giovedì 30 agosto 2018

Rassegna stampa 30 Agosto 2018





La Nuova


Accordo tra Pds e Psi. Polemica con Più Europa
Tabacci e Capelli: «Mai fatte intese con Maninchedda». Congiu: «Noi
mai sovranisti, pronti al dialogo»

SASSARII

l traguardo è fissato per febbraio 2019, ma la corsa per le Regionali
è già partita. E con lei i veleni infiniti. Sulla altalena finisce il
Partito dei sardi. Da tempo il Pds lavora per creare una coalizione
che vada al di là degli schieramenti di destra e sinistra. Una
convergenza nazionale, fatta sui temi, sulle idee. Ma la strada sembra
ancora lunga, e piena di curve. Nelle scorse settimane il leader del
partito Paolo Maninchedda aveva annunciato di avere aperto un tavolo
anche con Più Europa di Emma Bonino. Ma arriva una presa di distanza
da una parte del partito. «In vista delle elezioni regionali del
prossimo anno in Sardegna abbiamo letto con stupore le dichiarazioni
del segretario del Partito dei Sardi Paolo Maninchedda, che afferma,
tra le altre cose, di avere "una relazione stretta con +Europa".

Non sappiamo con chi abbia parlato Maninchedda, ma una cosa è certa:
+Europa guarda all'Europa e non ai micromovimenti sovranisti, per cui
relazioni, strette o larghe, non possono esserci». La nota è firmata
dal deputato e vice coordinatore nazionale Bruno Tabacci e da Roberto
Capelli. «Il discorso non vale solo per il Partito dei Sardi, ma per
tutte le forze politiche interessate a dialogare con +Europa, parlare
di coalizioni, alleanze e candidature alla presidenza non ha senso se
prima non si mette nero su bianco un progetto e un programma sulle
cose da fare».

A breve giro arriva la risposta del consigliere
regionale del Pds Gianfranco Congiu. «Non rispondiamo al consueto
tasso di tossicità delle dichiarazioni di Capelli perché lavoriamo per
unire i sardi senza cadere in inutili provocazioni. Ribadiamo di non
essere un partito sovranista, ma indipendentista e convintamente
europeista, al punto di avere le stelle d'Europa nel simbolo.
Confermiamo che il segretario e altri esponenti del Pds hanno
incontrato Riccardo Lo Monaco con il quale hanno discusso di Europa,
di elezioni sarde e dell'opportunità di superare in una grande
alleanza gli schieramenti tradizionali». Il Pds va avanti nel tessere
la sua tela e chiude l'accordo con il Psi.

All'incontro hanno preso
parte Paolo Maninchedda e Franciscu Sedda per il PdS, e Gianfranco
Lecca e Raimondo Perra per il Psi. «Il Pds e il Psi si sono incontrati
per dialogare della costruzione di una coalizione ampia, fondata sui
valori della libertà, della giustizia, del solidarismo, che sia capace
di superare confini e schemi tradizionali per dare al popolo sardo
un'occasione di unità e di forza. Quella unità e quella forza di
popolo che è a lungo mancata e che oggi più che mai necessaria non
solo per vincere la competizione elettorale ma soprattutto per far
crescere i poteri e la ricchezza dei sardi».

Unione Sarda

Forza Italia dice no Respinte le ipotesi di dialogo col centrosinistra
Ma nel Pd qualcuno ci pensa. Tabacci (Cd): nessun contatto col Pds

Che lo schema degli schieramenti ideologici sia vecchio sono tutti
d'accordo. In vista delle Regionali i poli tradizionali vogliono
ampliare il raggio delle alleanze, guardano al movimento civico degli
amministratori locali e alle forze autonomiste. A conferma della
posizione espressa ieri da Emanuele Cani , dall'area del Pd che l'ha
eletto segretario lasciano trapelare che «ci troviamo di fronte a una
sfida che ci impone di fare una rivoluzione, dobbiamo superare i
vecchi argini».

IL GRAN RIFIUTO Questo significa che alcuni esponenti dem sarebbero
addirittura disposti ad estendere il campo fino a Forza Italia, di
sicuro a Udc e Riformatori. E anche Luciano Uras (Campo progressista)
sembra farci un pensierino. Anche dall'altra parte si parla di
ampliamento, solo che «ora tocca a noi - taglia corto la capogruppo di
Forza Italia, Alessandra Zedda - saremo noi ad allargarci a movimenti
identitari e a chi condivide la battaglia per l'insularità e i temi
per lo sviluppo che passano dalla creazione di una sovranità, nei
fatti, su acqua, trasporti, sanità e rifiuti». Ma, precisa, «siamo in
antitesi rispetto a un governo di centrosinistra di cui il Pd è il
partito di maggioranza, e che per i sardi è stata una vera iattura».
Michele Cossa (Riformatori) si sbilancia meno.

«La questione
insularità è il grande tema della Sardegna sul quale esistono una
convergenza e una mobilitazione mai viste prima e che deve andare al
di là delle schieramenti tradizionali». Ma proprio per questo ,
spiega, «come Riformatori abbiamo preferito non addentrarci nel
discorso delle alleanze, per non incrinare l'unitarietà su questo
tema». È categorico Antonello Licheri , segretario di Sinistra
Italiana: «Per noi è impensabile un allargamento della coalizione che
possa anche solo sfiorare Forza Italia. Se l'obiettivo è quello, noi
non ci saremo. Parlarne è deleterio per quell'elettorato che semmai
attende un segnale nel senso di una riorganizzazione del campo della
sinistra, come anche noi auspichiamo».

IL PDS Sullo sfondo, ma nell'ambito di una coalizione alternativa,
ieri si sono incontrati il segretario del Partito dei Sardi, Paolo
Maninchedda , e del Psi, Gianfranco Lecca . Obiettivo: dialogare su
una coalizione ampia capace di superare confini tradizionali per dare
ai sardi un'occasione di unità. «Pensiamo di mettere in campo idee con
la Sardegna al primo posto - ha detto Lecca - e non vogliamo
presentarci alle elezioni come prosecutori dell'esperienza di questa
Giunta».

Il Pds incassa però l'indisponibilità al dialogo di Più Europa,
manifestata dal vice coordinatore nazionale Bruno Tabacci e dall'ex
deputato Roberto Capelli : «Non guardiamo a micromovimenti
sovranisti», scrivono in una nota. «Siamo europeisti e non rispondiamo
al consueto tasso di tossicità delle dichiarazioni di Capelli»,
ribatte il capogruppo Gianfranco Congiu . Roberto Murgia

Cocco (Pd): «Noi mai insieme ai forzisti»

Come sempre pragmatico, il capogruppo del Partito democratico in
Consiglio regionale e soriano doc, Pietro Cocco, ricorda che alleanze
e ampiezza della coalizione saranno temi oggetto della direzione
regionale in programma lunedì a Oristano. «Il momento è straordinario
- ammette - e serve in effetti un supplemento di lavoro da parte di
tutti, ma non si può che partire dal centrosinistra e da forze che si
riconoscono a sinistra. Perché ci sono rigurgiti dal passato,
estremismi e populismi, che bisogna fermare».

Poi però, «c'è il problema che bisogna governare la Sardegna, e in
questo caso bisogna partire dai programmi», prosegue, «aprendo a un
mondo dell'associazionismo non collocabile politicamente ma impegnato
su temi sui quali da sempre abbiamo sensibilità». Stesso discorso per
il mondo civico rappresentato dagli amministratori locali. Partendo
dai temi è anche possibile guardare ad altre forze «fino a Udc e
Riformatori». Ma Forza Italia no: «È un'altra cosa e rappresenta
politiche che non condivido, ci sono confini che non possono essere
valicati». (ro. mu.)

L'azzurro Pittalis: «Alternativi ai Dem»

Le ipotesi di una coalizione di centrosinistra ampia, a tal punto da
comprendere fette dei moderati tradizionalmente di centrodestra, non
incanta Pietro Pittalis , deputato di Forza Italia e storico
capogruppo azzurro in Consiglio regionale. «Siamo distanti e
alternativi al Partito democratico», sentenzia. «Siamo alternativi a
coloro che portano con sé la responsabilità di cinque anni di governo
regionale che ha danneggiato la Sardegna», aggiunge. Poi, certo, «è
anche nostra intenzione rilanciare una coalizione che passa per i
programmi, puntiamo a un centrodestra autonomistico che sia aperto
alle forze indipendentiste».

Senza chiusure, dunque, ma pur sempre alternativi a Pd e al Movimento
Cinquestelle. «Questo - sottolinea Pittalis - deve essere molto
chiaro, proprio per evitare che vi siano fraintendimenti di qualsiasi
tipo». No a inciuci, allora, «ma guardiamo a quelle forze politiche
che in questi anni hanno lavorato per costruire e rilanciare un
progetto per i sardi». Quanto ai rapporti con la Lega di Matteo
Salvini, il parlamentare nuorese li definisce «normali». (ro. mu.)

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Federico Marini
skype: federico1970ca


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