domenica 9 settembre 2018

Rassegna stampa 09 settembre 2018


La Nuova Sardegna

Intervista a Filippo Spanu: "Migranti, appello a Salvini: basta spot, serve una linea" L'assessore regionale: «Sono state ignorate le ripetute richieste di incontro» Emergenza algerini: sono arrivati oltre 700 clandestini dall'inizio dell'anno.

SASSARI Dal Governo nessun segnale, le ripetute richieste di incontro sono cadute nel vuoto. Il ministro Salvini non risponde alla giunta Pigliaru «non indica quale linea intende seguire su un tema che invece impone chiarezza», dice l'assessore agli Affari generali Filippo Spanu, delegato alla gestione e accoglienza migranti. Che poi aggiunge: «Si sentono polemiche, spot, slogan. Ma niente di certo su un argomento che non può essere ignorato: le migrazioni proseguiranno, fanno parte della storia. Al contrario il fenomeno va gestito considerandolo non solo un problema ma una opportunità anche per chi accoglie.  In Sardegna sta succedendo questo».

Assessore Spanu, in che modo i migranti sono diventati un'opportunità per l'isola?
«La Regione, gli enti locali, le università e la scuola stanno creando in maniera ordinata un circuito virtuoso che ha consentito di impiegare più di 1000 sardi, spesso molto qualificati, nella gestione dell'accoglienza. Diverse comunità rurali stanno cogliendo l'occasione per riaprire scuole, società sportive, servizi pubblici, attività agricole e artigianali. Sta nascendo un clima di collaborazione, non ha senso parlare di guerra tra poveri. Perché i migranti non hanno tolto nulla ai sardi, tutt'altro».

La Regione quanto investe sulle politiche di accoglienza e integrazione?
«L'investimento a nostro carico è di circa 300mila euro, corrisponde all'1 per mille del bilancio regionale. Ma garantendo progetti e cooperazione ha ricevuto più di 200 milioni di euro da parte dell'Europa, risorse vincolate a quello scopo, che sono ricadute sul sistema sociale e produttivo dell'isola nel quale anche i migranti possono avere un ruolo attraverso un efficace inserimento».

Si riferisce al progetto portato avanti con le Università?
«Si, ne abbiamo discusso anche in un recentissimo incontro a Sassari. Tra i migranti in fuga da situazioni complesse ci sono giovani preparati, I due atenei insieme all'organismo del Ministero Cimea hanno lavorato insieme per certificare le loro competenze e inserirli così in un percorso universitario attraverso il rilascio del passaporto accademico. Dodici sono già stati inseriti a Cagliari, 20 riceveranno a breve il pass a Sassari. I problemi nella gestione ci sono, è innegabile, ma dobbiamo vedere gli aspetti positivi».

È questo il messaggio che vuole mandare al Governo?
«Abbiamo avuto dei primi contatti nei quali ho spiegato la strada intrapresa dall'isola. Dal 2017 il flusso migratorio è diminuito e sono stati creati dei canali sicuri con il Nord Africa. Ora questo clima di collaborazione si è interrotto e la situazione rischia di diventare esplosiva. Per questo vogliamo chiarezza così da avere certezze anche sui flussi illegali».

Gli sbarchi di clandestini dall'Algeria vanno avanti senza sosta.
«Ormai è stata superata quota 700 arrivi dall'inizio dell'anno. Quel flusso va interrotto, serve una politica forte di rimpatri così da scoraggiare gli arrivi. Per questo è stato dato il via libera al Cpr, il centro rimpatri a Macomer»A che punto sono i lavori?«Quelli vanno avanti, anche velocemente. Ma il vero problema è il rispetto dell'accordo siglato tra la Regione e il Governo. Mi riferisco alla questione sicurezza, le certezze sui rimpatri rapidi attraverso il dialogo e la cooperazione con l'Algeria. Il Cpr non avrebbe ragione di esistere se si trasformasse in una specie di carcere».

Cosa pensa della gestione della vicenda della nave Diciotti da parte del ministro Salvini?
«Credo che sia stato un inutile braccio di ferro, era chiaro sin dall'inizio che quelle 170 persone avevano diritto a scendere dalla nave. E ora sento dire che una parte di loro è "scappata". Non è così: sono eritrei, hanno diritto di muoversi liberamente nel territorio. Sono liberi, come noi».

Pensa ci potrà essere un nuovo caso Diciotti?
«Credo che il tempo degli slogan debba finire. La pazienza è al limite: noi stiamo facendo la nostra parte, il Governo deve fare la sua». (si. sa.)


L'ex ministro dell'Interno è intervenuto a Sassari a un convegno su Aldo Moro
«Per riprendere il primato sulla finanza e sull'economia serve una
morale solida»

Pisanu, appello pro Europa «Sovranismi? Una sciagura»

SASSARI
Primo messaggio: «Se la politica vuole riprendere il primato sulla
finanza e sulla economia, deve prima riconquistare legittimità morale.
Perché una politica senza riferimenti etici certi non è credibile, non
regge». Secondo monito: «Il grande capitale si è mondializzato a danno
della politica, che invece si è ristretta dentro il guscio dei confini
nazionali». Terzo siluro: «Penso che i cosiddetti nazionalismi e i
sovranismi siano una sciagura».

Voleva fare un semplice saluto, giusto
poche parole per non essere scortese con gli organizzatori che lo
chiamavano al microfono, ma non è rimasto nei limiti del discorso di
circostanza. Sarà che si parlava di Aldo Moro, di cui fu amico e
stretto collaboratore fino alla morte, ma ieri l'ex ministro
dell'Interno Beppe Pisanu è tornato a parlare come un protagonista
della scena politica. Oltre alla necessità di ricreare una morale
solida nella classe dirigente, Pisanu ha anche fatto un appello "pro
Europa" di cui, ha detto, «c'è bisogno oggi, in Italia e nel mondo.
Gli Stati uniti d'Europa sarebbero la prima potenza economica del
mondo. Non lo siamo perché siamo ridotti ancora alla logica dello
staterello e quindi incapaci di dominare i grandi eventi politici».

Parole dense e destinate non solo alla attentissima platea
di ingegneri, architetti, agronomi e periti industriali. I
professionisti, invitati dai rispettivi Ordini, erano arrivati nella
sala conferenze della Camera di Commercio per ascoltare Gero Grassi,
proponente e componente della commissione d'inchiesta Moro-2, parlare
di "Aldo Moro: l'etica dello statista". Argomento apparentemente
strano per un parterre di tecnici, ma che invece ha tenuto i
partecipanti inchiodati alle poltrone tutta la mattina. È durata due
ore l'appassionata "arringa" di Gero Grassi sulle verità negate del
"caso Moro".

L'ex parlamentare pugliese è diventato un raffinato
narratore dei 55 giorni dal sequestro all'omicidio dello statista
democristiano. La mattinata è proseguita con la tavola rotonda,
moderata dalla giornalista Daniela Scano, sull'attualità dell'etica di
Aldo Moro. A spiegare come la declinano nell'amministrazione della
cosa pubblica e negli incarichi elettivi che ricoprono sono stati il
senatore pentastellato Ettore Licheri, l'assessore comunale sassarese
Simone Campus, il sindaco di Alghero Mario Bruno e l'ingegnere Gianni
Massa: vice presidente del Consiglio nazionale degli
ingegneri.

L'arrivo di Beppe Pisanu ha sorpreso i partecipanti ma non
Lorenzo Corda. Il presidente dell'Ordine provinciale degli ingegneri,
appassionato organizzatore di una giornata che ha dedicato ai due
medici Giovanni Di Maria e Piertonio Spanu, scomparsi di recente nel
mare di Castelsardo, aveva invitato l'ex ministro e ieri ha insistito
perché intervenisse alla fine dei lavori.Beppe Pisanu è partito dal
ricordo intimo di Aldo Moro. «Ma non dirò nulla dei fatti di cui sono
stato protagonista - ha esordito - perché, come diceva lo storico
Renzo De Felice riferendosi ai testimoni di grandi fatti storici,
rischierei di non essere obiettivo».

Le parole sono poi planate sulla
capacità di mediare che consentì a Moro «di fare entrare nella
Costituzione italiana il principio "sovversivo" che l'uomo viene prima
dello Stato». E infine l'invito a «riportare la morale a fondamento
dell'ordine politico, per farne il luogo di affermazione definitiva
della persona umana sull'economia, sulla finanza e su qualunque altra
cosa».

Forza Italia, la sfida elettorale parte dalle piazze
Il vicecoordinatore Piras: «Per essere competitivi alle Regionali
dobbiamo dialogare con la gente»

CAGLIARI «Lanciamo la nostra sfida delle idee». Ivan Piras,
vicecoordinatore di Forza Italia, ha annunciato durante un'assemblea
all'antica casa "Marini", a cui hanno partecipato più di 50
amministratori locali, l'avvio di un laboratorio politico "che vada
oltre i personalismi e che traduca in azione quella forte carica di
rinnovamento invocata dal popolo di Forza Italia e del centrodestra.
Sarà questo il nostro contributo più importante sia alla coalizione
che si presenterà alle regionali sia ad una visione della Sardegna che
vada oltre le scadenze elettorali.

Trasporti, turismo, sanità, zona
franca sono alcuni dei temi "forti" di cui si è partito un confronto
che - spiega Piras - sarà inclusivo, partecipativo, e che vedrà il
protagonismo in prima di linea dei territori e degli amministratori
locali per uscire dalla stagnazione e dai riti autoreferenziali.
Vogliamo scendere dai palchi, andare nelle vie, nelle piazze e nelle
case per dialogare e guardarci negli occhi con padri di famiglia,
imprenditori, studenti. Se vogliamo tornare ad essere competitivi -
prosegue Piras - ma soprattutto, se vogliamo essere degni di
rappresentare il popolo, dobbiamo essere parte della comunità,
condividerne tensioni, aspirazioni, preoccupazioni.

La partita del
rinnovamento si gioca sul campo delle idee e non temiamo di sfidare il
Pd, reduce dai disastrosi 5 anni di Pigliaru, né il Movimento 5 stelle
che, nei primi 100 giorni alla guida del Paese non ha certo brillato.
In Forza Italia e nel centrodestra in generale c'è già invece un
ottimo vivaio di persone che hanno fatto gavetta nei comuni,
nell'associazionismo o si sono distinte nella loro vita privata.
Persone che oggi possono dare un contributo di idee, di onestà e di
cambiamento alla vita pubblica della Sardegna.

Il laboratorio avviato
ieri è aperto a tutti perché la politica dei feudi e delle
contrapposizioni è perdente, non ci appassiona e, fatto ben più
rilevante, ha stufato anche l'opinione pubblica. Il guanto di sfida -
conclude Piras - è lanciato. Vinceranno le idee più forti».

Salvini frena sui magistrati «Nessun golpe giudiziario»
Lo scontro con le toghe peserà sulla composizione del nuovo Csm
di Francesca Chiri

ROMA «Nessun golpe giudiziario». Alla fine di un lungo chiarimento
notturno con Luigi Di Maio, Matteo Salvini spinge il pedale del freno
nell'offensiva contro la magistratura. Una correzione pretesa
dall'alleato di governo in forte imbarazzo per il violento attacco
scagliato dal leader della Lega contro le toghe dopo l'iscrizione nel
registro degli indagati per sequestro di persona aggravato per il caso
della nave Diciotti.

Un passo indietro che riporta il sereno nella
maggioranza e che, dopo le prese di distanza dei 5 Stelle, consente al
ministro della Giustizia, il pentastellato Alfonso Bonafede, di tirare
un sospiro di sollievo. «Mi fa piacere che Salvini abbia precisato che
c'è il massimo rispetto per la magistratura» dice il Guardasigilli che
venerdì aveva lanciato l'altolà al leader leghista rimproverandogli i
toni da «seconda Repubblica».

Bonafede ammorbidisce quindi i toni nei
confronti dell'alleato: «il mio non era un attacco a Salvini ma una
precisazione. Un ministro ha il diritto di dire che un magistrato sta
sbagliando, ma dire che un magistrato sta sbagliando perchè è di
destra o sinistra è errato». Salvini dunque smorza i toni e corregge
il tiro: «Aspetto con totale rispetto, celerità e curiosità le
sentenze che mi riguardano» e i magistrati «spero che facciano bene e
in fretta» sottolinea dicendosi rispettoso del «lavoro di tutti» anche
se sminuisce la portata del fatto in sè.

«Non mi tolgono il sonno e
vado avanti a lavorare». Anche perché, avverte, il suo obiettivo è di
continuare a fare «per almeno 5 anni» il ministro, «senza essere
considerato un assassino o un rapitore». E soprattutto di portare la
Lega ad «essere il primo gruppo in Europa». Poi assicura di non avere
«alcuna intenzione di andare all'incasso adesso. Non guardo i sondaggi
ora», dice alludendo ai dati che segnano il sorpasso sul M5s di oltre
3 punti percentuali. Di Maio, intanto, si è tenuto alla larga da
Cernobbio anche per evitare un incontro ravvicinato con il mondo della
grande imprenditoria dopo lo scontro con Autostrade, ma presidia il
terreno con un'intervista al Sole 24 Ore: «Veniamo descritti come
quelli contro le imprese e contro l'industria. Non è così», assicura.

Con Salvini mantiene le distanze pur rimarcando una sostanziale
condivisione programmatica. Dopo il chiarimento (in serata gli uffici
stampa negano un incontro), il leader M5s punta l'indice contro chi
«vuole vedere questo governo cadere», rassicura che con Salvini
«quando non siamo d'accordo, io glielo dico e ieri l'ho detto che non
deve attaccare i magistrati».

Anche perché, gli dà atto, «sulla nave
Diciotti la scelta la portiamo avanti tutti insieme, senza perdere la
testa, con calma e sangue freddo». Anche il premier Giuseppe Conte
lavora per far rientrare le tensioni: «siamo coesi, non scriteriati» e
smentisce «fibrillazioni» nell'esecutivo.

«Salvini ha chiarito. Questo
governo rispetta la divisione dei poteri, ci mancherebbe» promette. Ma
delle tensioni approfitta invece l'opposizione, da destra e sinistra.
Renato Brunetta chiede di «andare a votare il prima possibile». Il
segretario del Pd Maurizio Martina si dice sdegnato per le
provocazioni del ministro dell'Interno: «Un insulto agli
italiani».Salvini fa spallucce forte del sostegno che gli arriva dai
social. Solo nella notte 720 profili, quasi 200 dall'estero, alcuni
dei quali pro-Trump, hanno diffuso su Twitter circa 2mila contenuti
con l'hashtag #complicediSalvini facendolo spiccare nelle tendenze del
social network.

«Sapete che con la marea di tweet si stanno
arrabbiando in tanti? Ma noi all'odio rispondiamo solo con sorrisi!»
replica lui con un tweet. E forse anche con la piazza. Anche se la
convocazione di manifestazione della Lega per sostenere il segretario
resta sullo sfondo.


Unione Sarda

L'assessore agli Affari generali domani sarà a Roma - Spanu dalla
viceministra Del Re

Si discuterà del ruolo degli enti territoriali nell'attività di
sviluppo locale, nell'incontro di domani a Roma tra l'assessore
regionale agli Affari generali, Filippo Spanu, e la viceministra agli
Affari esteri, Emanuela Del Re. «Vogliamo portare all'attenzione del
governo istanze fondamentali per le regioni italiane» dice Spanu,
convinto dell'importanza di maggiore confronto su interventi
finalizzati a creare migliori condizioni di sviluppo in particolare
nei paesi da cui hanno origine i flussi migratori.

E su questo tema
l'assessore ha evidenziato l'importanza degli atenei di Cagliari e
Sassari nell'inserimento dei migranti nel contesto degli studi
universitari. L'obiettivo è «acquisire conoscenze specialistiche da
utilizzare successivamente, in modo proficuo, nei paesi di origine».
Durante un incontro sul tema "Città, migrazioni e cooperazione
internazionale", che si è svolto a Sassari, Spanu ha ricordato il
lavoro «avviato da tempo dalla Regione per una programmazione
strutturata della gestione del fenomeno migratorio attraverso il Piano
per l'accoglienza dei flussi non programmati».

Il lavoro
dell'amministrazione spazia in diversi ambiti per «favorire il
processo di inclusione dei richiedenti asilo e dei titolari di
protezione internazionale». In platea c'erano 20 giovani richiedenti
asilo, ospitati nei centri di accoglienza del nord Sardegna, che
riceveranno a breve pass accademici per poter frequentare corsi
universitari sulla base di un'iniziativa dell'ateneo sassarese che ha
avuto il sostegno della Regione. (m. s.)


La mossa di Fratelli d'Italia Truzzu candidato governatore
A Orgosolo “S'Atobiu”: il partito fissa i punti del programma per le regionali


Paolo Truzzu gioca d'anticipo e ufficializza la sua candidatura per
Fratelli d'Italia alla presidenza della Regione. L'annuncio è arrivato
nella tarda serata di ieri da Orgosolo dove il partito ha organizzato
“S'Atobiu”, due giorni di lavoro in cui verranno fissati i punti
cardine del programma.

La fuga in avanti del coordinatore regionale di Fratelli d'Italia non
è la scelta di una corsa in solitaria, ma un avviso agli alleati:
«Stiamo facendo una proposta e vogliamo dialogare con i partiti del
centrodestra. Sulla base dei nomi che verranno proposti potremmo
decidere anche di correre da soli». A sostenere la candidatura c'è
anche il deputato, Salvatore Deidda, convinto che Truzzu rappresenti
«la destra moderna e credibile che si candida a governare la Regione».

IL FUTURO Oggi si chiuderà la due giorni di Orgosolo con l'avvio
ufficiale della campagna elettorale di Fratelli d'Italia. Ci sono già
alcuni punti chiave fissati e riguardano «cancellazione della Asl
unica, revisione della continuità territoriale e una serie di proposte
in cui il tema principale è il lavoro», dice Truzzu. In attesa che il
centrodestra definisca confini e alleanze, Fratelli d'Italia guarda
avanti e pone alcuni paletti anche sul metodo di ingaggio della
coalizione. Il coordinatore regionale, infatti, vuole uscire «dai
tatticismi inutili perché noi abbiamo le idee chiare e anche i
candidati». L'obiettivo dunque in questo inizio di campagna elettorale
è «rinunciare ai caminetti e parlare il più possibile con la gente che
ha necessità di sapere chi sarà il candidato per le regionali».

I RAPPORTI La candidatura di Truzzu è un segnale che il partito di
Giorgia Meloni vuole giocare un ruolo da protagonista sia nel
centrodestra che in Regione. Gli alleati, per ora, stanno ancora
lavorando per capire quali saranno le scelte da fare sia sul fronte
dei nomi che su quello delle alleanze. Il coordinatore di FdI non
parla di «imposizione», perché «se in corsa ci saranno altri nomi
validi non è detto che il candidato sia io».
Altri nomi ufficiali,però, ancora non sono emersi
e dunque quello di Truzzu è l'unico in corsa.

LE PROPOSTE Il partito ha scelto il centro dell'Isola per «rafforzare
il senso di comunità e proporre la nostra idea di una Sardegna forte
che rinasca dalle macerie lasciate dalla sinistra e sconfigga il nulla
del pensiero grillino». Il partito sta cercando di ampliare il raggio
di azione, concentrandosi anche su temi come ambiente, cultura e
sostenibilità. Bruno Murgia, responsabile della comunicazione per
Fratelli d'Italia dice: «Stiamo mettendo in campo un progetto di
Sardegna profondamente innovativo e identitario e per certi versi
ardito». Murgia punta sulla concretezza visto che «stiamo elaborando
proposte su numerosi temi e ci stiamo mettendo in marcia per le
prossime elezioni».

LE TAPPE Oggi si concluderanno i lavori di Orgosolo e poi per Fratelli
d'Italia comincerà una fase fatta di trattative e incontri con i
cittadini. «Non c'è tempo da perdere», conclude Truzzu, «servono
scelte decise, credibili e coraggiose. Noi ci siamo». (m. s.)

Raimondo Perra: rete territoriale, troppi interventi a macchia di leopardo
«Molti errori su Ats e ospedali»
Il presidente della commissione Sanità: inutile la riorganizzazione
delle aziende locali

La nuova rete ospedaliera «stenta a decollare» e in una situazione di
difficoltà non aiutano «le soluzioni spot» per singolo territorio.
Mondo Perra, presidente della commissione Sanità del Consiglio
regionale, mette in guardia l'assessore Luigi Arru e il dg dell'Ats,
Fulvio Moirano, dopo l'annuncio di incrementare con 30 medici il
personale dell'ospedale di Lanusei.

Perra ammette che il lavoro sulla riforma sanitaria non è ancora
completato e ribadisce il suo “no” alla scelta di avere un'unica
azienda sanitaria regionale.

Cosa non ha gradito?
«Non trovo corretti gli interventi a macchia di leopardo. La rete
ospedaliera deve essere applicata in modo omogeneo in tutto il
territorio regionale».

Questi interventi non sono fatti concreti?
«Sì, ma dare risposte parziali nei confronti di singole realtà,
dettate da situazioni particolari e contingenti, amplificano il
malessere generale e diffuso verso la gestione della sanità
regionale».

Quali sono le conseguenze?
«Si innescano fenomeni di protesta e lacerazione sociale, con
ulteriore pregiudizio per la necessaria organicità e omogeneità del
riordino del sistema sanitario».

L'Ogliastra, però, lamentava le carenze.
«È giusto preoccuparsi di un territorio svantaggiato, ma in Sardegna
non è l'unico. Le gravi carenze di personale affliggono anche altre
aree socio sanitarie e altri presìdi, in particolare quelli dell'area
Metropolitana di Cagliari, ai quali si rivolgono praticamente i
pazienti provenienti da tutta l'Isola».

La rete ospedaliera è a regime?
«La si sta applicando molto a rilento, ma è vero anche che si tratta
di un provvedimento molto complesso».

Si può ancora cambiare qualcosa?
«Quando sarà applicata nella sua totalità sarà necessario rivederla e,
nel caso, modificarla».

Dopo un po' di rodaggio, la Asl unica è stata la soluzione migliore?
«No. Ho sempre dichiarato in passato la mia contrarietà alla
riorganizzazione delle Aziende sanitarie. Avrei puntato di più sul
portare a termine il percorso di riforme importanti come la rete
ospedaliera, l'emergenza-urgenza e le cure territoriali».

In questa situazione di stallo qual è il rischio?
«Che applicando una riforma così complessa in tempi molto lunghi si
tiri troppo la corda e si arrivi in affanno all'appuntamento delle
regionali».

La sanità sarà uno dei temi chiave della campagna elettorale?
«Sicuramente sì perché è un argomento di grande interesse per tutti i cittadini.
La maggioranza raccoglierà più meriti o critiche su questo argomento?
«Chi si impegna a portare avanti le riforme deve mettere in conto il
rischio di essere penalizzato dal punto di vista elettorale. Ma è vero
che qualcuno deve anche assumersi la responsabilità di farle».
Matteo Sau

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Federico Marini
skype: federico1970ca



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