lunedì 23 settembre 2019

La notte in cui tutte le vacche sono nere. Di Libe.r.u.



La risoluzione del Parlamento europeo del 19 settembre “sull’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa” non solo falsifica palesemente la storia, ma fornisce una veste giuridica di riferimento a tutte le derive anticomuniste e antisocialiste d’Europa, reinterpretando la storia in maniera revisionista, parificando ideologie diverse e opposte, favorendo di fatto il neofascismo rinascente.

Una risoluzione che manipola manifestamente la storia, che pone il patto Molotov-Ribbentrop come causa scatenante della Seconda guerra mondiale, che equipara aggressori e aggrediti, che punta ad annientare il patrimonio storico dei Paesi e delle formazioni partigiane che hanno combattuto eroicamente contro il nazifascismo.
Una risoluzione che mira a fornire il precedente politico sovranazionale per scatenare ufficialmente, in ogni Stato membro, la guerra a un patrimonio che è stato alla base dello sviluppo e della difesa dei diritti democratici in Europa e nel mondo. L’equivalenza tra nazismo e comunismo sarebbe solo una ridicola assurdità se non fosse – come in questo caso – la pianificazione di una campagna anticomunista che mira a vietare tutto ciò che richiami alla lotta di classe, al diritto dei popoli a lottare per la libertà, per la giustizia, per la democrazia, per l’uguaglianza sociale.

Una forzatura di carattere storico e ideologico che rappresenta un capolavoro di malafede politica, che pretende di equiparare il patrimonio storico della lotta per la giustizia e per la libertà delle persone e dei popoli, per l’uguaglianza tra uomini e donne, valori che hanno animato le lotte sociali e le rivoluzioni del Novecento assieme alla Resistenza,  col nazismo, il quale ha invece come presupposto ideologico la divisione dell’umanità in uomini e popoli superiori e inferiori, con “razze” padrone e “razze” da annientare, che pone il genocidio come base della sua ideologia e non come degenerazione di essa, la schiavitù come sistema economico e non come crimine umano, l’aggressione come missione storica, la colonizzazione come spazio vitale, l’annientamento del diverso come visione complessiva del mondo.

Le forze della reazione europea si coagulano attorno a questo documento ignobile, dichiarando di fatto criminali ed equivalenti sullo stesso piano Mussolini e Gramsci, Hitler e i comunisti sterminati nei lager, la Gestapo e la Resistenza, le Brigate Nere e i partigiani, ma per estensione quindi anche il PCI con Ordine Nero, Berlinguer con Fioravanti e così via con le assurdità più colorite.

Il livore anticomunista è tale che il parlamento europeo non si accontenta di addebitare la responsabilità dei fatti storici ai rappresentanti delle istituzioni, ma bensì direttamente alle ideologie. Come se si pensasse di attribuire ai principi di democrazia parlamentare la responsabilità della bomba atomica di Hiroshima, per il fatto che chi li ha commessi si ispira a quei principi.

Mentre centinaia di formazioni neofasciste sono apertamente sdoganate in tutta Europa e si tende quotidianamente a chiudere un occhio davanti a gesti, rituali e metodologie che sono piuttosto chiare, il parlamento europeo si preoccupa di prendere come esempio virtuoso i Paesi che hanno proibito partiti, simboli e richiami al comunismo e alla lotta partigiana antifascista, trasformando gli Orban in stella polare della nuova condotta politica ideologica: instaurare una nuova forma di fascismo non chiamandolo fascismo.

Prendiamo atto del fatto che questa risoluzione ha ottenuto il sostegno dei parlamentari europei di Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e PD. In tutto ciò l’unica assimilazione che ci appare assolutamente evidente non è quindi quella tra nazismo e comunismo, quanto quella tra il PD e le formazioni di destra ed estrema destra, fattore di cui sarebbe bene prendessero atto tutti i cittadini che credono ancora nei valori di giustizia, uguaglianza e libertà.


Articolo tratto dal sito di Libe.r.u
Partito indipendentista sardo


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