lunedì 13 agosto 2018

E’ cominciata la grande mostra di Nurnet. Alcune immagini e breve presentazione.




Il 10 Agosto 2018  è stata inaugurata la Mostra esposizione che Nurnet ha organizzato sulla CIviltà sarda, presso i locali della stazione Marittima di Cagliari.  Abbiamo incontrato Giorgio Valdes (vicepresidente Nurnet)  e tanti altri amici fra cui, Lello Corti,  Chiara Vigo, Andrea Loddo,  Giuseppe Cabras, Antonio Palumbo. Nel corso della giornata sono intervenuti diversi organi di stampa fra cui  RAI Tre che ha intervistato Giorgio Valdes e Andrea Loddo. La manifestazione si protrarrà fino al 30 dicembre, salvo eventuali proroghe, in considerazione del successo che ci si augura possa avere.

Il motivo è semplice. Per la prima volta la civiltà sarda viene comunicata in modo essenziale, semplice e diretto, facendo parlare le immagini i pannelli e i manufatti che con le loro forme e colori comunicano più di ogni altra parola e, soprattutto, più che i titoli delle persone che presentano. Certo non mancano i pannelli didascalici in italiano e inglese e le più essenziali informazioni ma questi sono solo di completamento. Ciò che colpisce il visitatore è come è stata allestita e curata l’esposizione.

La regia è un invisibile filo identitario, come un “filo di Arianna”  che si sviluppa nei secoli, all’interno della struttura espositiva,  senza soluzione di continuità; identità che oggi, più che mai, si avverte la necessità di ritrovare. La mostra, dunque, rappresenta un primo esempio di come proporre e promuovere la nostra cultura, senza fare uso di possibili cataclismi o di verità assolute del saccente studioso. Essa costituisce un momento  di analisi e un motivo di riflessione e di (re) interpretazione sulle grandi testimonianze e sulla cultura lasciateci dagli antichi popoli della Sardegna.

Una mostra che, più che mostrare verità, esalta il senso critico ponendo sani e legittimi dubbi che danno vita a domande e proposte. Inoltre si deve segnalare che questa lodevole iniziativa non beneficia di alcuna contribuzione pubblica e in un ambito turistico e culturale regionale, dentro il quale solitamente non si nuove foglia se non c’è denaro pubblico che voglia, ciò appare decisamente lodevole.

Di Roberto Copparoni




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