venerdì 14 ottobre 2016

Rassegna stampa 14 Ottobre 2016. Iniziativa per il SI a Sassari.




UNIONE SARDA


L'iniziativa del Comitato per la riforma della Costituzione ieri sera a Sassari

SASSARI I sacerdoti del Sì sono così convinti del loro Verbo, che pensano che si imporrà naturalmente come la scelta migliore. Sette settimane al referendum costituzionale, ed ecco la vera strategia: «Se riusciamo a spiegare bene che cosa fa la riforma, e discutiamo in un clima sereno, le nostre ragioni prevarranno», dice Luca Lotti a Sassari, primo di due rapidi round di propaganda in Sardegna (oggi a mezzogiorno il sottosegretario alla presidenza del Consiglio parlerà al Blu Marine di Olbia).

Francesco Pigliaru, che nella sua città fa la prima professione pubblica di sostegno al Sì, ha la stessa certezza: «Se entriamo nel merito delle questioni, si vede che la riforma offre opportunità anziché rischi. Anche per la Sardegna».

IL PARTERRE La scelta di Pigliaru non sorprende (del resto sosteneva Renzi già quando il popolo Pd gli preferiva Bersani), ma è comunque un endorsement che pesa: schierandosi il presidente rinsalda il patto di ferro col governo e al tempo stesso si assume i rischi politici della sua mossa. Anzi, lui stesso scherza sull'ipotesi di dimissioni ventilata dai Rossomori: «Visto che mi hanno detto che se vince il No me ne devo andare, mi conviene fare campagna per il Sì».

Ad ascoltare le riflessioni sue e degli altri oratori c'è una sala strapiena di gente che, per altro, ha perlopiù già deciso di approvare la nuova Costituzione. Ma queste iniziative servono per il morale delle truppe, non per convincere gli indecisi. In prima fila, omaggiato dai saluti dello stesso Lotti, c'è Arturo Parisi, mente dell'Ulivo prodiano di cui, secondo i renziani, la riforma raccoglie l'eredità. Il vero padrone di casa è Gavino Manca, e con lui c'è l'ex senatore Bruno Dettori. Ma anche Giacomo Spissu, che pure nei bisticci del Pd sardo sta su versanti opposti ai protorenziani. Si nota l'assessore regionale all'Ambiente Donatella Spano, mezza Giunta comunale di Sassari, e qualche volto che non ti aspetti, come l'ex assessore di Forza Italia Tore Amadu.

I TEMI Proprio per scrutare le nuove norme nel dettaglio, il presidente del Comitato per il Sì, Gianluca Giordo, affida il primo intervento alla costituzionalista Carla Bassu: «Voto sì alla riforma perché l'ho letta», spiega, «è falso che rafforzi il governo a danno del Parlamento, anzi. Anche i poteri regionali sono valorizzati». I parlamentari del Pd Giovanna Sanna e Giuseppe Luigi Cucca ricordano, rispettivamente, che «si centrano obiettivi che la sinistra indicava da decenni», e che «così portiamo l'Italia al passo dei Paesi più moderni».

È d'accordo il presidente Gianfranco Ganau: «Il Sì è un'opportunità unica per modernizzare l'intero sistema. E sulle regioni c'è la clausola che fa salve le autonomie speciali». IL GOVERNATORE Pigliaru approfondisce il concetto: «Abbiamo la garanzia che senza l'intesa con la Regione non si potrà toccare lo Statuto. Ma credo che neppure le regioni ordinarie siano penalizzate: quelle virtuose potranno avere più autonomia, è una sfida a funzionare meglio». Così, per il governatore, si fa giustizia di un'altra modifica costituzionale - quella del 2001 sulle competenze regionali - che era «un pasticcio, un decentramento frettoloso e ingenuo.

Decentrare è giusto, purché poi non accada che un imprenditore non sa a chi chiedere una licenza». E poi, conclude il presidente, «voto Sì per vedere un'Italia più semplice e trasparente. Il Paese non cresce da 20 anni: non sarà la riforma a risolvere tutto, ma è un tassello importante».

IL SOTTOSEGRETARIO Spetta a Luca Lotti il gran finale, ma lui evita i toni enfatici: «Forse il nostro governo poteva fare meglio qualcosa, forse la riforma non è perfetta. Ma stiamo cambiando le cose dopo trent'anni di tentativi a vuoto». L'argomento dei tagli ai costi della politica, per esempio, «è un po' demagogico, lo riconosco. Però, oggi che tutti ci fanno le campagne elettorali, è giusto far sapere che si sta facendo ciò che altri hanno saputo solo promettere».

Perciò l'appello alla sala sassarese è «raccontate la riforma. Informatevi anzitutto voi, e poi parlate con tutti, uno per uno. Dite che cosa cambia se aboliamo il bicameralismo perfetto, cancelliamo Province e Cnel, riordiniamo le competenze tra Stato e regioni. I cittadini devono sapere che voteranno per questo, non per mandare a casa il governo Renzi. Quello, semmai, si potrà fare un anno dopo». Di fronte alle cose concrete «il No non ha argomenti veri. Parlano degli immigrati, di Banca Etruria, di tutto ma mai del merito. In Sardegna dicono che è in gioco l'autonomia regionale: è una bugia». Basta la parola, insomma, e «il 5 dicembre festeggeremo, mi aspetto un grande contributo anche dalla Sardegna». Dal governatore in poi.


La Nuova

Sottosegretario e presidente all’incontro a Sassari per il “Sì” «Subito i fondi per la continuità territoriale e per il sociale» Lotti e Pigliaru: «Patto per l’isola, investimenti al via» di Vincenzo Garofalo.

SASSARI È atterrato sull’isola per lanciare lo sprint finale del fronte del Sì nella campagna referendaria sulla riforma costituzionale. Ma tra strette di mano, rassicurazioni e sorrisi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti, non poteva sottrarsi al confronto sull’attuazione del Patto per la Sardegna: tre miliardi di euro trasfusi dal Governo nelle casse regionali per dare una scarica di adrenalina a una regione da troppo piegata sulle ginocchia. E il confronto non poteva che essere con il presidente della giunta regionale, Francesco Pigliaru: «C’è stata una riunione tecnica oggi e ce ne saranno altre nei prossimi giorni perché non c’è un solo istante da perdere», ha spiegato ieri il governatore a margine dell’ incontro pubblico organizzato a Sassari dal comitato per il Sì, proprio con la partecipazione del braccio destro del premier Renzi.

«Entro un mese stileremo una sorta di cronoprogramma in cui indicheremo passo per passo come procederemo nell’utilizzo dei fondi previsti dal Patto per la Sardegna», ha continuato Pigliaru. I primi interventi riguarderanno la continuità territoriale e gli ammortizzatori sociali: «Il patto assegna 45 milioni di euro per gli ammortizzatori sociali, una risposta che i lavoratori aspettano dal 2014.

E Poi ci sono i 30 milioni annui per migliorare la continuità territoriale. Entro l’anno partiranno i primi progetti e spenderemo i primi 50 milioni di euro». Poi ci sono gli altri programmi, quelli sulle infrastrutture, strade e ferrovie, le università, la sanità, il turismo: «Domani avremo un vertice proprio con i rettori degli atenei per pianificare l’utilizzo dei 30 milioni di euro stanziati per la ricerca. Purtroppo altri progetti, specialmente quelli sulle infrastrutture, hanno necessità di tempi tecnici più lunghi, ma stiamo procedendo speditamente e non perderemo un solo giorno», ha garantito Pigliaru.

Pochi minuti prima, dal microfono della sala conferenze della camera di commercio sassarese, il presidente aveva spiegato le ragioni che lo spingeranno a votare Sì al referendum costituzionale in programma il 4 dicembre, e lo aveva fatto citando Bob Dylan, il cantautore statunitense appena insignito del premio Nobel per la letteratura: «I tempi stanno cambiando e noi vogliamo che le cose cambino», era stato il suo messaggio. «Non è vero che questa riforma indebolisce l’autonomia della Sardegna, anzi, la rafforza perché la garantisce, e perché lancia una sfida alle Regioni a statuto speciale; ossia le sfida a essere virtuose per meritare l’autonomia. E questa sfida, giusta e sacrosanta, noi la raccogliamo».

Parole condivise dalle altre autorità politiche intervenute per sostenere e spiegare le ragioni del Sì: dal presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, «è una riforma che risolve uno dei problemi principali, il bicameralismo perfetto, che rallenta il processo legislativo nel nostro Paese»; ai parlamentari Giovanni Sanna e Giuseppe Luigi Cucca «attuare riforme come il taglio dei costi della politica di cui si parla da trent’anni»; alla docente di diritto pubblico comparato dell’Università di Sassari, Carla Bassu, il segretario provinciale del Pd, Gianpiero Cordedda,

il vicesindaco di Sassari, Gianni Carbini, fino al sottosegretario Luca Lotti, l’ospite d’eccezione arrivato all’incontro sottobraccio con il consigliere regionale Gavino Manca: «Votare Sì perché l’Italia ha un’occasione unica, dimostrare che anche il nostro Paese può cambiare. Questo non è un referendum per mandare a casa Renzi, il Governo può essere mandato a casa fra un anno. È un referendum per migliorare l’Italia».
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Federico Marinimarini.federico70@gmail.comskype: federico1970ca

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