martedì 4 settembre 2018

Rassegna stampa 04 Settembre 2018


Unione Sarda

Pd e alleanze, sì alla linea Cani Soru: non mi ricandido in Europa. Nella direzione regionale a Oristano solo l'ex presidente contesta il segretario

Nove interventi a favore del segretario e uno molto critico, quello di Renato Soru, che coglie anche l'occasione per annunciare che non si ripresenterà alle Europee. «Iniziate a cercarvi un altro candidato», sono state le sue parole durante la prima direzione regionale Pd targata Emanuele Cani. L'ex deputato sulcitano ha presentato la segreteria e lanciato la conferenza programmatica, che culminerà in una due-giorni che si terrà a metà ottobre.

Soprattutto ha ribadito la necessità di una coalizione ampia anti-populismi: «Non una mera sommatoria di sigle - ha ribadito - e certo non sarà possibile allearsi con il Psd'Az, che ha sposato la linea della Lega, e nemmeno con Forza Italia. Ma sui temi siamo disposti ad aprire a tutte le altre forze politiche».

L'ANALISI «Viviamo in un periodo straordinario, il campo politico è modificato e destrutturato, e questa condizione ci disorienta», ha aggiunto Cani: «Chi mi ha preceduto ha potuto lavorare su schemi tradizionali, adesso è tutto cambiato. Ma se l'esperimento che abbiamo in mente riesce, potrebbe rappresentare persino un laboratorio da esportare a livello nazionale».

Sugli stessi concetti ha insistito Siro Marrocu (area ex-Ds): «Il nostro obiettivo - ha spiegato - è creare un argine alla deriva di destra, mettendoci noi a disposizione di un progetto di blocco democratico con forze politiche anche tradizionalmente opposte ma che si ritrovino assieme contro questa deriva».

Secondo Marrocu, ragionare in termini di «logica di centrosinistra costituirà una sconfitta sicura». Quindi: «Il gruppo dirigente faccia un atto di generosità, io sono per una scelta forte, dirompente e innovativa per vincere a febbraio». Di apertura verso le tesi del segretario anche molti altri interventi, come quelli di Chicco Porcu, dell'ex sindaco di Sorso Antonio Spano, di Patrizia De Sole, Guido Tendas, Tore Corona, Dino Pusceddu e Cesare Moriconi.

PARERE OPPOSTO Ben diversa l'opinione di Renato Soru, che prendendo la parola per uno degli ultimi interventi (precisando subito di parlare «per sé») ha criticato Cani per la mancanza di ogni riferimento alle primarie come soluzione per individuare il candidato governatore: «Volete decidere anche questo? Non pensate che le primarie costituiscano un momento di discussione importante, almeno quanto la conferenza programmatica? Se mi direte che le primarie si faranno, andrò via da qui molto più tranquillo».

Poi, rivolgendosi alla maggioranza dell'assemblea che ha eletto Cani, l'europarlamentare ha chiarito di non credere a «nulla di quello che dite in merito al bisogno di unità di questo partito. Voi – ha insistito - avete voluto negare la discussione andando a contare e ricontare i voti finché non erano a vostro favore, con una violenza anche fisica che non dovrebbe appartenere al Pd. Rappresentate il tipo d'alleanza che ha messo al centro altre cose, siete stati bulimici di potere. Quando inizierete a rassegnare un po' di dimissioni allora crederò a quello che dite». Poi l'annuncio che non si ricandiderà alle Europee.

In chiusura ha ripreso la parola il segretario per aggiornare la direzione, che riprenderà probabilmente a lunedì 10 sempre ad Oristano, «per dare la possibilità di intervenire a chi oggi non ha potuto partecipare, e concludere la discussione».

Roberto Murgia


Forza Italia punta i piedi - Prime tensioni sulla leadership: «Noi il
partito-guida» Incerti anche i confini della coalizione
per i dubbi sulle scelte del Carroccio

Chi guiderà la coalizione? Nel centrodestra è una domanda alla quale
nessuno si sbilancia a rispondere. La soluzione migliore, per ora, è
sposare il motto “prima i programmi e poi i nomi”. La Lega, che
approfitta di ogni occasione per rinforzare il sodalizio con i
sardisti, e Forza Italia si studiano a distanza, in attesa di un
confronto vero e proprio.

LE MOSSE Il coordinatore del Carroccio in Sardegna, Eugenio Zoffili,
non dà per scontata l'alleanza con gli azzurri, mentre il
vicecapogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Marco Tedde,
nel suggerire la road map del centrodestra, ha ricordato «il grande
lavoro fatto dalle forze di opposizione che ha visto nel gruppo di
Forza Italia un ruolo guida». Una precisazione che dà il polso di
quanto tra gli azzurri ci sia la volontà di non stare dietro le quinte
alle prossime regionali. Tedde riconosce «le grandi qualità e la
competenza di tutti i consiglieri delle forze di centrodestra e
sardiste», che hanno portato a un lavoro in grado di «rafforzare e
riempire di contenuti quel legame ideale che tradizionalmente le
unifica, pur nelle varie sensibilità».

IN CORSA Le altre sigle della coalizione rimangono in attesa di capire
se questa prova di forza rappresenterà un ostacolo all'armonia
interna. Il coordinatore regionale di Fratelli d'Italia, Paolo Truzzu,
sulla leadership parla di «un aspetto che, al di là delle
dichiarazioni, si dimostra sul campo, con numeri, proposte e valore
delle persone». Dunque, è prematuro assegnare una palma di candidato
prima di aver chiaro il quadro: «Non ho mai avuto piacere per quelle
situazioni in cui qualcuno si autoattribuisce il ruolo di guida».

Nell'immaginare il futuro della coalizione, Truzzu sottolinea che «si
parte dal centrodestra, magari diverso da quello che abbiamo sempre
conosciuto». Poi, un accenno a quello che succede a Roma dove «su
certi temi siamo vicini al governo e non facciamo un'opposizione per
partito preso». Fratelli d'Italia nel prossimo fine settimana si
riunirà a Orgosolo per “S'Atobiu 2018”, due giorni di dibattito sui
temi della prossima campagna elettorale.

«VALORE AGGIUNTO» Tendere la mano al mondo delle liste civiche è
un'operazione che impegna un po' tutti i partiti. Nel centrodestra il
vicecoordinatore di Forza Italia, Ivan Piras, ha iniziato un lavoro di
coinvolgimento degli amministratori per la corsa al rinnovamento. Alle
prossime regionali ci sarà Sardegna 20Venti, movimento di cui Stefano
Tunis è uno dei maggiori esponenti, che da anni «lavora con le liste
civiche con esperienze importanti a Cagliari e Quartu».

Il 22 settembre il movimento organizzerà un evento per discutere di
lavoro. «Possiamo rappresentare quel valore aggiunto per far vincere
le elezioni al centrodestra che sta riacquistando vitalità», dice Tunis.
Matteo Sau

LEGA. Eugenio Zoffili
«Non è scontato un accordo col centrodestra»

Un simbolo unico con i sardisti. È questa la sola certezza (ancora da
definire al lato pratico) in vista delle regionali, da parte del
coordinatore della Lega in Sardegna, Eugenio Zoffili, che non dà per
scontata l'alleanza con Forza Italia e Fratelli d'Italia.

Coalizione ancora in alto mare?
«Per ora, l'unica cosa sulla quale siamo indirizzati è l'alleanza con
il Partito sardo d'Azione».

Quindi il centrodestra è ancora un cantiere aperto?
«Sì. Nei prossimi giorni dovremo riprendere in mano tutte le
questioni. Non è scontata l'alleanza con Forza Italia e Fratelli
d'Italia anche se io mi atterrò alle indicazioni che arriveranno da
Salvini».

Cosa succederà nei prossimi giorni?
«Ci vedremo con i rappresentanti dei partiti, con cui a Roma
dialoghiamo, per un confronto».

C'è sempre l'incognita su chi dovrà guidare la coalizione.
«A noi interessa il progetto e il nostro parte dall'alleanza con i sardisti».

Pronti a tendere la mano anche ad altre forze?
«Siamo disposti e aperti ad ascoltare tutti coloro che credono nella
vera autonomia della Sardegna. Aspettiamo chi ha a cuore questo tema e
lo invitiamo a un confronto. Noi ci siamo».

Salvini tornerà in Sardegna?
«Sì».

C'è già una data fissata?
«Ancora no, ma di sicuro gli chiederò di venire nell'Isola entro
Natale». (m. s.)

Renzi: io non partecipo
«Zingaretti non è l'unico candidato Pd»

ROMA Alle prossime primarie «io non partecipo. Ho già dato. Ho vinto
due volte e due volte mi hanno fatto la guerra quelli del mio partito.
Vedremo i candidati alle primarie del Pd. Ce ne sarà più di uno, non è
detto che il mio sarà Zingaretti».

Matteo Renzi torna a parlare di Pd. Non alla festa di Ravenna, dove è
atteso il prossimo 6 settembre, ma in tv alla prima puntata di Stasera
Italia su Rete4. La candidatura del governatore del Lazio è uno dei
pochissimi punti fermi del prossimo congresso dem. Intanto non si sa
quando verrà celebrato. La primavera del 2019, prima delle Europee, è
la finestra più probabile. E soprattutto non si sa chi sarà in corsa
oltre Zingaretti. Delrio non si sbilancia. Non è chiaro neanche se
alla fine Maurizio Martina sarà o meno candidato.

Dario Franceschini
si è schierato con Zingaretti e lavora perchè il campo alternativo al
possibile candidato renziano non si frammenti. «Zingaretti per ora è
l'unico candidato», ha detto l'ex-ministro che a Cortona ha riunito i
suoi portando il corpaccione di Areadem verso il governatore del
Lazio. Un tentativo, si dice, non del tutto riuscito. «Ci sono fette
di Areadem non convinte del sostegno a Zingaretti».

Altri, invece,
come l'ex-capogruppo al Senato, Luigi Zanda, sono già al lavoro per
lanciare la volata al presidente della Regione intervenuto per
denunciare gli attacchi social nei suoi confronti. «Se pensano di
mettermi paura si sbagliano - ha scritto Zingaretti -. Noi non ci
fermiamo, ma andiamo avanti con più forza di prima».

SASSARI. Lettera al sindaco L'assessora Spanedda sbatte la porta

Si era ritagliata il ruolo di una avversaria scomoda ma defilata,
senza grandi clamori e con scarsa propensione all'uso dei media e dei
social, per manifestare il suo dissenso. Fino alle dimissioni, proprio
per questo inaspettate. Per il sindaco Nicola Sanna è un altro boccone
amaro: l'assessora alle Politiche sociali, Monica Spanedda, ha
annunciato le dimissioni dalla Giunta comunale.

In una lettera all'Esecutivo, Spanedda spiega il suo addio. Sanna
viene accusato di gestire la Giunta con «mancanza di collegialità e di
vera condivisione delle decisioni», con «atteggiamenti caratterizzati
da eccessivo individualismo e scarsa considerazione per le altrui
opinioni». Sul motivo scatenante si scatena il sottobosco politico
sassarese. Monica Spanedda non è mai stata una da attacco frontale,
lei non si era mai dimessa ma era sempre stata sul punto.

C'è chi ora
vede le sue dimissioni come un riposizionamento in vista delle
elezioni, chi invece attribuisce il suo addio al recente
"aggiustamento" in Giunta, benedetto dal Pd ma probabilmente foriero
di altri malumori. L'addio di Spanedda segue di un mese l'ultimo
rimpasto in Giunta, con
l'ingresso a Palazzo Ducale delle assessore Manuela Palitta (Upc) e
Rossana Serratrice (Pd).

Un rimpasto tutt'altro che indolore, forse deciso in cambio di una
blindatura di Sanna alle prossime elezioni, ma inviso a cinque
consiglieri monogruppo che avevano fatto le valigie. Tutto sembrava
essersi messo a posto, una quiete che a quanto pare precedeva la
tempesta.
Patrizia Canu

La Nuova

Soru: «Non mi candido alle Europee»
Pd, in direzione contesta la linea di Cani che vuole aprire a una
coalizione larghissima per le Regionali

ORISTANO
Il Pd prova a tracciare la linea, ma non trova ancora l'unità. La
spaccatura tra Renato Soru e il segretario Emanuele Cani non si
attenua. A sorpresa Soru spiazza un po' tutti e annuncia in direzione
che non si ricandiderà alle Europee nel 2019. «Iniziate a cercarvi un
altro candidato». L'eurodeputato ha sollecitato l'avvio di una fase
congressuale per la scelta del leder nell'isola dopo le dimissioni di
Cucca. Ma tutto l'intervento di Soru in direzione è stato di rottura.
Lo scontro inizia quando Cani non cita le primarie «come soluzione per
individuare un candidato governatore».

Questo fa infuriare Soru che
attacca: «volete decidere anche questo? Non pensate che le primarie
costituiscano un momento di discussione importante, quanto la
conferenza programmatica? Se mi direte che le primarie si faranno,
andrò via da qui molto più tranquillo». Poi, rivolgendosi alla
maggioranza dell'assemblea che ha eletto Cani, l'europarlamentare ha
chiarito di non credere a nulla «di quello che dite in merito al
bisogno di unità di questo partito. Voi avete voluto negare la
discussione andando a contare e ricontare i voti finché non erano a
vostro favore. Con una violenza anche fisica che non dovrebbe
appartenere al Pd. Rappresentate il tipo d'alleanza che ha messo al
centro altre cose, siete stati bulimici di potere.

Quando inizierete a
rassegnare un po' di dimissioni crederò a quello che dite». In
chiusura ha preso la parola Cani che ha aggiornato la direzione per i
prossimi giorni, probabilmente a lunedì sempre a Oristano, «per dare
la possibilità di intervenire a chi oggi non ha potuto partecipare e
concludere la discussione dei punti all'ordine del giorno». Ma non ci
sono state solo polemiche. Cani ha tracciato la linea. Un alleanza il
più ampio possibile in vista delle Regionali contro lo strapotere
gialloverde. «Non una sommatoria di sigle ma una coalizione ampia,
certo non sarà possibile allearsi con il Psd'Az che ha sposato la
linea della Lega, e nemmeno con Forza Italia, ma siamo disposti ad
aprire sui temi a tutte le altre forze politiche della regione».

L'ex deputato ha spiegato che il Pd sardo «potrebbe rappresentare un
laboratorio da esportare anche a livello nazionale». Sugli stessi
concetti ha insistito Siro Marrocu. «Il nostro obiettivo - ha spiegato
- è creare un argine alla deriva di destra, mettendoci a disposizione
di un progetto di blocco democratico con forze politiche anche
tradizionalmente opposte, ma che si ritrovino assieme contro questa
deriva. Ragionare in termini di logica di centrosinistra costituirà
una sconfitta sicura». Cani ha lanciato la prossima conferenza
programmatica che culminerà in una due giorni che si dovrebbe tenere a
metà ottobre.

«In queste settimane abbiamo lavorato
sull'organizzazione, abbiamo immaginato una struttura che
soddisfacesse la partecipazione di tutto ciò che c'è nel partito e
quello che c'è fuori. Saranno coinvolti i segretari provinciali e i
circoli perché il partito va rivitalizzato e per riuscirci dobbiamo
animare e creare occasioni per la discussione».

L'assessora Spanedda: «Addio sindaco»
«Poca collegialità, eccessivo individualismo»: la responsabile delle
Politiche sociali è la quinta a lasciare la giunta di Vincenzo Garofalo
SASSARI

Si dimette un altro assessore della giunta Sanna, il quinto
dall'inizio del mandato, e il sindaco si trova di nuova sotto i colpi
del fuoco amico. Questa volta a dire addio a Nicola Sanna è
l'assessora alle Politiche sociali, Monica Spanedda: da due anni radio
Palazzo Ducale parlava di lei come dell'assessore con la lettera di
dimissioni in tasca. Ieri mattina quella lettera è arrivata sulla
scrivania del sindaco, e insieme al commiato dalla giunta, Spanedda ha
condito la missiva con una condanna politica senza appello contro
Nicola Sanna e i suoi metodi.

«Mancanza di collegialità e di vera
condivisione delle decisioni, atteggiamenti caratterizzati da
eccessivo individualismo e scarsa considerazione per le altrui
opinioni. La vicenda dell'ultimo rimpasto ne è lo specchio», si legge
sulla lettera con cui Monica Spanedda spiega al sindaco le motivazioni
che la hanno spinta a gettare la spugna. «In questi quattro anni ho
profuso il massimo impegno nello svolgere l'incarico da lei affidatomi
al servizio della città. In diverse occasioni le ho manifestato il mio
dissenso e un punto di vista critico», continua il documento. «Nel
tempo e con responsabilità ho rinnovato le ragioni dello stare insieme
per continuare a governare la città.

L'ho fatto fino al momento in cui
sono stati raggiunti diversi obiettivi importanti e necessari per il
benessere dei nostri concittadini. Con la partecipazione alla discesa
dei Candelieri ho voluto testimoniare il profondo rispetto che nutro
per la città. Ora posso dichiarare concluso il mio percorso
amministrativo».Il futuro di Spanedda sarà ancora nel Pd, di cui è
dirigente regionale: «Faccio un passo alla volta. Lasciare la giunta è
stata una scelta ponderata e difficile. Per ora torno al mio lavoro e
continuerò a fare politica nel partito.

Per il futuro si vedrà»,
precisa. Le accuse di Spanedda collimano con quelle già rivolte in
passato al sindaco dagli altri quattro assessori che hanno abbandonato
la giunta, e sono rese ancora più pesanti dal segretario cittadino del
Pd, Gianni Carbini, ex vicesindaco proprio di Nicola Sanna, e secondo
in ordine di tempo a lasciare vuota una poltrona a Palazzo Ducale:
«Monica Spanedda era rimasta in giunta con spirito di sacrificio per
completare delle azioni positive per la città, ma alla fine si è resa
conto che non è possibile», sostiene Carbini.

«Il Pd ha fatto tutto
ciò che era in suo potere per creare le condizioni giuste per
amministrare e tenere unita la coalizione, ma se cinque assessori si
dimettono, e tre rimpasti non sono sufficienti a creare la giusta
armonia in giunta, il problema non può essere il Pd o la coalizione.
Mi auguro che il sindaco riesca a concludere qualche opera, ma ormai
siamo arrivati alla fine. Uno o sei mesi di ulteriore mandato non
cambieranno la storia di questa amministrazione», conclude.Il sindaco,
a Viterbo per la festa della Rete delle Grandi Macchine a spalla,
incassa come un pugile professionista: «Le dimissioni dell'assessora
Spanedda mi sorprendono, e ancor di più son sorpreso dal fatto che non
abbia voluto attendere il mio ritorno», commenta.

«Rispetto all'accusa
di individualismo, mi sento di rispondere che è chiaro che il sindaco
si trovi a dover operare una sintesi, per il ruolo che ricopre, ma son
convinto che la giunta stia portando avanti, e abbia sempre portato
avanti, un lavoro collegiale, pur trovandosi ad operare in un momento
difficile, dal punto di vista politico ed economico», continua. «Per
ciò che riguarda il rimpasto, si tratta di scelte politiche
concordate, e la stessa Spanedda ha votato a favore del documento
approvato dalla direzione provinciale del Pd».

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Federico Marini
skype: federico1970ca


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