venerdì 21 ottobre 2016

Rassegna stampa, 21 Ottobre 2016: "Pigliaru si confessa: "Due anni duri"; "Dal Moro: Pd, assemblea il 7 novembre"; Il garante striglia il Pd sardo: "Tutti al lavoro per il referendum", "SELARGIUS. Lilliu (Pd) potrebbe sfidare Concu (Pd). In campo Tonino Melis? Sindaco, Pulli anticipa tutti Incertezza nelle coalizion"


Unione Sarda

L'intervista su Videolina
Monitor, Pigliaru si confessa: «Due anni duri»

Passato, presente e futuro dell'era Pigliaru al governo della Sardegna. In mezz'ora il presidente della Regione si racconta alla trasmissione Monitor, condotta da Nicola Scano, andata in onda ieri sera su Videolina. Nel 2014 Matteo Renzi, allora ancora solo segretario del Pd, sottolineò che Pigliaru «magari non sa raccontare le barzellette, ma è una persona seria e capace». 

Dopo due anni e mezzo di legislatura il presidente ammette di «non aver fatto progressi con le barzellette», ma del tempo ricorda «una campagna
elettorale fatta in fretta e con pochi soldi». Poi l'attività legislativa, fatta di «musi lunghi che in politica sono normali» e rapporti da mantenere dentro la Giunta all'interno della quale convivono visioni spesso diverse. «Con Maninchedda magari non abbiamo una visione comune della Sardegna fra 50 anni, ma sul medio periodo sì». 

Durante la puntata si parla di scuola, agricoltura, sanità e migranti, tema sul quale il presidente ricorda la necessità di «rispettare i limiti». Passato, presente: e il futuro? Pigliaru ha sempre detto di non volersi ricandidare: «Adesso abbiamo molti oneri e pochi onori, per il futuro c'è tempo. Vedremo». (m. s.)

La Nuova

Dal Moro: Pd, assemblea il 7 novembre Il garante del partito ha incontrato prima i 18 consiglieri, poi il governatore Pigliaru. Accordo vicino

CAGLIARI Il litigioso Pd sardo da qui al congresso straordinario, sarà a febbraio, non ha bisogno di parole per ritrovare la pace interna. Servono e serviranno solo i fatti. Senza dirlo, perché per adesso ha schivato con garbo taccuini e telecamere, il garante arrivato da Roma non crede che la sua missione sia calcare chissà quante e quali passerelle più o meno importanti. Gianni Dal Moro, presidente della commissione nazionale di garanzia del partito, ha capito che per rimettere assieme i cocci di una diatriba fra le correnti dovrà soprattutto lavorare di fino. 

Ha cominciato a farlo la settimana scorsa, a Roma, con i parlamentari sardi, ha continuato a seguire la stessa strategia 24 ore fa. Prima ha incontrato i 18 consiglieri regionali del Pd e tutti hanno risposto presente all’appello, poi è
stata la volta del governatore Francesco Pigliaru. Sono stati due vertici decisivi e in cui forse Dal Moro è riuscito a centrare un primo obiettivo: chiedere e ottenere il massimo impegno da chi è stato eletto nella prossima campagna referendaria. 

«Abbiamo avuto un incontro o costruttivo con un grande motivatore», è stato il commento di Rossella Pinna. E forse il Pd dilaniato, più nella struttura che nel gruppo in Consiglio, ha bisogno proprio di questo: essere motivato e riportato fra la gente. Concetto che Dal Moro riproporrà il 7
novembre, quando si presenterà all’assemblea regionale, e sarà anche il giorno in cui i delegati eleggeranno il coordinamento che lo
affiancherà nell’operazione di riappacificazione. Da maggio senza più un segretario dopo le dimissioni di Renato Soru all’indomani della condanna per evasione fiscale ma in effetti già dilaniato da molto prima, il Pd oggi ha bisogno di qualcuno che lo guidi senza strafare.

«Non ci ha proposto ricette – ha detto il capogruppo Pietro Cocco – e noi gli abbiamo detto che gran parte della responsabilità di questa situazione è nostra. Insieme vogliamo intraprendere un percorso condiviso in cui la ragione riprenda il sopravvento sullo scontro». Gianni Dal Moro – ha aggiunto Piero Comandini – «è oggi un risorsa in più per il Pd sardo» e il vicecapogruppo Roberto Deriu l’ha ribadito:

«Andrà nei territori perché solo dal confronto con la base può ricominciare una nuova stagione». All’ordine del giorno non c’era soltanto il referendum, ma anche questioni più interne, una su tutte: è indispensabile una forte unità d’intenti fra il centrosinistra in Consiglio e la Giunta per «rilanciare subito l’azione di governo». È stato proprio questo l’argomento cardine dell’incontro avuto poi dal garante col presidente Pigliaru. Sulle due ore di faccia a faccia non è trapelato molto se non che la politica ha sempre più un dovere: risolvere i problemi della gente. Così sono stati affrontati i
prossimi passi della Giunta per risolvere ad esempio lo spopolamento delle zone interne: «Abbiamo pronto un master plan – ha detto il governatore – che sarà decisivo per dare un segnale forte nella seconda parte della legislatura». 

Ultima annotazione: pare che nei vertici non si sia parlato apertamente di rimpasto e neanche delle cariche in Consiglio regionale da rinnovare. Perché? Perché prima «c’è un referendum da vincere», ha detto Gavino Manca.

Unione Sarda

Primo incontro di Dal Moro con i consiglieri regionali. Poi un vertice con il governatore. Il garante striglia il Pd sardo: «Tutti al lavoro per il referendum»

Tutte le strade (del Pd) devono portare alla vittoria del Sì al referendum sulla riforma costituzionale. Il garante Gianni Dal Moro ha avuto da Roma un mandato che non lascia spazio a molti voli pindarici. Il Partito democratico sardo deve ingoiare le divisioni e lavorare da qui al 4 dicembre per garantire la vittoria del “Sì”. Certo, prima o poi il rimpasto e la preparazione al congresso del prossimo 26 febbraio saranno questioni da affrontare ma, soprattutto per il rimpasto, tenendo d'occhio l'unità dei democratici per la
consultazione.

GLI INCONTRI Ieri mattina Dal Moro ha chiamato a raccolta i 18 consiglieri regionali nella sede cagliaritana dei democratici. Subito dopo è andato a Villa Devoto per incontrare il presidente Pigliaru. Impossibile sapere dalla viva voce del garante l'esito delle due riunioni, l'unica cosa che si sa è che Dal Moro la settimana prossima sarà di nuovo in Sardegna per proseguire il giro di incontri.

I TEMI Pigliaru e Dal Moro si sono incontrati a porte chiuse, il presidente ha detto di «avere la stessa visione di politica che ha Dal Moro, ossia quella della concretezza». Di assetti si è parlato, il rimpasto sarà un tema da affrontare ma soprattutto «ho ribadito che serve lavorare sulla fiducia reciproca, perché la politica è fatta per affrontare i problemi e risolverli».

I CONSIGLIERI In mattinata i consiglieri regionali del Pd sono tutti attorno a Dal Moro, compreso il presidente dell'assemblea, Gianfranco Ganau. E visto che la Sardegna è una delle regioni con il risultato più in bilico, ecco che la prima pietra miliare portata in dote dal garante è che il futuro del partito è legato all'esito del referendum. Quindi tutto il lavoro che il partito dovrà fare, anche a livello politico-amministrativo, sarà finalizzato ad aumentare l'indice di gradimento per alzare le quotazioni del “sì”. Nei prossimi giorni
verranno nominati i componenti del direttorio, in rappresentanza delle diverse anime dei democratici che lavoreranno con il garante.

«UN MOTIVATORE» È l'aggettivo più utilizzato dai consiglieri per definire in una parola il garante. Sebbene siano tutti d'accordo sull'impegno per il referendum, c'è la volontà di non trascurare sia il rimpasto che il congresso. Tesi sostenuta da Lorenzo Cozzolino che, durante la riunione, ha ribadito la necessità di «affrontare tutti gli impegni contemporaneamente. Un'accelerazione sull'azione politica va data al più presto».

La situazione necessita di una riflessione, soprattutto all'interno di una maggioranza di centrosinistra in cui le posizioni sul referendum non sono compatte. Dunque, significa che bisogna portare avanti una trattativa fatta per garantire i rapporti e gli equilibri anche in Giunta. Il presidente Ganau apprezza «l'esperienza di chi sa ricucire», ma poi ammette che «se non ci fossero state le scadenze, si sarebbe potuto risolvere tutto nelle sedi congressuali». Il capogruppo, Pietro Cocco, assicura la «piena collaborazione del direttorio», mentre Cesare Moriconi commenta: «Un confronto utile. Il
garante ha trovato un gruppo consiliare compatto sulle questioni politiche e sulla disponibilità alla leale collaborazione».
Matteo Sau

Forma, Pd: tempi rapidi. Il gruppo Meglio in due: è indispensabile
Preferenza di genere, doppia sfida.

CAGLIARI Solo quattro donne in Consiglio regionale: è un’offesa per la Sardegna. Con la prossima legge elettorale – ancora da approvare –
«questo scandalo dovrà essere cancellato». È questo l’appello alla civiltà e alla parità di genere lanciato, in due diverse iniziative, dalla consigliera regionale del Pd Daniela Forma e dall’associazione.

«Meglio in due» vicina al movimento dei Riformatori. Dentro l’Aula. È stata Daniela Forma a manifestare «forte imbarazzo per ritardi che hanno fatto finire nel dimenticatoio gli impegni presi dalla maggioranza di centrosinistra sull’introduzione della doppia preferenza di genere nella prossima legge elettorale». Un anno e mezzo fa, ricorda Daniela Forma, «la coalizione ha presentato una proposta di legge per modificare la Statutaria e allora tutti dissero convinti: sono maturi i tempi per consentire alle donne di dare il loro contributo nel Parlamento dei sardi». Invece, l’amara constatazione della consigliera regionale, «quella ventata di forte novità è finita chissà dove» ed ecco perché «lancio un appello ai consiglieri della
maggioranza e al presidente della commissione riforme del Consiglio
per riprendere con determinazione un cammino interrotto». La risposta del presidente Francesco Agus (Sel) è arrivata subito: «Sin dalla prossima settimana – ha scritto – la sottocommissione riprenderà a lavorare per arrivare a una sintesi delle proposte presentate. 

Questo Consiglio non può permettersi di rimanere fermo sulla necessità della rappresentanza di genere. Se lo facesse, non farebbe che riproporre le
stesse inaccettabili storture dell’attuale legislatura». Il che vuol dire: i tempi di quella che potrebbe essere definita l’istruttoria preliminare della legge dovranno ritornare a essere veloci. Fuori dall’Aula. A prendere l’iniziativa, con una lettera inviata al presidente del Consiglio, è stata l’associazione «Meglio in due», coordinata da Lucia Tidu, Elena Secci e Carla Poddana. 

Oltre alla richiesta di un incontro, il gruppo chiede che «la legge elettorale
per la doppia preferenza di genere sia approvata entro novembre». Va risolta – è scritto in un comunicato – «un’evidente emergenza
democratica, perché non è possibile che alla donne sia ancora precluso l’accesso alle cariche più importanti della nostra Regione». Sono 103 i Comuni che da subito hanno aderito alla proposta dell’associazione
«Meglio in due», costituita da uomini e donne, e «altri sono pronti a sostenere nei Consigli comunali le nostre iniziative». La conclusione
del comunicato è molto chiara: «Sono trascorsi due anni e mezzo dall’inizio della legislatura e la questione non è stata ancora risolta. Per questo, oggi più che mai, è indispensabile che la nuova legge elettorale sia approvata in tempi rapidi».

Unione Sarda

SELARGIUS. Lilliu (Pd) potrebbe sfidare Concu (Pd). In campo Tonino Melis?
Sindaco, Pulli anticipa tutti Incertezza nelle coalizioni

Il toto sindaco ha inizio. Da una parte il centrodestra, con il vicesindaco Gigi Concu , dall'altra il segretario provinciale del Pd, Francesco Lilliu . A sorpresa salta fuori la prima lista civica, che si piazza - almeno secondo gli intenti - esattamente al Centro, ed è guidata da Giovanni Pulli (noto Nanni), figlio del grande artista originario di Sassari Claudio Pulli scomparso anni fa. La corsa per la poltrona dorata parte in netto anticipo: in vista delle Comunali di maggio 2017 la campagna elettorale anticipa pure il Natale.

LISTA CIVICA Il ceramista Pulli, con una sfilza di ex in curriculum (capogruppo di Forza Italia, presidente del Consiglio comunale,
vicesindaco, assessore ai Lavori pubblici e ai Servizi Tecnologici nella Giunta Ilario Contu ) è già uscito allo scoperto. Con cinque punti chiave: «La riqualificazione delle assistenti Sociali; portare al Comune il servizio Informa Giovani, che non può essere nascosto, se l'obiettivo principale deve essere dare opportunità ai nostri giovani; far diventare il centro servizi della zona industriale incubatore di start up che accompagnino e ricerchino le imprese intenzionate a investire nel territorio; dare gli spazi pubblici ai commercianti gratis e mantenerli gratuiti in cambio di occupazione; mettere le aree pubbliche a norma per permettere all'organizzazione dello Sposalizio Selargino di avere spazi fruibili, gestire il Polo Museale e gli
eventi che ricoprano l'arco dell'intero anno e non solo poche date specifiche».
CENTRODESTRA La coalizione sembra intenzionate a giocare la pedina - a
detta di molti - vincente, che risponde al nome di Gigi Concu. Sembra
essre lui l'uomo di punta del centrodestra, forte del record di
preferenze incassate nelle scorse elezioni. Secondo indiscrezioni
potrebbe scendere in campo anche Gabriella Mameli , presidente
dell'Assemblea. Tra i papabili anche la consiglieraVanessa Vargiu
(Udc), dello stesso partito del sindaco Gian Franco Cappai , al
secondo mandato.

CENTROSINISTRA Il Pd è pronto a regalare una sfida a tre: ambiscono allo scranno dorato Ivan Caddeo , con due legislature alle spalle, Lilliu e Giorgia Porcu , entrambi alla prima esperienza in Consiglio, ma a quanto pare intenzionati ad andare avanti. Resta l'incognita di Sel, che stando alle voci di corridoio, punterebbe su Andrea Melis . E poi ci potrebbe essere Tonino Melis , che nonostante i suoi 78 anni pare pronto a sbaragliare la concorrenza.

INCOGNITA GRILLINA Dopo gli strappi all'interno del movimento selargino, con tanto di sito internet oscurato e una prolungata uscita di scena, c'è chi assicura che l'aspirante primo cittadino sarà

Francesco Mameli .
Sara Marci

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Federico Marini
skype: federico1970ca

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