giovedì 27 ottobre 2016

La storia di Fabiana. Una lucciola anarchica.

In Piazza Matteotti conobbi Fabiana, durante uno degli innumerevoli pomeriggi in cui attendevo la corriera per ritornare al paese. S'era avvicinata per chiedermi una sigaretta, poi un tale le s’avvicinò per domandarle dell’altro, così seppi del suo antico mestiere. Si trattava semplicemente di una lucciola, che aveva la sua zona di competenza proprio in quella Piazza…

 Ogni volta che ritornavo al paese, ed ogni volta che andavo ad accompagnare od attendere qualche amico, scambiavo quattro chiacchiere con quella bella ragazza, e lentamente scoprì alcuni episodi della sua scioccante esistenza. Fabiana proveniva da un paesino del cagliaritano, ed era scappata di casa perché stritolata da una dose insopportabile di noia. No, non era scappata da un genitore violento, oppure da un partner pazzo ed alcolizzato: la noia e soltanto la noia era stata l’unica ragione del suo allontanamento.

 Ad appena diciotto anni il suo primo fidanzato l’aveva convinta a seguirlo nel capoluogo, suggerendole che le avrebbe procurato “il necessario”. Tutto andò abbastanza bene sino a quando questo famoso “lui” non era ripiombato nel suo vizio: quello dell’eroina. Scriteriato, aveva pensato bene di trascinare anche la bella ma corruttibile Fabiana nella sua tragica avventura. Dopo appena un anno e tre mesi dalla loro “fuga” lui morì d’overdose nell’androne di un palazzo in costruzione, e lei rimase sola come una barchetta abbandonata sulla spiaggia dopo una tempesta, anche perché il padre l’aveva minacciata in tutti i modi possibili ed immaginabili.

  Tuttavia Fabiana doveva raggranellare i soldi per la propria dose giornaliera: così il marciapiede divenne la sua unica possibilità poiché, come sosteneva il suo defunto fidanzato, l’eroina non costa quanto un pugno di caramelle … I clienti erano contenti della sue pelle bianca, delle sue gambe sottili e dei suoi modi di fare tanto gentili quanto discreti, lontani anni luce dalle angherie delle mogli e dei rispettivi capoufficio.


Quando attendevo la solita corriera parlavamo, discutevamo e contestavamo (lei sosteneva un’eccentrica ideologia anarco/sindacalista), sino a quando qualche auto non s’accostava per portarla chissà dove. Fabiana aveva ventuno anni, il giorno in cui la vidi andarsene per non ricomparire mai più … Il suo corpo fu ritrovato dopo una settimana, abbandonato come un sacco d’immondizia presso lo stagno di S. Gilla.

 

Il responsabile del suo assassinio non fu mai trovato, ed il motivo della sua morte resta oscuro come un enigma babilonese. Oggi mi piace immaginarla in una bella casetta nel regno dei morti, lontana dalla droga e dalla strada, finalmente felice nel preparare il pranzo per il suo scapestrato fidanzato


Vincenzo Maria D’Ascanio.

http://www.vincenzomariadascanio.flazio.com/

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