sabato 22 ottobre 2016

Rassegna stampa 22 Ottobre 2016.


Unione Sarda

I giovani a Sassari - Pd, Agorà al garante: «Ascolti anche noi»

«Crediamo in un Pd migliore che si sa rinnovare»: è il messaggio che Agorà lancia da Sassari, nel secondo appuntamento dopo quello di settembre a Cagliari. L'assemblea itinerante promossa da alcuni giovani Dem guarda al congresso: «Vogliamo dare continuità e sostanza a quanto avviato a Cagliari», ha detto nell'introduzione Valeria Fadda, consigliere comunale sassarese, «Agorà è un modo per dare più forza ai nostri progetti e alle nostre proposte». 

Pietro Morittu, uno dei promotori dell'esordio cagliaritano, ha sottolineato che «vogliamo consentire a tutti e in tutta la Sardegna di potersi esprimere e dare il proprio contributo, in un percorso di partecipazione nuovo. Questo è un luogo aperto per creare sinergie e discutere». Dolores Lai ha fatto riferimento all'arrivo del garante nazionale,
Gianni Del Moro: «Crediamo sia utile che ascolti anche noi. Il congresso sarà il momento in cui si dovrà ragionare sul futuro governo della Regione. Noi mettiamo a disposizione le nostre idee». «Dopo che abbiamo discusso, maturato ed elaborato il nostro progetto», secondo l'assessore cagliaritano Danilo Fadda, «dobbiamo aprirci alla società sarda incontrando le parti sociali, le organizzazioni sindacali e di categoria, il mondo delle associazioni e della cultura, per condividere e migliorare con loro questo progetto».

La Nuova

Il legale: «Per reintegrare l’onorevole sospeso serve un decreto del governo» Per l’avvocato l’obbligo di dimora è un impedimento a partecipare all’assemblea Peru torna in Consiglio ma Carta ricorre al Tar. di Mauro Lissia

CAGLIARI Se per sospendere un consigliere regionale in base alla legge Severino serve un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, lo stesso provvedimento dovrà essere firmato per reintegrarlo nella carica. Quindi non può essere la giunta per le elezioni a decidere, a valutare le condizioni per i reintegri dev’essere Palazzo Chigi. A sostenerlo è l’avvocato Gian Comita Ragnedda, che ha presentato un ricorso urgente al Tar per conto dell’onorevole sassarese Giancarlo Carta, uscito dall’assemblea dopo un breve periodo di supplenza per fare posto all’ex vicepresidente Antonello Peru, indagato per associazione a delinquere nel procedimento Sindacopoli della Procura di Oristano, appena tornato in libertà dopo carcere e custodia domiciliare. 

Senza calcare la mano sulla presentabilità di Peru, il legale àncora la richiesta di una sospensiva da parte del Tar a due circostanze: la prima è il fatto che Peru, sospeso da Palazzo Chigi attraverso la Prefettura, sia stato rimesso al suo posto con una sbrigativa nota della presidenza, datata 10 ottobre 2016, con la quale Carta è stato rispedito a casa per fine supplenza. L’altra è legata alla misura che il gip di Oristano ha tenuto in vita per fare in modo che Peru, considerato dalla Procura oristanese un riferimento importante per i «soci» di Sindacopoli, non abbia eccessiva libertà di movimento: l’obbligo di dimora a casa della convivente, a Sassari.

Seguendo alla lettera la legge Severino, il consigliere regionale colpito dall’obbligo di dimora può tornare in consiglio, mentre col divieto di dimora resta sospeso. L’avvocato Ragnedda, a leggere il ricorso, coglie in questo aspetto una contraddizione evidente, perché l’obbligo di dimora costringe Peru a non uscire da Sassari e quindi gli impedisce, salvo autorizzazioni mirate, di partecipare all’attività del consiglio regionale. Al contrario il divieto di recarsi in una determinata città gli consentirebbe di recarsi ovunque tranne che in quella. In altre parole: l’obbligo di dimora è una sorta di confino, una misura decisamente più scomoda. Ma allora - si chiede l’avvocato Ragnedda - com’è che si sceglie di reintegrare un consigliere vincolato a un obbligo giudiziario al posto di uno, come Carta, che poteva e può partecipare con profitto all’attività legislativa nel palazzo di via Roma? 

A questa domanda dovrà dare una risposta il Tar, che è chiamato a interpretare il senso della legge Severino nell’articolo contestato. Compito difficile, che compete al tribunale amministrativo, come hanno dimostrato i casi De Magistris e De Luca. Spiega il legale: «Non c’è alcun intento polemico e tantomeno alcuna ostilità nei confronti dell’onorevole Peru, ci siamo rivolti al Tar perché su questi due aspetti la norma non è chiara. Dal tribunale ci aspettiamo che venga fuori un’interpretazione definitiva, utile anche per eventuali altri casi nel futuro». Le richieste contenute nel ricorso vanno comunque oltre l’esigenza di chiarire la norma: in via cautelare si sollecita «un provvedimento monocratico presidenziale, che contenga la misura più idonea nel caso di specie, compresa la sospensione dell’efficacia dei provvedimenti impugnati». Quindi la sospensione del reintegro di Peru e il ritorno immediato di Carta nell’aula di via Roma. 

Nel merito, l’annullamento di tutti gli atti impugnati e la conferma della sospensione del consigliere indagato, che riporterebbe l’orologio della vicenda a dieci giorni fa. Tempi della decisione: brevi, almeno per quanto riguarda l’eventuale provvedimento cautelare. Prevedibilmente fuori termine quelli del merito. D’altronde l’inchiesta di Oristano è in chiusura e il giudizio del Tar potrebbe arrivare quando gli indagati saranno tutti o quasi tutti in piena libertà. Carta però ci prova lo stesso, il buonsenso sembra dargli ragione ma nei giudizi amministrativi non sempre basta.

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Federico Marini

skype: federico1970ca

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