lunedì 17 ottobre 2016

Rassegna stampa 17 Ottobre 2916: Intervista a Pigliaru; La riscossa dei Riformatori; Nuovi progetti per il Comune di Cagliari.



Il governatore accetta la sfida lanciata da amministratori e imprese:
«Scelte sbagliate negli ultimi 10 anni. Ora puntiamo a generare benessere»

«Il motore della rinascita saranno le zone interne» di Luca Rojch

SASSARI Va dritto al cuore dell’isola. Il governatore Francesco  Pigliaru entra nella tempesta e spiega come cerca di cambiare il destino delle zone interne. Nessuna rassegnazione, ma la convinzione di avere la ricetta per cambiare la traiettoria dei paesi dell’interno. Sempre più vuoti, vecchi, privi di servizi e di futuro.

Perché la vera sfida non è fuggire dal cuore della Sardegna, ma cercare di vivere nei piccoli centri dell’isola. Si parla sempre più spesso di decrescita felice, quasi di una rassegnata accettazione del fenomeno dello spopolamento. Secondo lei è un processo inarrestabile? Cosa si deve fare per fermarlo? «Intanto rifiutare la rassegnazione: dobbiamo crederci, non arrenderci. Le persone lasciano i luoghi quando muore la speranza di sviluppo, di un lavoro soddisfacente per sé e per i propri figli. Se guardiamo gli esiti delle scelte degli ultimi decenni è chiaro che erano sbagliate, lo spopolamento è continuato nonostante i molti fondi europei e regionali utilizzati in modo dispersivo. Invece di individuare e le cause dei problemi e sostenere chiare e precise politiche di sviluppo, si assecondavano rivendicazioni generiche per qualche infrastruttura o forma di assistenzialismo in più.

Sia chiaro, tutto può servire, ma bisogna prima capire dove e come iniziare a generare benessere. Noi abbiamo le nostre idee e ci confrontiamo con tutti». L’opposizione accusa la giunta di disinteresse verso le zone interne. Quali sono i provvedimenti messi in campo dalla giunta per combattere i fenomeni di spopolamento e di isolamento? «L’opposizione fa il suo mestiere come lo ha fatto negli anni in cui ha governato, contribuendo a rendere la situazione quella che è. La Sardegna è per l’80 per cento una grande zona interna, quindi tutto ciò che facciamo è azione politica anche e
soprattutto per le zone interne. Riforme come Enti locali e Sanità hanno risvolti positivi importantissimi. Unioni dei Comuni ben strutturate permettono di fare le cose giuste aiutandosi a vicenda.

Una sanità ben articolata sul territorio argina lo spopolamento. Pensiamo alla legge sulla semplificazione e alla programmazione unitaria che permette la regia dei fondi regionali, Por e Fsc. Le risorse ci sono. Usiamole per una visione strategica condivisa, non più una somma di questioni frammentate. E poi diamo risposte a problemi specifici come la peste suina che da 40 anni nega un’opportunità di crescita che ha fatto la fortuna di altri territori, come in Spagna. Investiamo risorse e lavoriamo in modo organizzato. Facciamo vincere il benessere di tutti contro l’illegalità di pochi».

Strade, scuole, rete internet, ferrovie e su tutto il lavoro. Le priorità delle zone interne possono essere rappresentate anche con questo semplice elenco. Come si può fare impresa in aree industriali in cui non c’è internet veloce, qualche volta manca anche la linea telefonica, la rete viaria e ferroviaria sono inadeguate e i costi di trasporto e produzione sono maggiori rispetto al resto dell’isola? «Al primo posto le scuole, perché la dispersione ruba il futuro dei nostri ragazzi. Col Progetto iscol@ sono stati avviati 848 cantieri. Che hanno impegnato 150 milioni e dato lavoro. Tantissimi cantieri sono nelle zone interne. E con 50 milioni finanziamo 10 modernissime scuole del nuovo millennio, affiancando i miglioramenti nella didattica.

Strade e ferrovie sono tra gli assi portanti del Patto con il Governo, che conta oltre 3 miliardi tra risorse Fsc riprogrammate e risorse aggiuntive per l’insularità. Per la prima volta siamo entrati nei contratti Anas e Rfi. Abbiamo 435 milioni di risorse Anas nel prossimo triennio e altrettanti nel successivo, liberandone così 150 per lo sviluppo locale, più 50 milioni per le manutenzioni di strade che per il 90 per cento sono dell’interno ed è bene citare i 94 milioni per i canali tombati. Su internet abbiamo attivato i cantieri della banda ultralarga, che sono già partiti. Così si copriranno 313

Comuni tutti nelle zone rurali. Strettamente collegata la videosorveglianza, essenziale per la sicurezza e già in fase avanzata. Poi l’energia, con i 400 milioni nel Patto per la dorsale che porterà il metano ovunque, non solo nelle zone densamente popolate. Tutto questo lavoro è trasversale, ogni azione che avanza porta occupazione». Sindaci e imprese le hanno presentato richieste specifiche: un assessorato ad hoc, la fiscalità di vantaggio, la scuola forestale, attenzione maggiore alle strutture culturali: Man, Isre, Biblioteca Satta, museo Nivola. Quante di queste richieste potranno realmente essere accolte e quali? «Un assessorato dedicato non è quello che serve. Le risposte arrivano da assessorati che lavorano insieme unendo le forze su temi specifici. La fiscalità di vantaggio è uno strumento, se decidiamo insieme che è utile punteremo anche su quello. Le strutture culturali, messe in connessione, diventano attrattore per l’intero territorio.

Tra fondi europei e strutturali sono disponibili 11 milioni, e i progetti di raccordo culturale e ambientale del Nuorese sono stati valutati tra i primi. Sulla biblioteca Satta lavoriamo per mettere in sicurezza il personale e la struttura in armonia con il Comune, che avrà pieno coinvolgimento nella governance. La scuola forestale è confermata e andiamo avanti per dare contenuti e struttura organizzativa nella legge di riforma del Corpo forestale che porteremo a casa entro l’anno».
LA NUOVA

Quali sono secondo lei le direttrici dello sviluppo delle zone interne? «Torniamo alle connessioni. Le più importanti sono fra le zone interne e i mercati nazionali e internazionali, quelli che davvero contano. Le connessioni oggi sono troppo deboli. Per rinforzarle dobbiamo individuare i nostri punti di forza. Le grandi scommesse sono turismo, agricoltura e agroalimentare. Per vincerle dobbiamo rimuovere i limiti che da sempre ci danneggiano: infrastrutture carenti, trasporti insufficienti, poca capacità di offrire, collaborando, attrattori forti in cultura, archeologia, paesaggio. All’agroalimentare serve più rete tra imprese per affrontare i mercati ricchi, in cui si entra solo con una soglia dimensionale adeguata. Vedo che questo discorso comincia a farsi strada: i nostri bandi per l’internazionalizzazione hanno incoraggiato la formazione di reti di cooperazione, con progetti condivisi e ambiziosi. Prima regione d’Italia, abbiamo portato su Amazon l’artigianato d’eccellenza, che ora si può acquistare nel mondo con un clic. Lo stesso faremo con l’agroalimentare, su questa e su altre piattaforme. Connettere la nostra qualità con mercati grandi e ricchi è l’unica via per lo sviluppo».

Come si possono convincere i residenti a non lasciare i comuni e perché un giovane dovrebbe restarci? «I giovani scommettono nei territori che offrono la prospettiva di un futuro. Rimarranno se avranno fiducia nella nostra capacità di rilanciare un’agricoltura che le nuove tecnologie rendono attraente anche per i giovani più istruiti. Il mondo parla di smart farm, non solo di smart city. Lo stesso vale per cultura, archeologia, turismo. Dobbiamo vederli come settori moderni, capaci di assorbire alte competenze che migrerebbero verso le luci della città. Tra le azioni in campo, Entrerpreneurship&back ha 7 milioni per percorsi di formazione all’imprenditorialità in centri di eccellenza e permette di inserirsi nel sistema produttivo». Come vede lei il futuro del cuore dell’isola? «Vedo un presente coraggioso, che sta decidendo di cambiare. Lo vedo in rappresentanti istituzionali determinati, che non si lasciano fermare da intimidazioni vigliacche e lavorano con passione per le loro comunità. E lo vedo in giovani brillanti, che trasformano il lavoro dei loro padri in aziende moderne, capaci didialogare con il mondo. È da un presente così che nasce il futuro».

Lei è un figlio delle zone interne. Sente questo legame?
«Sì, è un legame molto forte, che ho ereditato da mio padre e dai miei parenti, la famiglia Dore, che ho frequentato continuamente, nell’infanzia e nell’adolescenza, tra Orune e Olzai. So che ciò che ci rende diversi e interessanti sono le zone interne, con la loro cultura, le loro risorse, le loro tradizioni, e so che il nostro dovere è renderle di nuovo un posto interessante per viverci».

Unione Sarda

Ad Arborea i Riformatori sardi progettano l'alternativa: «Ma il
centrodestra è a pezzi»

«Pd pigliatutto, noi non ci stiamo»

Gli Stati generali dei Riformatori sardi si chiudono con una certezza: «Al disastro non ci stiamo», proclama il coordinamento del partito alla fine della due-giorni organizzata tra Cagliari e Arborea, per tracciare la linea verso le prossime Regionali. Se, infatti, «la Giunta Pigliaru è la peggiore mai vista in Sardegna, di certo non si vede alcuna alternativa in un vecchio centrodestra a pezzi, senza più idee, risorse, né radicamento territoriale da cui ripartire».

Che fare, dunque? «Da Ala Birdi parte il progetto di idee e di classe dirigente che consenta di abbandonare la cultura dell'assistenzialismo per affermare la cultura d'impresa». Gli strumenti sono quelli annunciati dal coordinatore regionale Pietrino Fois: «La fiscalità di vantaggio (Sardegna No Tax e No Burocrazia) e la scommessa sulla nostra identità e sul marchio di unicità per essere visibili nel mondo». Da questo momento «il progetto si rivolge a tutti i sardi disposti a rimboccarsi le maniche, che credono nel futuro e non si rassegnano a fare i guardiani del cimitero dell'Isola».

La strada non sembra in discesa, anche perché «la ragnatela del potere del Pd è molto ramificata». «La democrazia dell'alternanza prevede che governi chi vince le elezioni, ma anche che chi perde abbia la
possibilità di lavorare per un progetto alternativo», dicono i Riformatori. Il fatto è che «in Sardegna la democrazia dell'alternanza sembra di fatto sospesa e il “partito unico” del Pd (delle sue litigiose correnti) e dei suoi satelliti è ovunque».

Un sistema in cui «non si muove foglia che il partito democratico non voglia: potere romano, potere in Regione, potere nei Comuni più importanti, potere nelle società partecipate e nelle banche, tutto sta dentro il sistema Pd che fa tacere ogni voce di senso opposto e costringe anche la società civile, dalla cultura al volontariato ai liberi professionisti, a omologarsi al pensiero del padrone unico».
Roberto Murgia

CAGLIARI COMUNE. Tramaloni (Pds), presidente della Commissione Personale «Presto nuove assunzioni e una Carta dei servizi»

Nella commissione Personale e affari generali ha portato entusiasmo, idee e la sua visione di indipendentista. Roberto Tramaloni, segretario cittadino del Partito dei Sardi (Pds), sta scoprendo in tanti cagliaritani «un forte spirito identitario sardo, un orgoglio e una voglia di riscatto che fanno ben sperare per il futuro della città e della Sardegna». Il personale comunale visto dal presidente della Commissione: «Tanto ancora rimane da fare». Negli ultimi anni il personale si è dimezzato: «Gli attuali 1300 dipendenti sono insufficienti. Il Comune assumerà a breve con i cantieri a tempo, determinato per definire pratiche arretrate soprattutto nell'edilizia privata».

L'attuale età media è di 55 anni, tra le più elevate dei Comuni d'Italia, ha calcolato Tramaloni. «L'età media della Polizia municipale è di 57 anni. Se si tiene conto che in città lavorano anche di notte e che il presidio prevede che molti poliziotti debbano guidare le moto, è evidente a quali criticità si vada incontro». La proposta: «Una Carta dei servizi, un contratto scritto tra Amministrazione e cittadino perché venga garantito nei tempi e qualità dei servizi erogati».

EDILIZIA Gli uffici sensibili: «Quello dell'edilizia privata, per cominciare, dove agli uffici è stato chiesto di semplificare e rendere più efficace ed efficiente il rapporto con i cittadini ed i professionisti». L'obiettivo: «Coinvolgere i dipendenti promuovendo telelavoro, flessibilità oraria, ferie solidali, agevolazioni in materia di percorrenza casa-lavoro, formazione professionale, salute e sicurezza dei posti di lavoro».

MATRIMONI Le altre mete: «Sarà migliorato il servizio di celebrazione dei matrimoni e di costituzione delle Unioni civili, dando la possibilità ai cittadini di sposarsi in aree ed edifici che rappresentano la storia della città. Penso al Castello di San Michele ma anche a Marina Piccola». I luoghi simbolo per la toponomastica. «Mi farebbe piacere intitolare strade e piazze a personalità che si sono distinte per spirito identitario e indipendentista». Al centro dei lavori della Commissione la «riqualificazione e valorizzazione» dei cimiteri. «Sarà attivato il servizio di concessione dei cinerari familiari e modificata la durata delle concessioni per le sepolture. A breve verrà attivato, in project financing, un secondo forno crematorio, e le ceneri potranno esser disperse in natura, ad esempio in mare. Un altro obiettivo primario è il recupero e la riscoperta del Cimitero monumentale di Bonaria». L'auspicio di Tramaloni: «Che venga ampliata l'attuale area cimiteriale acattolica. Succede talvolta di preoccuparsi anche della sepoltura di immigrati che vengono soccorsi in mare quando oramai è troppo tardi».

Pietro Picciau


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Federico Marini
skype: federico1970ca


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