venerdì 14 settembre 2018

Rassegna stampa 14 settembre 2018


Unione Sarda

I rischi del web Internet è una droga di  Gian Luigi Gessa

Tutte le specie animali per perpetuarsi devono nutrirsi, figliare e distruggere i propri nemici. Non farebbero questo se non provassero un irresistibile piacere nel farlo. Devono anche ricordare come ripetere queste esperienze gratificanti. Il piacere e il desiderio suscitati da sesso, cibo, vittoria su un pericoloso predatore sono sostenuti da sostanze chimiche, i neurotrasmettitori, prodotte e rilasciate dalle cellule nervose, i neuroni, nelle aree del cervello definite le aree del reward (piacere).

Nella sua storia millenaria l'uomo ha scoperto che alcune droghe (alcol, cocaina, morfina) riproducono in modo esagerato il piacere e il desiderio normalmente suscitati dagli stimoli naturali. Nel tempo, l'uomo ha inventato la distillazione dell'alcol, la pipa, la sigaretta, l'ago e la siringa, al fine di fare arrivare la droga nel cervello velocemente e in alta concentrazione, aumentandone gli effetti prodotti.

La capacità delle droghe di riprodurre in modo intenso e duraturo le stesse emozioni suscitate dallo stimolo naturale è alla base della loro capacità di produrre dipendenza. Questa è la risposta compensatoria da parte del cervello alla stimolazione intensa, ripetuta ed eccessiva da parte delle droghe: il centro del piacere diventa meno sensibile non solo all'effetto delle droghe, ma anche a quello dei neurotrasmettitori che ne veicolano l'azione.

Pertanto, diminuisce il piacere prodotto dagli stimoli naturali e quello evocato dalle droghe stesse. Rimane il desiderio del piacere iniziale e per ottenerlo è necessario aumentare l'assunzione della droga. Recentemente si è scoperto che stimoli naturali come l'assunzione di cibo (grassi e zuccheri), il gioco d'azzardo e certe attività sportive possono produrre, se praticate in modo eccessivo, una dipendenza definita di tipo comportamentale o no-drug . Questa dipendenza è mediata dalla stimolazione eccessiva dei centri del piacere da parte delle droghe endogene, quegli stessi neurotrasmettitori con cui le droghe esogene competono nella loro azione.

Negli ultimi decenni, l'uomo ha scoperto che la rete può diventare un mezzo insuperabile per attivare il centro del piacere. In realtà non è la rete che produce dipendenza ma alcuni dei suoi contenuti. Quelli più efficaci nel dare dipendenza sono gaming, gambling, social e porno/cybersex. La loro capacità di seduzione nasce dal fatto che la stimolazione virtuale riproduce in modo “sopranormale” quei comportamenti istintivi legati alla sopravvivenza della specie, sesso, vittoria su un nemico, vincita di denaro, prestigio.

Virtuali. Come nella dipendenza dalle droghe, anche quella da Internet è caratterizzata da malessere psicofisico e produce nella vittima le stesse nefaste conseguenze nei rapporti interpersonali, nel lavoro, nel rendimento scolastico. Inoltre, attraverso i moderni metodi di brain imaging è stato dimostrato che nella corteccia prefrontale dei dipendenti dalla rete sono rilevabili gli stessi deficit funzionali presenti nei soggetti dipendenti da cocaina, eroina, alcol, gioco d'azzardo e cibo. Questi deficit sono ritenuti responsabili della impulsività, compulsività e labilità emozionale di questi soggetti.

Un'importante differenza che rende Internet più insidioso delle droghe nel produrre dipendenza è che queste possono essere controllate dalla legge o dal costume: consumare alcol al lavoro è disdicevole o ti può mettere nei guai, mentre non esistono “astemi” nei confronti della rete e l'atteggiamento verso i soggetti dipendenti è di compiacenza, scetticismo o ignoranza sulla sua pericolosità sociale.

Una popolazione di utilizzatori della rete dovrebbe essere protetta: i bambini in genere, i bambini con problemi psicosociali e i soggetti vulnerabili per psicopatologie quali depressione, ansia e isolamento. I diabolici produttori di virtual reality games hanno reso questi contenuti particolarmente efficaci nel produrre dipendenza nei bambini e adolescenti: la partecipazione a questi giochi implica una continua presenza in rete. Lasciare anche per bisogni fisiologici porta penalità e perdita di punteggio. I produttori di questi programmi hanno interesse a negare i pericoli della rete come nel passato l'industria del tabacco contestava la pericolosità del fumo e le ricerche del suo legame con il cancro.

Gian Luigi Gessa

La Nuova

BERLUSCONI ORA NON SA COSA FARE
di LUCA ROJCH
Il cavaliere sembra una principessa. Nessun mantello o cavallo bianco
per guidare il suo popolo fuori dalle secche di un partito immobile.
Forza Italia nell'isola subisce l'effetto collaterale dello stand-by
che gli azzurri vivono a Roma. Fuori dalla maggioranza, destinati a
un'opposizione sussurrata. Perché i quasi alleati leghisti non possono
essere troppo maltrattati. Berlusconi temporeggia. Dovrebbe nominare
il coordinatore, si attende da luglio, dovrebbe indicare il candidato
governatore in Sardegna. Ma non accade nulla. Perché il partito sembra
avere smarrito una vera direzione.

E come l'asino di Buridano rischia
di morire di inedia perché non sa decidere.Nessuno lo dice, ma c'è il
timore che molti azzurri indossino la camicia verde, che il salvinismo
rampante travolga il credo berlusconiano dopo averlo cannibalizzato
dall'interno. Dal Popolo delle Libertà al populismo il passo sembra
essere brevissimo. Dopo avere spostato la rotta un po' più a destra.
"Stop ai migranti", "Prima gli italiani", "La passeggiata su Roma".
Sono le parole d'ordine del leghismo 2.0. Fino alle citazioni
mussolinane su facebook "Molti nemici, molto onore".

Scelte che
sembrano trovare il consenso popolare. Fino a far diventare la Lega il
primo partito in Italia, e a far scivolare sempre più in basso gli
azzurri. Davanti a questa Lega di governo che esalta il populismo e
ruba consensi e consiglieri a Forza Italia, il partito che da sempre
guida il centrodestra sembra non saper più reagire. Il "milione di
posti di lavoro" non incanta più. Sembra uno slogan ingiallito, senza
mordente. Gli elettori preferiscono la "ruspa",

il "Via al censimento
dei rom". Salvini sembra avere spostato più in là l'asticella del
politicamente scorretto. Tanto che "l'abbronzato" con cui Berlusconi
descrisse Barack Obama oggi fa quasi sorridere.E Forza Italia in
Sardegna sembra in sé tutto lo smarrimento del partito nazionale.
Sulla carta è il motore del centrodestra. Di un centrodestra che,
sondaggi alla mano, ha tutti i numeri per vincere alle Regionali.
Basta una coalizione larga e un candidato forte. Ma gli azzurri non
hanno ancora un volto. Pittalis, Nizzi, Cicu, Tunis, Zedda. Tutti nomi
che potrebbero avere la leadership.

Ma senza l'imprimatur da Arcore
tutto resta fermo. Perché il partito nell'isola è ancora bloccato da
veti contrapposti. La patina di un'armonia ritrovata tra le varie
anime viene grattata via alle prime difficoltà, o alle prime ipotesi
sulle candidature.E Forza Italia rischia di subire il sorpasso
all'ultimo miglio. La compagine Lega-Psd'Az, sempre più unita,
potrebbe diventare il primo partito del centrodestra. I sondaggi la
danno in crescita esponenziale. E potrebbero avanzare un loro
candidato governatore.

Il nome di Ines Pisano è molto più di
un'ipotesi. Magistrato di successo a Roma. Nata a Bosa, studi in
Sardegna, donna, volto nuovo della politica.Ora gli azzurri sperano
che in questo magma caotico irrompa ancora una volta il loro cavaliere
e con un blitz a Villa Certosa dia a Forza Italia un candidato
governatore e una guida.


Il deputato azzurro difende Forza Italia: «Partito vivo e attivo sul
territorio, grazie anche ai giovani»
Cappellacci: dimesso, ma resto coordinatore

SASSARIDimesso, ma non troppo. Ugo Cappellacci cerca di prendere in
mano il timone di Forza Italia. Da una parte ha ribadito che le sue
dimissioni da coordinatore regionale sono valide e irrevocabili,
dall'altra spiega che in ogni caso il ruolo da coordinatore lo
esercita in ogni caso. «Forza Italia ha un coordinatore regionale: il
sottoscritto - afferma -.

Pur avendo rimesso il mandato nelle mani del
presidente Berlusconi, sono coordinatore a tutti gli effetti e sono
operativo». Ma Cappellacci va oltre e contesta anche che esista un
impasse in Forza Italia in Sardegna. «Il nostro partito non è immobile
- afferma -, ma è pienamente attivo con un'opposizione quotidiana in
Consiglio regionale, con i suoi parlamentari, con centinaia di
amministratori locali operativi nel territorio. È presente anche fuori
dal Palazzo con azioni quali "la piazza delle idee", finalizzate a
raccogliere le proposte dei cittadini per rilanciare quel rapporto
immediato con la nostra gente, che è nel dna di Forza Italia». Il
deputato, ed ex governatore, indica anche dove attingere le forze
nuove per la rinascita del partito.

«Proprio nei nostri rappresentanti
delle comunità locali c'è quel "vivaio del rinnovamento" da cui
arrivato in questa fase un contributo straordinario di idee, di
progetti e di valori, ora organizzato in un vero e proprio
"laboratorio politico", aperto a tutti, che guarda non solo alle sfide
imminenti ma a proporre una nuova visione della Sardegna. Anche
durante questo cammino di avvicinamento alla sfida delle regionali,
Forza Italia lavorerà in continuità con questa azione di rigenerazione
del partito, di coinvolgimento delle comunità, di ritorno nelle vie,
nelle piazze, nelle case della Sardegna.

Con questo spirito aperto e
partecipativo stiamo dando un contributo alla nascita di un progetto
innovativo, coraggioso per la nostra isola e siamo interessati a
concordare con i potenziali alleati prima di tutto la lista delle
"cose da fare"».Cappellacci evita qualsiasi contrasto con l'altro
parlamentare azzurro Pietro Pittalis, che solo 24 ore prima si era
detto non più disponibile a fare il coordinatore.

L'ex governatore
sparge ottimismo, ma dalle sue dimissioni del 18 luglio il partito è
rimasto in attesa della nomina di un nuovo coordinatore. Nomina che
non è ancora arrivata. Si attendeva un'indicazione da parte del leader
nazionale Silvio Berlusconi. Ma fino a ora non è arrivata. Berlusconi
sembra più impegnato a gestire la fase complessa a livello nazionale.
E in questo quadro serve una leadership con una grande legittimazione
per portare Forza Italia alla guida della coalizione di centrodestra e
per discutere con gli alleati di candidature e programma.


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Federico Marini
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1 commento:

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