martedì 28 agosto 2018

Questa tragica danza gialloverde avrà il suo sipario. Di Lucia Chessa.




Guardo con grande sconcerto, e sinceramente con rammarico, i tentativi dei leader del Movimento 5 stelle di avallare, giustificare, argomentare le scelte del ministro Salvini. Tristi arrampicate sugli specchi e discese in equilibrio, per giustificare un linguaggio razzista, una esibizione bullesca senza prospettive politiche e senza vie d’uscita, un proliferare di ronde leghiste, una scorrettezza sostanziale a volte sopra e a volte sotto traccia che niente ha a che vedere con la necessità di governare i flussi migratori e di intervenire doverosamente sull’indegno business che in Italia si è organizzato attorno alla cosiddetta accoglienza.

Niente con la necessità di valutare politiche di integrazione, di produrre posizioni chiare sui campi libici, di porre all’attenzione dell’Europa, se non altro, l’origine dei traffici di esseri umani. Mi chiedo se trattasi di impossibilità di uscire degnamente dal vicolo cieco dell’alleanza con la lega (impropriamente e furbescamente chiamata contratto).

Oppure se trattasi di una pericolosa fluidità di un movimento con pochi principi e pochi valori che lo rende capace di adeguarsi a tutto, se trattasi del più spinto machiavellismo di tutti i tempi per cui il fine giustifica ogni mezzo, se trattasi di banalissima volontà di conservare poltrone comode, se trattasi di incapacità a leggere la gravità di quanto accade o, com’è probabile, se sono presenti, in varia misura, tutte queste componenti.

Penso che l’Italia si stia incamminando su una china pericolosa sostenuta da questo mix strano color giallo-verde di cui non conosciamo, ma intuiamo, gli esiti nefasti. Con un Partito Democratico completamente screditato e per ciò impossibilitato a rappresentare un argine e una destra tradizionale schiacciata in un angolo dal salvinismo. A chi dissente e protesta, e tra queste io, usate rispondere con un ricorrente “lasciateli lavorare” espressione della quale stento a comprendere il senso: intanto perché sono al governo ed hanno tutti gli strumenti, se vogliono, per lavorare, secondo perché la democrazia non prevede unanimità e quindi sarà meglio che vi abituiate, terzo perché non saremo noi che protestiamo a far cadere questo governo.

Sarà la Lega al momento del suo massimo consenso e a quel punto sarà chiara la responsabilità enorme che voi, 5 stelle, vi siete assunti stendendo questo tragico tappeto rosso su cui state lasciando, da solo, danzare Salvini.

Lucia Chessa

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