lunedì 31 ottobre 2016

Archeologia nuragica ed accuse di nazionalismo.


L’accusa di mitopoiesi circa la storia della Sardegna in periodo nuragico (e non solo) sa davvero dell’ incredibile! Si vuole sempre insinuare che quanto si trova e si propone di ‘straordinariamente interessante’, di bello’ e di ‘esaltante’ circa la civiltà nuragica obbedisca sempre a fini, più o meno dichiaratamente politici, di stampo nazionalistico. Addirittura razzistici!

Si annullano i puri dati scientifici (scientifici semplicemente perché ‘oggettivi’) per il ‘timore’ di dar luogo a esaltazioni di ‘razza’ e di aumentare a dismisura lo spirito autonomistico (sic in verbis una nota funzionaria dell'Istituto Italiano di Storia e Protostoria!) delle popolazioni dell’Isola.

La storia dei Giganti di Monte Prama è una storia paradigmatica circa questo ‘timore, che porta, talora inconsapevolmente, non pochi studiosi ad attutire, in qualche modo, l’impatto del dato archeologico con la coscienza storica dei Sardi. Ergo non bisogna dire ‘Giganti’ ma statue e, soprattutto si deve incrinare il dato della sardità delle statue a tutto tondo.

Esse, si afferma, sono formalmente sarde ma di concezione ‘levantina’ (una stupidaggine bella e buona!). Per la scrittura ‘nuragica’ è capitata e capita ancora la stessa precisa cosa. Bisogna negarla con forza e se proprio non si può, pena il ridicolo, bisogna dire che i segni non sono 'proprio' sardi (sardôa grammata) ma solo… ‘grammata' nell’Isola di Sardegna.


Gigi sanna.

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