mercoledì 7 dicembre 2016

Regione: crisi Giunta e maggioranza, Lunedi' vertice con Pigliaru.



(AGI) - Cagliari, 7 dic. - In Sardegna impongono un'accelerazione del piu' volte rinviato rimpasto in Giunta regionale la valanga di No al referendum costituzionale, le dimissioni di due assessori (Affari generali e Agricoltura) in due giorni e l'uscita della maggioranza dei Rossomori, con consiglieri regionali Emilio Usula e Paolo Zedda. Lunedi' prossimo alle 15 e' stato convocato un incontro di maggioranza con il presidente Francesco Pigliaru. Si terra' in Consiglio regionale alla presenza dei soli consiglieri regionali, niente rappresentanti dei partiti.

E non ci si limitera' ad analizzare quel 72% di sardi che hanno detto No a una riforma per la quale anche Pigliaru e il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau si erano schierati. La maggioranza intende fare il punto sul programma di governo per rilanciare l'azione e riguadagnare la fiducia dei sardi. Saranno ridiscussi gli assetti dell'esecutivo e potranno saltare altri quattro o cinque assessori. E' gia' ricominciato il toto-nomi, dopo la pausa imposta dalla campagna referendaria e condizionata dalle fibrillazioni interne al Pd che ancora, da maggio, non ha un segretario regionale dopo le dimissioni di Renato Soru e si e' affidato al garante nazionale Gianni Dal Moro fino al prossimo congresso di gennaio. Intanto, la componente renziana guarda gia' a eventuali elezioni politiche anticipate. (AGI) Rob

Referendum: Sel, non e' voto su Regione ma ne terremo conto

(AGI) - Cagliari, 7 dic. - "Si e' votato sulla Costituzione democratica del nostro Paese, non sul Governo regionale, sui singoli partiti della coalizione o sul suo Presidente Francesco Pigliaru, al quale rinnoviamo la nostra fiducia e il nostro pieno sostegno, anche in relazione alle esternazioni volgari e fuori luogo di queste ore da parte di un centrodestra in crisi d'identita'  che rendono ancora meglio l'idea del livello di degrado raggiunto dallo scontro politico".

I consiglieri regionali di Sel Luca Pizzuto, Daniele Cocco, Francesco Agus ed Eugenio Lai che hanno fatto campagna per il No, analizzano cosi' l'esito del voto di domenica, a cominciare dall'elevata partecipazione considerata "un ottimo segnale". "Non condividiamo il giudizio espresso da altre forze politiche della maggioranza: per noi non esiste via diversa dalla responsabilita'", precisano i quattro esponenti di Sel. Sul risultato del referendum costituzionale, in cui ha prevalso nettamente il No, "in Sardegna ha pesato in maniera determinante il tema dell'Autonomia e della sua difesa di fronte a ogni potenziale riduzione". "I sardi, in maniera molto piu' decisa rispetto al resto del Paese, hanno dimostrato di preferire un sistema decentrato ai rischi dell'accentramento, un Parlamento piu' forte rispetto a uno con un peso maggiore dell'esecutivo, un rafforzamento delle autonomie locali. Terremo conto di questi indirizzi nei prossimi anni al governo della Regione".

"Dietro il risultato, tuttavia, ci sono motivazioni che esulano dal testo della riforma e spinte populistiche molto simili a quelle che hanno portato il Regno Unito fuori dalla Ue o gli Stati Uniti da Obama a Trump. Su queste occorre vigilare e mettere in atto politiche forti per il contrasto dei problemi sociali e della disoccupazione e per l'aumento della qualitA  dei servizi pubblici", sostengono i quattro esponenti della maggioranza. "L'unico modo per evitare che a parlare sia la pancia del Paese e' lavorare per risolvere le situazioni a monte della disillusione e della delusione dei cittadini. Le strumentalizzazioni sono da evitare. Sbaglia chi pensa di avere dalla sua parte il 40% del Paese pronto a votare alle elezioni politiche, sbaglia chi in Sardegna strumentalizza e personalizza il risultato del referendum a proprio uso e consumo". Secondo Pizzuto, Lai, Cocco e Agus, "il centrosinistra sardo nel prossimo futuro deve ripartire".

"Su questi temi abbiamo avuto ampia rassicurazione dal Presidente, dalla lotta alla poverta' e alle disuguaglianze e dalle politiche del lavoro per i giovani e per i meno giovani della nostra terra", aggiungono i quattro consiglieri. "Il voto di domenica ci parla di un Paese e di una Regione dove i problemi sociali rischiano di spianare la strada ai populismi xenofobi o qualunquisti. A nostro dovere lavorare per la ricostruzione anche a livello nazionale di un centrosinistra capace di avere al centro del proprio operato la risoluzione dei problemi sociali". (AGI) Red/Rob

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Federico Marini

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