domenica 23 ottobre 2016

Rassegna stampa 23 Ottobre 2016: "CAGLIARI Consiglio metropolitano, oggi l'elezione dei 14 componenti" - "Di Maio a Macchiareddu con i lavoratori: i dati dicono che il SI è in vantaggio? Non ci credo"

UNIONE SARDA

CAGLIARI
Consiglio metropolitano, oggi l'elezione dei 14 componenti

Oggi dalle 8 alle 20 i 347 elettori (tra sindaci e consiglieri) dei 17 Comuni della Città metropolitana votano a palazzo Regio per il rinnovo del Consiglio metropolitano: 14 i nomi da scegliere, con il sistema di calcolo dell'indice di ponderazione per fasce demografiche, su un totale di 36 candidati in rappresentanza di quattro liste. In ordine di presentazione: per il Centrosinistra metropolitano Matteo Aledda, Annetta Crisponi, Andrea Dettori, Lidia Gioi, Francesco Lilliu,
Roberto Loi, Fabrizio Salvatore Marcello, Michela Mura, Andrea Onali, Valter Piscedda, Fabrizio Rodin, Paolo Nicola Schirru; per Città in cantiere Antonello Floris, Luigi Frau, Davide Galantuomo, Federico
Ibba, Gabriella Mameli, Marcella Marini,Stefano Schirru, Martino Sarritzu, Matteo Taccori, Salvatore Zuddas; per il Movimento 5 Stelle Simone Carta, Stefania Sanna, Guido Sbandi, Daniela Cannas, Andrea Tolu, Maria Antonietta Martinez, Massimiliano Cao; per Bandelas , Antonino Lobina, Francesco Orrù, Paolo Cocciu, Francesco Magi, Gabriella Deidda, Giulio Lobina, Lucio Torru. Subito dopo il voto
inizierà lo scrutinio. Con l'elezione del Consiglio, la Città metropolitana (431.732 abitanti) e il sindaco Massimo Zedda potranno attuare una lunga e importanti serie di azioni: dall'adozione del piano strategico metropolitano alla pianificazione territoriale. (p.
p.)

Sindaci sardi -L'elezione del presidente dell'Anci: resta lo stallo

Ancora stallo per l'Anci Sardegna in attesa che si sciolga il nodo del presidente. I due candidati, Giuseppe Ciccolini ed Emiliano Deiana provano a dialogare, ma entrambi rimangono fermamente in corsa per la presidenza. 

Ci sono stati segnali di disgelo con la lista unitaria per il congresso nazionale, ma poi se passi ci sono stati, la loro dimensione è davvero ridotta. La prossima settimana potrebbe esserci un altro incontro ristretto tra i due sindaci di Bitti e Bortigiadas, con i vertici dell'Associazione. L'assemblea non è stata ancora convocata, in attesa di capire se alle urne si ripresenterà la stessa situazione del 23 settembre scorso. Se i passi avanti sono incerti, la certezza è che per ora non ci sono passi indietro. (m. s.)

Il tavolo sulla “grande crisi” L'istruzione salverà la politica Cittadini e rappresentanza, convegno dell'Associazione degli ex parlamentari.

«La cultura salverà la classe politica del futuro. Perché i giovani di oggi saranno gli elettori di domani, sempre meno disposti a incassare delusioni e tradimenti da chi un giorno occuperà le stanze del potere.

È la speranza delle decine di senatori, deputati, sindacalisti e rappresentanti di categoria ospitati ieri mattina al convegno
“Istruzione, sviluppo, crisi delle rappresentanze”, organizzato dall'Associazione regionale degli ex Parlamentari. Un incontro sul rapporto sempre più sfilacciato tra cittadini ed esponenti delle istituzioni e il ruolo delle assemblee legislative messe in
discussione dal prossimo referendum.

POLITICA DA RITROVARE «Il nostro Paese è in forte debito nei confronti
dell'istruzione - ha ribadito l'ex deputato Giorgio Carta - una cittadinanza non istruita vedrà la propria rappresentanza come feudo di interessi privati al disopra della collettività. Vogliamo invece ripartire, non per dare ricette di buon governo, ma innescare un dibattito e ridare alla politica il primato che merita». Un obiettivo
lodevole che deve però scontrarsi con la dura realtà, quella ricordata
dal mondo della scuola e dell'università.

SOCIETÀ DISTANTE «Da Tangentopoli è aumentata la percezione del cittadino dell'inadeguatezza della classe politica - ha affermato il
direttore dell'Ufficio scolastico regionale, Francesco Feliziani - una diffidenza che non ha risparmiato neanche le pubbliche amministrazioni. 

E allora perché non investire sulle nuove generazioni per ricostruire un'etica collettiva che riavvicini due mondi oggi così lontani?».E se la rettrice di Cagliari Maria Del Zompo ha elencato i tagli fatti con la mannaia ai bilanci degli atenei, ci ha pensato Francesco Pitirra, rappresentante della Cgil tra gli studenti, a ricordare la brutta aria che si respira nelle aule dell'Isola: «Se invece di cambiare sistemi legislativi riuscissimo a far funzionare le vecchie leggi avremmo un numero maggiore di borse di studio e più immatricolati, ma seguiamo ancora le idee dei vecchi baroni e meno la voce dei giovani, il 27% dei quali oggi in Sardegna non studia né lavora».

L'ESPERIMENTO L'Isola poi sta portando avanti “un esperimento”, così definito dalla presidentessa del Fai Maria Antonietta Mongiu: «Contiamo otto professori universitari nella Giunta. Abbiamo sempre chiesto la competenza al potere, ora capiremo se potrà funzionare». Ma non ci sono solo le università a lamentare una distanza eccessiva dalla politica. 

«A rischio estinzione c'è la formazione professionale - ricordano Confindustria e Confapi - vittima di una politica che fa finta di ascoltare il mondo delle imprese ma non cambia le cose». Il segretario regionale Cgil Michele Carrus rincara la dose: «Se abbiamo capito che l'istruzione rappresenta una potenzialità, perché procedere con un dimensionamento scolastico che ha rivoluzionato le nostre scuole basandosi solo sui freddi numeri? Sembrerebbe la conferma di un'incapacità della classe politica nell'avere una visione chiara del futuro, rivolta invece non oltre la prossima scadenza elettorale».

Luca Mascia

L'incontro coi lavoratori della Vesuvius a Macchiareddu. «Chiederò l'intervento del governo» Di Maio: no a una riforma inutile. Il leader M5S alla Camera: il Sì al referendum contro i cittadini.

«Sono qui per portare la voce dei colleghi che come me stanno perdendo il posto di lavoro. Tutti devono sapere che non ci arrendiamo e che chiediamo di lavorare per vivere, perché non vogliamo che ci regali niente nessuno». 

Nel giorno di Luigi Di Maio, il primo a prendere la parola durante la tappa asseminese dell' #IoDicoNo tour è Stefano, dipendente della Vesuvius di Macchiareddu. La campagna referendaria del Movimento Cinquestelle è anche questo: «In quest'ultimo mese e mezzo che ci separa dal 4 dicembre non voglio rinunciare a discutere dei problemi reali del Paese - dice il vicepresidente della Camera dal palco allestito nell'Anfiteateatro comunale - sono certo che tutti i cittadini che son venuti ad ascoltarmi, mentre illustro le ragioni del No, pensano contemporaneamente ai loro problemi».

A MACCHIAREDDU La giornata di Di Maio in Sardegna è cominciata infatti con una visita allo stabilimento di Macchiareddu che la multinazionale inglese dell'acciaio ha deciso di chiudere entro il 31 di dicembre, lasciando a casa ben 105 lavoratori. 

Ieri mattina il deputato grillino ha lanciato una proposta:  «Un'interrogazione da presentare venerdì prossimo al governo, per chiedere l'intervento del Fondo strategico della Cassa depositi e prestiti». Vesuvius, ha spiegato, «è un'azienda in attivo che ha mercato in Italia, ma che adesso, rinunciando a Macchiareddu e Avezzano (Abruzzo), ha deciso di produrre altrove». 

quindi, «non scandalizziamoci se lo Stato interviene per salvare posti di lavoro. In particolare in casi come questo, in cui l'azienda in questione fa utili nel nostro Paese, serve anche un piano nazionale sull'acciaio che al momento manca: su questo dovrebbe concentrarsi il governo, non su interventi spot privi di visione strategica».

I LAVORATORI I lavoratori dello stabilimento hanno ringraziato: «Siamo felici che l'eurodeputato Salvatore Cicu e il vicepresidente Di Maiosi siano resi disponibili ad incontrarci, auspichiamo l'intervento del premier Renzi e del presidente della Regione Francesco Pigliaru, siamo sicuri che possano fare la propria parte».

IL REFERENDUM «Chi è artefice del Jobs Act e della Buona scuola, con la riforma cerca solo di acquisire ancora più potere», dice Di Maio.

«Noi crediamo ma non è ancora scontato che il 4 dicembre vinca il No: quindi con la campagna referendaria contro la riforma costituzionale dobbiamo raggiungere il maggior numero possibile di cittadini». Sull'analisi dell'Istituto Demopolis, secondo la quale per la prima volta da giugno il Sì torna in vantaggio, con una crescita di 2 punti negli ultimi 10 giorni, commenta: «È l'unico istituto che dice questo, ad ogni modo io non credo ai sondaggi, penso alla Brexit, con il “remain” che ha perso contro ogni previsione».

IL NUOVO SENATO «Nuovo Senato? Non si abolisce, ma sarà composto da consiglieri regionali con immunità parlamentare. Un Senato che non sarà eletto da nessuno e che dovrà decidere della riforma della Costituzione, delle leggi europee, degli enti locali, della sanità. Un'idea di Paese che non vogliamo». Idee chiare su chi si schiererà contro. 

«Ci sono persone che hanno problemi, che hanno rinunciato a curarsi per povertà. Undici milioni di persone che in questo momento hanno seri problemi con la sanità pubblica. Questa gente credo proprio che voterà No». E poi: «Ci sono due opzioni. Se vince il Sì e poi il Pd vince le elezioni, lo stesso Pd avrà un Senato al suo servizio. Se invece alla Camera vince il Movimento 5 stelle, il Senato passerà il tempo a cercare di bloccare le nostre leggi. 

Si sono inventati il cane da guardia del cambiamento, una truffa architettata perché intravedono il pericolo di perdere tutto. Perché cresciamo sempre di più. La riforma è una cassaforte per tutelare i loro privilegi».

GLI SCENARI Ma se dovesse vincere il No, allora «chiederemo nuove elezioni: niente più inciuci. Ci giocheremo l'ultima possibilità che ha questo Paese: fatecelo governare». «Da Roma - conclude il vicepresidente della Camera - potremo fare tutte le leggi che servono dalla sanità ai trasporti. Sino a battere i pugni sui tavoli europei. ,Questa riforma ha un bel titolo, ma solo quello. Dentro non c'è niente: diffidate».

Roberto Murgia




Federico Marini

skype: federico1970ca

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