione finale del ministro sbloccherà il nodo doppio di sede e
presidenza. Ma la riforma, che doveva essere già completata, avrà
tempi contingentati. In altre parole mancano pochi giorni per capire
chi guiderà l’Autorità e dove.



Unione Sarda

Pd, nuovo leader tra due mesi Le correnti cercano un nome
Avviato il percorso per il congresso regionale: le primarie saranno il 12 marzo

Per fare un bilancio e discutere del referendum c'è tempo. Così il
Partito democratico, riunito ieri sera a Oristano per la prima volta
dopo la sconfitta del 4 dicembre scorso, si concentra sul prossimo
leader e si prepara al congresso, spostato (per ragioni tecniche) al
12 marzo. Il garante, Gianni Dal Moro, dopo aver fatto gli auguri al presidente
Pigliaru, ha solo accennato a un «risultato molto negativo sul quale,
alla prossima assemblea, dovremo fare delle profonde riflessioni». La
prossima tappa è riuscire a trovare, dopo mesi, un segretario e per
farlo serve scrivere le regole del congresso. Per questo, dopo
trattative e riunioni separate tra le correnti, sono state scelte le
persone che andranno a comporre la commissione per il regolamento.
L'occasione, però, è propizia per confrontarsi su altre questioni
imminenti come l'elezione del presidente del Cal e dell'Anci e il rimpasto in Giunta.

LA COMMISSIONE La riunione inizia con un'ora di ritardo. Il tanto che
serve per chiudere la lista degli undici nomi che dovranno vigilare e
scrivere una parte delle regole per il congresso. Alla fine anche la
commissione è fatta per rappresentare tutte le correnti del Pd. Una
scelta dettata da equilibri e dalla volontà di Dal Moro nel
«facilitare la convivenza di tutte le anime del partito».
Gli undici delegati sono Massimo Pintus, Luisa Guiso e Dino Pusceddu
scelti dall'area popolare-riformista che fa riferimento a Cabras e
Fadda. In quota soriana sono stati scelti Barbara Argiolas, Tore Sanna
e Cicito Morittu; per l'ex minoranza faranno parte della commissione
Rossella Pinna e Antonio Biancu insieme ad Anna Crisponi della
Traversata. Due i nomi scelti dal garante e sono Sebastiano Mazzone e
Donato Riserbato. La commissione sarà completata con un rappresentante
per ognuno dei candidati, che alle primarie potranno essere al massimo tre.

IL PERCORSO Fissate le questioni burocratiche, il partito si prepara a
capire quali saranno le alleanze per il prossimo congresso. Rimane
sempre d'attualità l'ipotesi di riuscire a trovare un candidato
unitario per dare un segnale di forza soprattutto in vista dei
prossimi appuntamenti elettorali. Anche perché il partito ancora si
deve rialzare dopo la batosta subita in occasione del referendum costituzionale.

IL BILANCIO Il dibattito sulla situazione politica è rimandato. Gli
esponenti del Pd decidono di aspettare l'assemblea regionale per fare
qualsiasi ragionamento. Soltanto l'assessore di Cagliari, Yuri
Marcialis ha tentato di invertire l'ordine del giorno per un
confronto. Dal Moro, però, ha fatto qualche accenno al risultato del referendum,
definendolo «molto negativo». Ma stando alle parole del garante, la
questione non si chiuderà con poche parole, anzi. L'idea è «analizzare
con attenzione i numeri del voto a livello regionale e poi anche sui
Comuni per confrontarlo con i flussi degli elettori», dice Dal Moro.
Una volta sviscerati questi dati sarà possibile «fare un'attenta
riflessione politica». Anche perché un po' facendo il “mea culpa” e un
po' usando la bacchetta, il garante dice: «Sono stato mandato in
Sardegna perché la situazione del partito era di difficoltà. Non siamo
riusciti a recuperare e migliorare il risultato, nonostante lo sforzo
fatto nella campagna elettorale». Dal Moro coinvolge anche il
presidente Pigliaru, con gli auguri per una pronta guarigione: «Il Pd
ha bisogno di lui in questa parte di legislatura».

I TEMI Ma come spesso accade, le riunioni del Pd servono anche per
discutere questioni non strettamente all'ordine del giorno. Tra queste
c'è ovviamente la situazione a livello regionale, con un rimpasto da
portare a termine e una Finanziaria da discutere in Consiglio
regionale. La situazione è sempre arenata sulla scelta di sostituire
soltanto i due assessori dimissionari oppure procedere con una scelta
più pesante. Girano sempre con più insistenza i nomi del capo di
gabinetto della presidenza, Filippo Spanu e di Pier Luigi Caria. In
questo caso gli assessori direttamente riconducibili al Partito
democratico sarebbero sei.

AUTONOMIE Ma a tenere banco all'interno del Partito democratico è
anche il dibattito in corso per l'elezione del presidente del
Consiglio delle autonomie locali che verrà svolta stamattina in
Consiglio regionale. Le indiscrezioni parlano di un tentativo di
convergere sul sindaco di Nuoro, Andrea Soddu. Si tratta di persona
esterna al Pd ma che permetterebbe di risolvere alcune questioni sullo
stallo dell'elezione dell'Anci, che invece è tutta interna al Partito democratico.

Matteo Sau

La Nuova

Nominata una commissione: dovrà mediare tra le correnti
Via anche alle primarie per la designazione del nuovo leader
Svolta nel Pd sardo assemblea il 20 e scelta del segretario
di Francesco G. Pinna

ORISTANO È cominciata con un'ora e mezzo di ritardo, ma in compenso si
è conclusa in tre quarti d'ora. La direzione regionale del Partito
democratico convocata a Oristano dal garante nazionale Gianni Dal Moro
per l'elezione della Commissione che dovrà preparare il congresso del
Partito è stata poco più di una formalità. Le decisioni da prendere
sulla composizione della Commissione erano state già prese e
concordate per tempo, forse anche davanti a qualche caminetto. Gli
ultimi dettagli sono stati definiti invece al freddo sui marciapiedi
di via Canepa a pochi passi dalla sede oristanese del partito nel
corso dei 90 minuti che hanno preceduto l'apertura dei lavori.

E gli ultimi nomi sono stati consegnati al garante un attimo prima che la
presidente del partito Anna Rita Mele suonasse la campanella per
invitare tutti a prendere posto. A preparare il Congresso che dovrà
eleggere il nuovo segretario del partito e la nuova assemblea
regionale sono stati indicati Barbara Argiolas, Rossella Pinna, Luisa
Guiso, Anna Crisponi, Donato Risalvano, Salvatore Sanna, Cicito
Morittu, Dino Pusceddu, Sebastiano Mazzone, Massiomo Pintus e Antonio
Biancu. La lista, proposta da Del Moro è stata approvata per alzata di
mano con 27 voti a favore, nessun contrario e nessun astenuto. Come ha
spiegato il garante nazionale la lista è stata composta tenendo
presenti in particolare due obiettivi. Uno era quello di garantire per
quanto possibile una adeguata rappresentanza femminile, l'altro quello
del rispetto dei rapporti di forza definiti dall'ultimo congresso.
Primo compito della Commissione preparare il regolamento che
l'assemblea regionale sarà chiamata a discutere e approvare in tempi
brevissimi. L'assemblea sarà convocata infatti per venerdì 20 gennaio.

Lo ha annunciato lo stesso garante confermando che il Congresso sarà
celebrato invece il 12 marzo. Diversi i nodi da sciogliere nell'ambito
delle linee quadro dettate dal Regolamento nazionale. Per esempio
quello del numero dei candidati alle primarie e del numero di liste
che potrà sostenere ciascun candidato. Le cose cambiano, ha spiegato
Dal Moro, se i candidati alla segreteria saranno più o meno di tre. Se
saranno più di tre, toccherà infatti agli iscritti del 2016 scremare
la lista. E questo è un altro nodo da sciogliere. Perché nel Partito
democratico sardo l'anno scorso nessuno ha fatto a spinte per
iscriversi, tanto che gli iscritti (parola del garante, sarebbero una
minoranza perfino all'interno della Direzione regionale.

Chi vuole ha comunque ancora tempo almeno fino al 28 febbraio, termine indicato
dalla segreteria nazionale che però la Commissione congressuale
potrebbe anche decidere di allungare. La Direzione era cominciata con
l’approvazione all'unanimità del Bilancio 2015 presentato dal
tesoriere Eliseo Secci e si è conclusa col rinvio alla prossima
convocazione del dibattito sulla situazione politica nazionale e
regionale.

Ma resterà ancora in ospedale per una patologia immunologica
Migliora la salute del governatore

CAGLIARI Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, è ancora
ricoverato in ospedale, ma le sue condizioni di salute sono migliorate
anche se non c’è ancora una data certa su quando sarà dimesso. È tutto
scritto in un comunicato dell’ufficio stampa della Giunta e per la
prima volta alla nota è allegato anche un bollettino medico. A
firmarlo è il direttore sanitario dell’ospedale Brotzu-San Michele,
ospedale in cui (finora era stato tenuto segreto) il governatore è
ricoverato da subito dopo Natale. Scrive il direttore sanitario
Vinicio Atzeni «il presidente Pigliaru è in cura, per una patologia
immunologica e il quadro clinico, iniziato con un interessamento delle
vie respiratorie, è attualmente in fase di remissione ma richiede
ancora un periodo di riposo e degenza». Dunque, Pigliaru è ancora
sotto terapia ma il quadro clinico è nettamente migliorato rispetto ai
primi giorni di ricovero.

La conferma arriva dalle stesse fonti
mediche: «Le cure immediate hanno dato esito positivo e il recupero è
in fase avanzata». Stando ad altre indiscrezioni, Pigliaru potrebbe
lasciare il San Michele entro la prossima settimana e forse proprio
questi giorni potrebbero essere decisivi per la decisione dei medici
su quando il presidente potrà rientrare al cento per cento al lavoro.
In ogni caso, come confermato sempre dall’ufficio stampa della Giunta
in un precedente comunicato – «anche nel periodo di ricovero il
presidente Pigliaru non ha smesso di occuparsi regolarmente delle
attività istituzionali, lavorando con il suo staff e attraverso
contatti continui con il vicepresidente della Regione, Raffaele Paci,
ed il direttore generale Alessandro De Martini». Va infine ricordato
che subito dopo la notizia del ricovero al governatore erano arrivati
gli auguri di pronta guarigione da parte dei partiti della maggioranza
di centrosinistra e, in particolare, dell’opposizione. Fra gli altri
quelli dell’ex governatore Ugo Cappellacci (Forza Italia): «In bocca
al lupo, presidente», scriveva una settimana fa.

Finanziaria, il voto in aula non sarà prima di fine marzo

CAGLIARI Due mesi sicuri di esercizio provvisorio, ma potrebbe essere
necessario anche il terzo, perché – come l’anno scorso – la
Finanziaria non sarà approvata prima di marzo. Licenziati dalla Giunta
a dicembre, il documento contabile e i diversi allegati non sono stati
ancora trasferiti alla commissione Bilancio del Consiglio regionale.
Il che – stando alle previsioni – vuol dire che i tempi non saranno
brevi. Oggi la stessa commissione darà il via libera ai due mesi di
esercizio provvisorio, fino a febbraio, e domani sarà l’Aula a
ratificare lo slittamento. Ma si sa già che i sessanta giorni di
elastico diventeranno novanta. I tempi burocratici e politici non saranno certo brevi.

Contabilità e vertici. Appena la Finanziaria sarà
consegnata al Consiglio – ma ieri la delibera di Giunta non era ancora
pubblicata sul sito della Regione – comincerà l’iter. Sarà il
presidente della commissione, Franco Sabatini del Pd, a decidere
insieme agli altri consiglieri regionali il calendario delle audizioni
che dovrebbero concludersi entro la prima settimana di febbraio. Poi
ci sarà il secondo passaggio, quello più complicato sotto l’aspetto
politico, con le scontate e varie riunioni di maggioranza, per
decidere le correzioni volanti al testo presentato dall’assessore al
Bilancio Raffaele Paci. Solo che questa volta potrebbe esserci qualche
problema in più, con il dibattito sulla Finanziaria che andrà in
parallelo con quello sulla verifica politica e il rimpasto in Giunta.

Anche i tempi di questa secondo confronto all’interno del
centrosinistra sono ancora incerti e potrebbero slittare almeno fino a
febbraio. L’anno scorso, seppure in una situazione politica più
tranquilla, la Finanziaria era stata approvata dal Consiglio a fine
marzo dopo un confronto in aula durato due settimane e stavolta, com’è
possibile, la fase preparatoria rischia di allungarsi proprio a causa
dei problemi nella coalizione di centrosinistra. I numeri. Mancano
ancora diversi dettagli, per capire fino in fondo la manovra.

Per esempio, non si sa quanto inciderà la spesa sanitaria sul bilancio
della Regione che dovrebbe essere intorno ai 7,6 miliardi. L’anno
scorso lo stanziamento per le Asl, gli ospedali e la spesa
farmaceutica – tutte voci a carico della Sardegna – era stato di 3,7
miliardi, il 49,7 per cento del bilancio totale, e – stando alle
indiscrezioni – il fabbisogno riconosciuto dovrebbe essere all’incirca
lo stesso. La certezza è invece che rispetto al 2016 questa volta il
cosiddetto margine di manovra dovrebbe essere aumentato di 60 milioni
e tutti saranno destinati a interventi per il sociale, a cominciare
dal reddito di cittadinanza.


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Federico Marini

skype: federico1970ca

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