venerdì 21 settembre 2018

Rifiutare gli ultimi non è politica, ma solo egoismo istituzionalizzato. Di Maurizio Onnis.



Le politiche restrittive producono i risultati attesi da chi le ha promosse. Prima i tamburi davanti alle telecamere, poi il lavorio implacabile delle burocrazie e dei numeri. Il centro di accoglienza per migranti minori di Villanovaforru chiude. Niente sbarchi, niente ragazzi. Il centro di accoglienza per migranti maggiorenni resta invece aperto. Ma anch’esso sconta le durezze del Ministero, che ha tenuto ferma per tre mesi l’aggiudicazione della gara bandita la scorsa primavera tra cooperative in attività nel Sud Sardegna.

I vincitori hanno firmato la convenzione con la prefettura solo due giorni fa. Ora i centri in fondo alla graduatoria si svuoteranno di migranti, a vantaggio di quelli in cima alla lista. È chiaro: anche in questo caso, l’obbiettivo di Roma è fare leva sull’abbattimento degli sbarchi per giungere, in pochi anni, ad azzerare il numero dei richiedenti asilo.

Di più. Le notizie di oggi dicono che il nuovo decreto immigrazione al varo del Consiglio dei Ministri cancellerà gli SPRAR. Come dire: non solo non vogliamo “negri”, ma nemmeno vogliamo dare a quei pochi che lo desiderano o ci riuscirebbero la possibilità d’integrarsi nella nostra società. Insomma, ho visto l’intera parabola. Siamo passati dall’accogliere tutti (o quasi) al rifiutare tutti (o quasi).

E in assenza totale della politica. Prima perché non si è mai voluti uscire dall’emergenza, lasciando che diventasse caotica gestione ordinaria, per incapacità forse, più probabilmente per mancanza di coraggio di fronte alle proteste di pancia della gente.

Adesso perché mi vergognerei a definire disegno politico l’esclusione dalle nostre vite di un’intera categoria di essere umani: rifiutare gli ultimi non è politica, è solo egoismo elevato a governo. A pagare saranno i meno colpevoli di tutti. Come sempre

Di Maurizio Onnis

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