giovedì 16 agosto 2018

Rassegna stampa 15/16 Agosto 2018


Casapound al Poetto contro gli abusivi

CAGLIARI. Dopo Ostia anche a Cagliari è andata in scena una manifestazione dei militanti di CasaPound contro i venditori abusivi. Il primo passo dei militanti del partito di estrema destra è stato compiuto con l'affissione di Centinaia di manifesti nel lungomare del Poetto: «No merce contraffatta, no venditori abusivi: non finanziare la truffa e lo schiavismo». A Ostia i militanti, non si capisce in base a quale autorità, avevano anche provveduto ad allontanare dalla spiaggia un venditore di cocco.

A Cagliari gli aspiranti sceriffi del mare non sono arrivati a tanto e si sono limitati a un modesto defilè sfoggiando le pettorine rosse che si erano già vista proprio sul lido di Ostia. «L'obbiettivo è denunciare questa pratica illegale - afferma Luca Sardara, coordinatore cittadino del movimento, riferendosi al presunto commercio illegale - che raggiunge il picco ogni anno nel mese di agosto con l'aumento del numero dei turisti, ma vogliamo anche sensibilizzare i bagnanti e i frequentatori del lungomare a non acquistare prodotti contraffatti, per evitare di sostenere il commercio illegale di prodotti che danneggiano la nostra economia e che spesso affonda le proprie radici nella criminalità».

I militanti hanno annunciato altre iniziative: «CasaPound - conclude Sardara - continuerà a battersi in tutta Italia contro l'abusivismo che danneggia le economie locali e nazionali, portando l'attenzione su queste tematiche in modo da boicottarle sia grazie a un secco "no, grazie" da parte dei bagnanti, sia tramite l'intervento delle autorità preposte».



UNIONE SARDA

Oppi: «Questa Giunta ha sfasciato la sanità sarda»
Il leader Udc: salvo solo Erriu e Paci. «Il centrodestra unito può vincere»

Potrebbe vivere la quarta esperienza in Consiglio regionale il leader
dell'Udc, Giorgio Oppi, anche se «ci sto ancora pensando». L'ex
assessore alla Sanità pronostica una vittoria del centrodestra alle
regionali, «solo se si presenta unito», apre le porte al leader di
Unidos, Mauro Pili e, dell'attuale Giunta, promuove soltanto gli
assessori Cristiano Erriu e Raffaele Paci.

Si candiderà alle regionali?
«Non lo so, sto valutando la situazione. Inizialmente non volevo
farlo, ma molti me lo chiedono. Ne parleremo con i dirigenti del
partito e poi deciderò».

Se venisse eletto che numero di legislatura sarebbe?
«Quattro».

Le fischiano le orecchie quando sente parlare di rinnovamento?
«No assolutamente. Non sono gli anni, ma la vitalità che ognuno
esprime. Un rinnovamento ci vuole ma servono anche competenza ed
esperienza».

I giovani hanno più energia.
«Sono uno dei pochissimi che sta in Consiglio regionale dal lunedì al
venerdì, rispetto a molti che ci vanno solo per due giorni».

L'Udc sarà col centrodestra?
«Il nostro obiettivo è l'unità della coalizione. Il centrodestra, se
si presenta unito, può vincere le elezioni».

I confini sono già delineati o c'è spazio per nuovi ingressi?
«Dobbiamo cercare di recuperare figure di un certo livello. Mi viene
in mente il leader di Unidos, Mauro Pili, che porta avanti tante
battaglie per l'Isola come pochi fanno».

Sarebbe un problema se fosse la Lega a guidare la coalizione?
«No. La lega in questo momento, anche in Sardegna, sta andando molto
bene. Del resto non può essere sempre Forza Italia a guidare la
coalizione in Regione, come ha fatto per 25 anni. L'importante è che
ci sia una persona valida, gradita e che sappia parlare con la gente».

L'Udc come si presenterà?
«Non abbiamo ancora deciso. In Sardegna la componente identitaria è
fondamentale e potremmo decidere di presentarci con una formula
diversa».

Le piacciono i nomi che circolano sui probabili candidati?
«Non tutti sono in grado di ricoprire un incarico di così grande
prestigio. In ogni caso la coalizione discuterà, lo farà in Sardegna e
sceglierà il candidato migliore».

Con le primarie?
«Servono relativamente e danno vita a giochi incrociati».
Il Movimento 5 Stelle la preoccupa?
«Non penso farà lo stesso risultato delle politiche. Con le preferenze
gli equilibri cambiano e la gente sceglie le persone».

Quante possibilità ha il centrosinistra?
«Poche. Questa legislatura ha determinato uno sfascio della
coalizione. La gente è molto scontenta».

Qual è la pecca più grande?
«La sanità. Un totale fallimento sui territori, negli ospedali mancano
personale e medicinali. La Asl unica non funziona e la rete
ospedaliera non è applicata. Sono state dette molte bugie».

A cosa si riferisce?
«Al Mater Olbia, che non aprirà nemmeno entro l'anno».

Quando lei era assessore andava meglio?
«Nel 2001 il ministro Veronesi ci aveva dato oltre 700 miliardi di
lire per intervenire sugli ospedali. La gente era più contenta».

Chi promuove della Giunta?
«L'assessore Erriu è una persona seria e sa mantenere un buon rapporto
anche con l'opposizione. Un altro assessore capace è Paci».

L'antipolitica è un problema?
«C'è una protesta diffusa. Però, vorrei ricordare che la Sardegna è
una delle regioni che ha tagliato maggiormente le spese del Consiglio
regionale. Gli incarichi non sono retribuiti, non abbiamo
collaboratori ma persone mandate da altri enti».

Alle prossime regionali ci sarà la doppia preferenza di genere. Spera
ci siano più donne in Consiglio?
«Avere quattro donne su sessanta consiglieri non è certamente
dignitoso. Io spero siano di più rispetto a ora».

Garantire l'uguaglianza di genere nelle liste è difficile?
«Per i partiti più piccoli sì. È un aspetto che non agevola».

Il suo partito si sta organizzando?
«Stiamo lavorando per fare liste competitive, tenendo conto anche
della parità di genere. Puntiamo ad avere una nostra rappresentanza in
Consiglio regionale e dobbiamo lavorare tanto per confermare gli
ottimi risultati delle ultime amministrative».
Matteo Sau

«Accise, uno scippo da 3 miliardi» I Riformatori: rivedere il calcolo
delle imposte sui carburanti
La battaglia sull'interpretazione dello Statuto sardo riceve
l'appoggio di Forza Italia e Pd

Un «tradimento» da parte dello Stato che vale circa 3 miliardi di euro
all'anno, negati alla Regione. É questo il tesoretto delle accise sui
prodotti petroliferi che vengono portate via dalla Sardegna e per cui
i Riformatori hanno deciso di riprendere la battaglia. Ieri mattina a
Cagliari, gli esponenti del partito hanno illustrato la situazione:
l'obiettivo è ribaltare il calcolo, che viene effettuato sul
carburante consumato nell'Isola, invece che su quello prodotto. Pronta
una lettera indirizzata a Luigi Di Maio e Matteo Salvini con la
richiesta di un confronto per sbloccare la situazione.

ALLEANZE «Questo sarà un tema chiave della campagna elettorale»,
spiega il coordinatore regionale, Pietrino Fois, «qualsiasi candidato
dovrà fare i conti con un bilancio vuoto e con un diritto negato». La
politica sarda vuole riprendere in mano questa battaglia, congelata
negli ultimi anni, per riportare nell'Isola una quota importante di
risorse.

IL NODO Il primo corto circuito è contenuto nell'articolo 8 dello
Statuto sardo che, dopo la vertenza entrate, riconosceva alla Sardegna
anche i 9/10 delle imposte di fabbricazione su tutti i prodotti. Nel
2016, la commissione paritetica modifica le norme di attuazione di
questo articolo determinando il calcolo delle accise sulla base dei
prodotti consumati nel territorio regionale. Per questo motivo, Franco
Meloni (Centro studi dei Riformatori) va all'attacco: «Il governo ha
imposto alla Giunta questo dettaglio, inoltre, l'accordo tra Pigliaru
e il ministro Padoan, ha fatto sì che la Regione rinunciasse a tutti i
ricorsi. Una scelta scellerata».

LE SENTENZE Nel 2014, l'ultima finanziaria fatta dalla Giunta guidata
dall'allora presidente Ugo Cappellacci, inserì un miliardo di euro di
accise a bilancio. Il governo impugnò l'articolo e la Corte
Costituzionale diede ragione allo Stato. Eppure, in una sentenza
riguardante la Sicilia «la Corte Costituzionale ha dato ragione alla
nostra teoria», spiega Franco Sergio Pisano, «per questo vogliamo
continuare in questa battaglia di tutti i sardi».

L'APPELLO A evidenziare l'aspetto politico della questione è l'ex
deputato Pier Paolo Vargiu: «Quando abbiamo posto il problema delle
accise, tutte le forze politiche votarono a favore, poi qualcuno si è
sganciato». Il capogruppo in Consiglio regionale, Attilio Dedoni,
accusa la Giunta di aver «mortificato tutta la Sardegna, rinunciando a
battaglie fondamentali».

PRECURSORI Il deputato di Forza Italia, Ugo Cappellacci, dice: «La
finanziaria in cui venne inserita la cifra sulle accise era della mia
Giunta, una nostra iniziativa». Per il parlamentare azzurro quella
delle accise è «la madre di tutte le battaglie».

SOSTEGNO Arriva l'appoggio anche da parte del segretario regionale del
Partito democratico, Emanuele Cani, pronto a fare un fronte comune su
«questioni che possono riguardare nel complesso gli interessi dei
sardi e della Sardegna». Da questo punto di vista «il Partito
democratico è pronto ad aprire un confronto senza nessuna remora».

«ALTRE BATTAGLIE» Il presidente della prima commissione Autonomia,
Francesco Agus, sottolinea che «l'articolo 8 dello Statuto andrebbe
completamente riscritto», e poi precisa: «Sarebbe meglio concentrarsi
su battaglie in cui l'orientamento della Corte Costituzionale è più
favorevole». Una di queste riguarda «i fondi per gli enti locali per
cui è necessario ritrovare l'unità».

PRUDENZA Il vice coordinatore regionale della Lega, Dario Giagoni, è
prudente sulla battaglia perché «è una questione che verificherà il
ministro dell'Economia». Poi, è innegabile che «il governo sarà
sensibile sul tema, a prescindere dai partiti che se porteranno avanti
la battaglia».
M. S.

LA NUOVA

Soddu contro Salvini: «Proclama xenofobo»
Il sindaco di Nuoro sulla vicenda della pensionata derubata da una rom
«Parlando di "ruspe" il ministro alimenta tensioni. Pensi ad aiutare i Comuni»

SASSARI
Altro che democratica e pacifica ruspa. Per il sindaco di Nuoro,
Andrea Soddu, le parole utilizzate dal ministro dell'Interno Matteo
Salvini per commentare la vicenda della pensionata di Sassari derubata
della pensione da una giovane rom all'interno di un ufficio postale
«non fanno che alimentare tensioni e inducono nei cittadini la
tentazione di farsi giustizia da soli». Non le manda a dire il sindaco
di Nuoro, nonché presidente del Consiglio delle Autonomia locali della
Sardegna, che attacca di petto Salvini.

«Non è con disgustosi proclami
xenofobi dati in pasto ai social che l'Italia diventerà un paese più
sicuro. Non è soffiando sul fuoco della tensione sociale e alimentando
un'assurda guerra tra poveri che le nostre città diventeranno più
vivibili, isolando la delinquenza che non ha etnia, nazionalità o
religione come invece ci vuol far credere». Continua Soddu: «È ora che
Salvini inizi a ricoprire con capacità ed equilibrio l'incarico che il
presidente del consiglio Conte gli ha assegnato. Il responsabile del
dicastero del Viminale ricopre un ruolo di grande responsabilità,
perché lui per primo dovrebbe tutelare l'ordine pubblico e la
sicurezza nel paese».

Soddu invita poi il ministro «a fare il
ministro». «Salvini si occupi di garantire una sufficiente presenza di
forze dell'ordine, fornendo loro i giusti mezzi per essere operativi,
noi sindaci che lavoriamo quotidianamente sui territori, interagendo
con prefetture, questure e commissariati, sappiamo bene quelle che
sono le criticità a cui devono far fronte. Alimentare tensioni con
proclami razzisti è inutile e addirittura controproducente. In questo
modo si legittima il cittadino a farsi giustizia da solo, come è
capitato nei giorni scorsi a Ostia, quando un gruppo appartenente ad
una organizzazione di estrema destra si è sostituita alle forze
dell'ordine senza che il ministro abbia speso una parola per un atto
che oltre violento è illegale».

Infine, Soddu dà qualche suggerimento
al ministro. «Non voglio essere troppo presuntuoso ma se Salvini vuole
essere d'aiuto alle nostre comunità prenda in mano la situazione
accelerando l'iter dei protocolli avviati dagli enti locali con il suo
predecessore per una maggiore sicurezza. Investa sulle politiche di
integrazione e si faccia carico dell'increscioso atto di forza del
governo che vorrebbe cancellare i finanziamenti del bando delle
periferie, misura su cui noi comuni abbiamo investito tanto per un
futuro migliore delle nostre città».

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Federico Marini
skype: federico1970ca



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