giovedì 19 settembre 2019

La caccia alle streghe nel mondo di Hollywood



(19 settembre 1952) Mentre l'attore Charlie Chaplin è in visita in Gran Bretagna, gli Stati Uniti aprono un'inchiesta sulle sue presunte simpatie comuniste. In seguito si dovrà stabilire se il popolare attore possa rientrare nel paese in base delle disposizioni predisposte dal maniacale senatore Joseph McCarthy, famoso per lo spirito antidemocratico con cui svolse la propria attività (chiamata “caccia alle streghe”, proprio per evidenziare l’esasperata ricerca di qualcosa che non esisteva) finalizzata alla repressione di ogni presunta influenza comunista nel mondo politico, culturale ed economico degli USA.

Fortemente criticato per l'arbitrarietà dei metodi adottati, nel 1954 McCarthy ricevette un voto di censura da parte del senato. In ragione della sua attività, molti attori e registi videro la propria carriera rovinata, alcuni decisero di denunciare i propri collaboratori (come fece il regista Elias Kazan, autore di “Fronte del Porto”), altri scelsero di suicidarsi, anche perché tra le misure era prevista quella dell’allontanamento dai propri figli.

La personalità e l'opera di McCarthy sono state e continuano a essere in patria oggetto di valutazioni contrapposte, dall'apologia del suo ex assistente Cohn, che lo definiva "uomo coraggioso che aveva combattuto un male smisurato" al giudizio severo di chi, come F.J. Cook, lo riteneva il principale responsabile della diffusione di una pericolosa paranoia, per cui "il più grande paese del mondo sprecava le sue energie cercando comunisti nascosti sotto ogni letto". Lo stesso Hoover, anticomunista ed “ideatore” dell’FBI, lo definì come un pericoloso arrivista paranoico.

Sostenuto dalle frange oltranziste del suo partito e, per tutte le sue campagne, dalle alte sfere della Chiesa cattolica americana, McCarthy, subì un rapido crollo quando il suo assistente Cohn esercitò pressioni sulle alte sfere militari per ottenere licenze a pioggia e condizioni di favore per un suo giovane collaboratore.

L'ambiente di Hollywood, dove lavoravano molti europei simpatizzanti per le sinistre e costretti a emigrare dopo l'avvento del nazismo, fu particolarmente colpito, ma furono colpiti anche elementi liberali. Charlie Chaplin fu una delle persone accusate di attività antiamericane e la sua carriera cinematografica negli USA finì nonostante egli non fosse stato dichiarato colpevole per alcun reato.

Walt Disney (un vero e proprio agente della CIA) testimoniò il 24 ottobre 1947 davanti alla Commissione per le attività antiamericane; nell'interrogatorio parlò dello sciopero avvenuto durante la lavorazione del film Dumbo. Tra l’altro Disney era fortemente legato ad Hoover, che favoriva l’attività imprenditoriale del re del cartone animato in cambio di soffiate, delazioni e denunce. Furono interrogati anche Robert Taylor, Louis B. Mayer, Adolphe Menjou e Gary Cooper. Questi artisti parteciparono a riunioni del partito socialista prima della guerra mondiale, altri avevano avuta la “colpa” di raccogliere vestiti per i russi, durante l’avanzata delle armate naziste.

Il compositore di colonne sonore Elmer Bernstein fu messo nella condizione di non lavorare più alle produzioni di primo livello. Anche Arthur Miller finì sotto inchiesta, e come conseguenza Marilyn Monroe, moglie dello scrittore, chiese aiuto a John Fitzgerald Kennedy, il cui fratello Robert era il braccio destro di McCarthy. Lo sceneggiatore Dalton Trumbo fu condannato per essere affiliato al Partito Comunista e costretto a trasferirsi in Messico, dove continuò il suo lavoro sotto falso nome.




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