venerdì 6 settembre 2019

Grillini e democratici: c'eravamo tanto odiati


La nuova Sardegna

Grillini e democratici: c'eravamo tanto odiati

di Alessandro Pirina

Da nemici ad alleati, non è la prima volta e non sarà l'ultima: la storia insegna. Ma fa un certo effetto vedere i protagonisti di uno scontro politico decennale, i pdioti da una parte, i grullini dall'altra, ritrovarsi insieme nello stesso governo. Cosa che fino a venti giorni fa sembrava impossibile. Ma la diplomazia di Giuseppe Conte, o ancora di più la mancanza di diplomazia di Matteo Salvini, sono riusciti nel miracolo.

Il Movimento 5 stelle e il Pd (più Leu) oggi governano l'Italia e quello che sembrava il padrone del Paese, il Capitano, si trova relegato all'opposizione. Un ribaltone avallato da due (ex) acerrimi avversari come Grillo e Renzi e appoggiato anche dai parlamentari sardi. «Io sono sempre stata una poco ideologica - dichiara la senatrice Elvira Lucia Evangelista dei 5 stelle -.

A me non interessa il colore politico ma i temi, i programmi del Movimento e dunque chi ci sta è il benvenuto. Io non amo la politica da stadio e ho un forte rispetto delle istituzioni, soprattutto del presidente Conte. Una volta che lui ha detto che il rapporto con il Pd non era un problema non lo è stato più neanche per me».

Per Evangelista i due governi Conte, il primo con la Lega, il secondo con il Pd, vanno messi su piani diversi. «Il nuovo governo punta a durare per l'intera legislatura, è questo il suo scopo. Con la Lega fare questo discorso non era possibile, il contratto a punti si era esaurito perché su certi temi la Lega non ha voluto proseguire l'esperienza.

Il Pd invece si è impegnato a portare avanti temi a noi molto cari e questo ha consentito la formazione del governo. Penso alla lotta all'evasione fiscale, la battaglia per la legalità e contro la mafia. A noi preme molto la riforma della giustizia, ma vogliamo anche rivedere la tutela dei minori, il sistema degli affidi, la questione delle adozioni. E poi il taglio dei parlamentari, su cui dovrebbe esserci anche la condivisione della Lega».

Anche in casa Pd l'ascia di guerra è stata sotterrata. «È un governo che nasce per rispondere alle esigenze del Paese - dice il deputato Gavino Manca -. Bisognava evitare che l'Italia finisse nelle mani dei populisti. Erano troppi i rischi economici: pensiamo solo all'aumento dell'Iva. E i dati dello spread ci stanno dando ragione». Manca si dice soddisfatto della squadra di governo.

«Mi sembra di qualità, nettamente migliore di quella precedente. E non parlo solo dei ministri Pd, ma anche quelli M5s mi sembrano persone con caratteristiche più politiche. Ora bisogna lavorare per il Paese. L'elemento fondamentale è il tema fiscale, i cittadini pagano troppe tasse, bisogna intervenire in quel senso. Perché se il cittadino ha meno tasse da pagare anche gli altri problemi vengono meno. Certo, vanno messe anche in campo iniziative di sostegno alle classi più deboli e vanno realizzate le infrastrutture». Il deputato dem è ottimista sulla tenuta dell'alleanza. «Bisogna mettere da parte le diversità e dimenticare tante parole dette da una parte e dall'altra. Questo ci deve fare capire che le parole vanno pesate».

Chi era all'opposizione del Conte I e resta all'opposizione del Conte II è Pietro Pittalis, deputato di Forza Italia. «È il peggio che la politica potesse esprimere, esempio del trasformismo delle alleanze solo per timore di tornare al voto. Con una squadra che - solo per citarne uno: Di Maio agli Esteri - ti fa capire come è scaduta la rappresentanza dell'Italia nel mondo.

Un autentico disastro che preoccupa anche per tutto ciò che da questa alleanza ne conseguirà anche in termini di politiche del no, all'insegna della leva fiscale. Il Conte bis è peggio del precedente, che perlomeno su immigrazione e sicurezza aveva fatto cose utili per il Paese. Sarà opposizione dura e senza sconti».

Pittalis è durissimo, soprattutto con i 5 stelle. «Sono gli eredi naturali di quella tanto vituperata politica dorotea. Sembrano tutti figli dell'allora ministro Bisaglia: "noi ci siamo purché al governo". Altro che antisistema, i 5 stelle sono l'emblema della peggiore partitocrazia».

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Federico Marini
skype: federico1970ca


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