venerdì 24 agosto 2018

Rassegna stampa 24 Agosto 2018


La Nuova Sardegna

Solinas (Psd'Az) strizza l'occhio ai grillini
Il senatore a Porto Cervo con il ministro Savona: «Per le Regionali
puntiamo a una grande alleanza»

di Dario Budroni
INVIATO A PORTO CERVO

Le polemiche e i malumori interni non lo scalfiscono. Christian Solinas è sicuro che il Psd'Az insieme alla Lega andrà molto lontano. Talmente lontano da finire dritto al governo della Regione. Insomma, l'asse sardoleghista sarà riproposto anche alle regionali del 2019. Bisogna però capire con quali alleati. Le opzioni del segretario e senatore sardista sono due. Questa la prima, forse la più scontata: «Il centrodestra potrebbe essere sensibile al nostro programma». Poi la seconda, più azzardata: «Non me la sento però di escludere una riproposizione dell'attuale contratto di governo».

In altre parole, una alleanza con il Movimento 5 stelle sardo. Impossibile? Si vedrà. Intanto delle espulsioni delle ultime settimane, come quella della segretaria del circolo olbiese Lidia Fancello, ostile a Matteo Salvini, Christian Solinas preferisce non parlare. Il senatore si lascia solo sfuggire che nel partito c'è «l'esigenza di una crescita ordinata».Testa verso le Regionali. Solinas si è ritrovato vicino di poltrona del ministro Paolo Savona, nella piazzetta di Porto Cervo, durante l'incontro organizzato da Confindustria Sardegna, presieduta da Alberto Scanu.

Il segretario del Psd'Az, intervistato da Bruno Vespa, ha detto che l'alleanza con la Lega porterà grandi benefici all'isola. «Quello con la Lega è stato un ritrovarsi sulla base di un solco comune. Tutto si basa su un insieme di punti fondamentali per l'isola, a cominciare dalla continuità territoriale - spiega Solinas -. A febbraio si vota per le Regionali e io credo che si debba proporre un grande progetto di governo per la Sardegna. L'idea è quella di aggregare una coalizione attorno a un programma sovranista e autonomista».

Per gli alleati si vedrà. Il centrodestra o i 5 stelle. E proprio ai grillini Solinas riconosce di aver raccolto, anche in Sardegna, «il malcontento delle persone. Lega e 5 stelle hanno avuto la grande capacità di ricondurre la protesta nell'arco costituzionale». Il ministro Savona. Paolo Savona, il cui nome aveva rischiato di far saltare ogni ipotesi di governo per via delle perplessità del capo dello Stato, a Porto Cervo si è raccontato al microfono di Vespa. Ha spiegato cosa intendeva lui per piano B, cioè l'eventuale uscita dall'euro. «Un piano B esiste sempre, nelle banche e anche nelle famiglie - dice il ministro per gli Affari europei -.

Innanzitutto esiste sempre un piano A, ma siccome le cose potrebbero andar male è fondamentale non farsi cogliere impreparati. Il Financial Times aveva detto che anche la Germania ne aveva uno. Una cosa è averlo e un'altra è utilizzarlo per voler uscire». Poi una battuta sull'alleanza di governo: «Il 4 marzo c'è stata una rivoluzione. Bisogna rispettare le forze che hanno vinto e aiutarle a governare».



Unione Sarda 24 agosto 2018

Kaboom e Radio Radicale
Una notte di politica oggi a Siniscolacon Cucca e Labate

Lo slogan, che richiama la lezione di Luigi Einaudi e di Marco
Pannella, è “Conoscere per deliberare”, e l'appuntamento è oggi dalle
21 in piazza Garibaldi, al porto di Siniscola, per la “Notte bianca
della politica” promossa dall'associazione Kaboom con Radio radicale.
Quattro le discussioni dalle 21 alle 22 “Come funziona il Parlamento”
col senatore Giuseppe Luigi Cucca; “Come funziona il Consiglio
regionale” col consigliere Franco Sabatini; “Come funziona la tortura”
con Elisabetta Zamparutti (Comitato Prevenzione Tortura del Consiglio
d'Europa); “Come funziona il carcere” con Rita Bernardini
(coordinatore della Presidenza del Partito Radicale). Dalle 22.00 alle
23.00 dibattito sulla comunicazione politica col direttore di Radio
Radicale Alessio Falconio, il giornalista di La7 Tommaso Labate e la
giornalista Angela Rodicio (TvE).

Dalle 23.00 a mezzanotte “Come funziona il Comune”, con i sindaci di
Bitti (Giuseppe Ciccolini) e Iglesias (Mauro Usai); “Come funziona la
Provincia”, con l'ad della Provincia di Nuoro Costantino Tidu; “Come
funziona il fine vita”, con Maria Antonietta Farina Coscioni
(presidente Istituto Luca Coscioni); “Come funziona la legislazione
antimafia”, con Sergio D'Elia (segretario di Nessuno tocchi Caino).

Ma l'idea anti-spopolamento del ministro Salvini convince solo in
parte la politica sarda. Paradiso fiscale per la terza età Il progetto: zero tasse ai pensionati se si trasferiscono nell'Isola

In soli tre anni, dal 2014 al 2017, ha perso il dieci per cento dei
suoi abitanti, e recentemente l'Unione Europea l'ha declassata da
regione “in transizione”, ovvero tra quelle con un Pil compreso tra il
75% e il 90% della media Ue, a regione «meno sviluppata», cioè con un
Pil inferiore al 75%. Alla Sardegna non mancano certo i requisiti
negativi previsti dal piano della Lega per rivitalizzare l'economia
del Meridione, di cui ha fatto cenno nei giorni scorsi il segretario
Matteo Salvini . E ora il governo, scrive Repubblica, è pronto a
discuterlo.

LE MISURE Dieci anni a zero tasse per pensionati italiani o stranieri
che decideranno di trasferire la residenza fiscale in Sicilia,
Calabria, e, appunto, nell'Isola. Obiettivo: portare nelle tre regioni
seicentomila abitanti nei prossimi 3-4 anni. Unico obbligo: viverci
sei mesi e un giorno all'anno.

Il progetto si chiama Zes-Aas perché alle zone economiche speciali
abbina un progetto di «alta accoglienza sociale». A settembre la
Giunta Pigliaru approverà un Piano strategico per l'istituzione della
Zes da 2.770 ettari: sarà una zona “a rete”, che coinvolgerà i sei
porti di Cagliari, Portovesme, Olbia, Porto Torres, Oristano e Arbatax
con le zone retroportuali.

Sardegna come Portogallo, dunque? Il modello del Paese preferito dai
pensionati sembra però difficile da replicare. I Comuni delle tre
regioni dovranno assicurare infatti una certa efficienza: raccolta
differenziata, decoro urbano, un sistema sanitario di base in linea
con quelli di Emilia Romagna, Veneto e Lombardia. «L'idea va sostenuta
- premette il deputato di Forza Italia Pietro Pittalis - ma visto che
nel nostro caso lo spopolamento riguarda soprattutto le zone interne,
non si può non dire che prima occorre un massiccio intervento sulle
infrastrutture, rete viaria e ferroviaria in primis». Insomma, vanno
create le condizioni perché «avremo anche un mare e una natura
straordinari, ma mancano tutti i servizi».

PRIMI DUBBI Anche un deputato del Movimento 5Stelle, Alberto Manca ,
nutre dei dubbi: «È una proposta da valutare con molta attenzione,
certo per prima cosa io punterei a evitare che vadano via i giovani, o
comunque a incentivare il loro ritorno, perché ormai chi si forma
fuori dalla Sardegna difficilmente rientra».

Poi c'è il problema del
sistema sanitario: «Persone di una certa età richiedono strutture di
alto livello», aggiunge Manca. La Sardegna è in grado di garantirle?
«In effetti - riflette il parlamentare sardo della Lega, Guido De
Martini - se un sistema in linea con quello lombardo è una
precondizione, non sarà facile». Comunque «il piano rappresenta
un'opportunità, potrebbe avere un impatto importante sull'occupazione
locale».

Il più scettico è il presidente regionale dell'Anci, Emiliano Deiana
(Pd): «Un'unica medicina contro lo spopolamento non basta, serve un
mix ben dosato di interventi». Prima cosa da fare «è mantenere qui i
nostri giovani». Come? «La Lega potrebbe pensare di finanziare in
maniera più consistente il programma di Resto al Sud ed estenderlo
agli over 35 anni, creare per loro e per le loro famiglie una free
zone fiscale per dieci anni».

Altra cosa da fare, secondo il sindaco di Bortigiadas, è «far tornare
al sud e in Sardegna i giovani che sono partiti, dare loro la speranza
che si può vivere, lavorare e produrre anche nelle aree marginali del
Paese». In terzo luogo, «mettere al centro dell'agenda politica la
crisi demografica, e gli investimenti sulle famiglie: assegni per i
figli di quelle che vivono o si trasferiscono nei paesi spopolati per
i primi dodici anni di vita».

La proposta della Lega, invece, «pecca
di una clamorosa semplificazione: il Sud e la Sardegna sono viste solo
come terra di vacanza, mentre sono luoghi che hanno fame di vita e di
futuro. Servirebbe pertanto una politica vera per le aree interne, per
i paesi e per le montagne, e magari un ministero ad hoc».
Roberto Murgia

Peculato, indulto per Ladu Fondi ai gruppi: l'ex consigliere regionale
non andrà in carcere
Su richiesta della difesa il giudice dell'esecuzione applica uno
sconto di tre anni sulla pena

Appena passata in giudicato la condanna, l'ex consigliere regionale
Silvestro Ladu toglie il classico coniglio dal cilindro e cambia il
finale previsto (l'ingresso in carcere) dopo i 5 anni di reclusione
inflittigli nel processo per peculato sui fondi ai gruppi. E ora la
stessa strada potrebbe essere intrapresa e rivelarsi fondamentale per
tutti i suoi ex colleghi giudicati colpevoli dello stesso reato.

CONDANNA La sentenza è diventata definitiva a giugno, quando la
Cassazione ha ritenuto inammissibile il ricorso presentato
dall'avvocato difensore Pietro Longo: l'ex rappresentante del Gruppo
misto (tra il 2004 e il 2009) avrebbe dovuto cominciare a scontare la
pena ma all'ultimo momento si è trovata una strada che porta lontano
dalla cella.

L'avvocato Massimo Delogu, il cui padre Mariano prima di
morire aveva assistito l'ex consigliere, ha scoperto che Ladu poteva
sfruttare la legge 241/2006 varata dal Governo dell'Ulivo: l'indulto,
cioè, predisposto dal ministro Clemente Mastella e approvato dal
Senato nel luglio di dodici anni fa con 245 sì, 56 no e 6 astenuti.
Erano previsti 3 anni di sconto per chi avesse commesso reati (esclusi
alcuni specificamente indicati) prima del 2 maggio di quell'anno. Il
peculato rientrava tra le violazioni che potevano usufruire del
taglio. Poche settimane fa la Corte d'appello di Cagliari ha accolto
la richiesta del difensore e provveduto alla decurtazione: a Ladu,
sotto accusa per spese illecite di denaro pubblico nel corso della
tredicesima legislatura (oltre 250 mila euro in cinque anni), restano
da scontare solo due anni, fuori dal carcere.

GLI ALTRI L'intuizione è arrivata studiando da capo tutte le carte
dell'inchiesta e in brevissimo tempo, perché dal momento in cui la
decisione è passata in giudicato a quella del ricorso sono trascorsi
pochi giorni. E adesso non è azzardato ritenere che altri ex
consiglieri possano seguire la stessa strada. Al momento sono
definitive le sentenze di colpevolezza per Adriano Salis, ex Idv, un
anno e mezzo, e Beniamino Scarpa, ex Psd'Az, 4 anni e mezzo.
Quest'ultimo si è già mosso attraverso l'avvocato Franco Luigi Satta
ed è in attesa che il Tribunale fissi l'udienza.

IL REATO PIÙ GRAVE Delogu ha passato al vaglio ogni singola
imputazione puntando su un episodio specifico. Il suo assistito doveva
spiegare la finalità («e non lo ha fatto», ha detto più volte il pm
Marco Cocco, tesi confermata in tre gradi di giudizio) dei pagamenti
sostenuti, «spesso in contanti», per viaggi e acquisti «a Vienna,
Budapest, Madonna di Campiglio» e in uno dei negozi più conosciuti del
capoluogo sardo, per pranzi, rifornimenti di carburante e sensori anti
urto sulla sua Audi.

Ma l'episodio più eclatante era stato lo spuntino
di Sedilo da 10.500 euro con 2.500 ospiti e «la vitella grassa» finita
al centro dell'attenzione dei commensali durante uno degli incontri
organizzati, secondo l'imputato, a sostegno dell'attività del suo
gruppo politico. Questa contestazione era la più grave tra tutte
quelle mosse dalla Procura in quanto si trattava dell'esborso più
elevato. E proprio quella, però, è stata la salvezza di Ladu. Da lì si
parte infatti per individuare la pena base del reato (4 anni) cui poi
seguono le altre in continuazione (un altro anno in tutto). Quel
“banchetto” era stato organizzato nel 2004, periodo coperto
dall'indulto, così Delogu dopo il pronunciamento della Cassazione si è
rivolto al giudice dell'esecuzione di Cagliari chiedendo
l'applicazione della legge per evitare la carcerazione.

La pratica è
passata alla Corte d'appello che, valutate le carte, ha accolto la
domanda ed eliminato tre anni di pena dai 4 iniziali.
IL SECONDO PROCESSO Per Ladu tuttavia il percorso giudiziario non è
concluso: a suo carico resta un secondo processo per un'identica
ipotesi di reato commessa, secondo il pm, quando il politico era
tesoriere di Fortza Paris (stessa legislatura) e aveva speso in
ipotesi illecitamente (per fini privati) altri 4.500 euro.

Inoltre è stato già condannato in sede contabile in primo grado (si attende
l'Appello) alla restituzione di oltre 250 mila euro di fondi destinati
ai gruppi ma utilizzati per soddisfare esigenze personali piuttosto
che, come sarebbe dovuto essere, le molteplici finalità istituzionali.
Andrea Manunza

La Nuova

Isola no tax per i pensionati la Lega: così la ripopoliamo

L'idea: convincerli a trasferirsi in Sardegna. L'Anci: pensiamo ai giovani
Isola no tax per i pensionatila Lega: così la ripopoliamo

di Silvia Sannaw SASSARIL'idea non è originalissima, visto che da
altre parti (Portogallo per esempio) lo fanno già e anche in Sardegna
qualcuno ci aveva già pensato: l'ipotesi di ripopolare i piccoli paesi
con i pensionati di altre regioni o nazioni è contenuta in due
proposte di legge, una firmata da Giuseppe Ciccolini, consigliere
regionale Pd e sindaco di Bitti, l'altra dai Riformatori. Questa
volta, a rilanciare l'idea del paradiso fiscale nell'isola è la Lega,
con il progetto "Zes-Aas".

Che tradotto significa "Alta accoglienza
sociale nelle zone economiche speciali", quelle cioè che per la loro
condizione economica difficile beneficiano di incentivi. Come la
Sardegna.La triade. La nostra isola rientra nella triade individuata
dal governo giallo verde, che comprende anche la Sicilia e la
Calabria. Il piano prevede zero tasse per dieci anni per i pensionati
che decideranno di trasferirsi nei paesi a rischio spopolamento:
dovranno stabilire la residenza e viverci per almeno 6 mesi e un
giorno all'anno. L'obiettivo è questo: fare lievitare il Pil, fare
girare l'economia dei territori.

Un primo calcolo è stato già fatto:
attraverso l'innesto di 600mila pensionati nelle tre regioni tax free
il Pil nazionale crescerebbe dell'1% per una cifra pari a 18 miliardi.
I requisiti. Ci sono delle condizioni però: i paesi ospitanti non
devono avere più di 4mila abitanti e soprattutto, devono dimostrare di
essere vittime di uno spopolamento incalzante al punto da avere perso
negli ultimi dieci anni almeno il 10 per cento dei residenti. In
Sardegna, dove la stragrande maggioranza dei Comuni ha meno di 5mila
abitanti e secondo le stime circa 30 scompariranno entro i prossimi 60
anni, ci sarebbe l'imbarazzo della scelta.

A patto che questi Comuni
dimostrino di avere un sistema sanitario efficiente e una rete di
servizi (rifiuti, rete fognaria ecc ecc ) in grado di garantire una
felice e serena permanenza agli arzilli e spendaccioni vecchietti. Ma
nonostante questo il piano Salvini suscita molte perplessità. Perché?
Innanzitutto perché è basato su persone anziane e non giovani, dunque
non guarda al futuro, non offre prospettive. L'Anci dubbioso. Dice il
presidente dell'Anci Emiliano Deiana: «Fa piacere che la Lega copi
sfacciatamente la proposta di un sindaco del Pd come Giuseppe
Ciccolini, che ha presentato un apposito e articolato disegno di legge.

Evidentemente non c'è solo del marcio nel Partito Democratico,
ma ci sono donne e uomini che si applicano nella risoluzione di
problemi complessi come quello dello spopolamento. Personalmente ho un
altro approccio al tema, penso che per risolvere un problema di questa
portata non ci si possa affidare a un'unica "medicina", ma serva un
mix ben dosato di interventi». Spazio ai giovani. «La prima cosa da
fare - sottolinea Deiana - è mantenere qui i nostri giovani.

La Lega potrebbe pensare, a tal proposito, di finanziare in maniera più
consistente il programma di Resto al Sud e di estenderlo anche agli
over 35 e creare per loro e per le loro famiglie una free zone fiscale
per dieci anni». Il presidente regionale dell'Anci va avanti: «L'altra
cosa da fare è far tornare al Sud e in Sardegna i giovani che sono
partiti, dare loro una speranza che si può vivere, lavorare e produrre
anche nelle aree marginali del Paese.

La terza cosa da fare è mettere
al centro dell'agenda politica la crisi demografica e investire sulle
famiglie (al plurale): assegni per i figli per i primi dodici anni di
vita; asili nido in ogni paese; tutela per le lavoratrici che crescono
un figlio e armonizzazione del diritto del lavoro sui tempi delle
donne». Poi Deiana mette in fila le criticità della proposta: «Pecca
di una clamorosa semplificazione: il Sud e la Sardegna sono viste solo
come terra di vacanza. Invece servirebbe una politica vera per le aree interne.

Una politica a mosaico con ogni tessera che va al suo posto,
ma risponde a un disegno generale: defiscalizzazione, politiche per le
famiglie, zona franca rurale, servizi pubblici legate una all'altra
possono costituire una soluzione più duratura». E poi l'invito al
Governo e al Parlamento: «Finanzino con un miliardo di euro all'anno
la legge sui piccoli comuni approvata all'unanimità nella scorsa
legislatura. Sarebbe un'ottima segnale per una inversione di tendenza:
il reddito di cittadinanza o la flat tax dei paesi».

l'appello al consiglio regionale
Ciccolini: «Legge pronta non perdiamo tempo»

BITTI«Siamo stati i primi ad avanzare questa proposta, c'è una legge
che deve solo essere approvata e dunque non dobbiamo perdere tempo e
farci trovare pronti. Il Consiglio regionale deve fare in modo di non
perdere un'occasione come questa perché possiamo addirittura
anticipare il Governo». Giuseppe Ciccolini, sindaco di Bitti, da più
di un anno spinge affinché i pensionati stranieri e italiani possano
godere di un regime fiscale agevolato purché siano disposti a
trasferirsi in Sardegna, nei paesi spopolati.

È sua l'idea di portare
nell'isola il modello portoghese ed è sua anche la proposta di legge
presentata in Consiglio regionale un anno prima della Lega. Ciccolini,
però, non teme di perdere la paternità dell'idea: «La proposta della
Lega non ha fatto altro che rafforzare la mia perché questo è l'unico
modo per garantire rapidamente l'aumento del Pil nelle regioni del sud
- spiega -. in Portogallo per merito dei pensionati che hanno spostato
la residenza il Pil cresce di due punti all'anno. La Lega ha
ipotizzato un aumento del Pil nazionale dell'1 per cento con il
trasferimento di 600mila persone nelle tre regioni pilota del sud:
Sardegna, Sicilia e Calabria. Secondo me è una stima in difetto ma
comunque noi abbiamo un vantaggio sulle altre regioni in corsa:
abbiamo una legge pronta che avrebbe il sostegno di tutte le forze
politiche in Consiglio regionale».

Secondo Ciccolini non sarebbe dubbi
sulla bontà dell'iniziativa: «Produrrebbe effetti tangibili perché si
sposterebbero i pensionati di 65, al massimo 70 anni che hanno
intenzione di vivere in una regione dal clima mite e che hanno un
potere d'acquisto elevato». Il sindaco è convinto che questa misura
non sconfiggerà lo spopolamento, perlomeno non in forma definitiva, ma
garantirebbe risultati immediati.

«A Bitti basterebbero 50 persone in
più per fa crescere il nostro Pil di 4 punti, recuperare parte del
patrimonio edilizio e garantire ricadute anche per i pensionati locali
- spiega Ciccolini - che non devono sentirsi messi da parte perché con
l'arrivo di nuovi abitanti anche i servizi alla persona che adesso non
riusciamo a garantire, o che effettuiamo con difficoltà, avrebbero
nuovi utenti. Dobbiamo superare ogni titubanza, è questa la strada
giusta». (c.z.)

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Federico Marini
skype: federico1970ca


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