martedì 4 ottobre 2016

Rassegna Stampa 04 Ottobre 2016: Patto Regione/Governo


Unione Sarda CITTÀ METROPOLITANA. Presentati gli schieramenti politici per ilrinnovo dell'AssembleaConsiglio, iniziata la sfidaQuattro liste e 39 candidati in corsa per conquistare 14 seggi Quattro liste, trentanove candidati, un appuntamento: domenica 23ottobre, data di apertura e chiusura delle urne (dalle 8 alle 20 invia Principe Guglielmo) per l'elezione dei quattordici componenti delnuovo Consiglio metropolitano. Ieri, nella sede della Provincia, sultavolo del segretario generale Paolo Maggio sono state presentate leliste elettorali: Città in cantiere (centrodestra), Movimento 5Stelle, Centrosinistra metropolitano e Bandelas (Sardisti eRossomori). A mezzogiorno era tutto finito, con un supplemento disuspense offerto dai delegati sardisti e dei Rossomori, protagonistidi uno sprint per consegnare in tempo l'elenco dei propri novecandidati.EQUILIBRI All'attenzione degli elettori - gli stessi consiglierimunicipali dei 17 centri che compongono la Città metropolitana, che ha431.302 residenti - candidati frutto di equilibri tra partiti eschieramenti. Nel centrodestra (dieci nomi) i candidati già annunciatidal coordinatore cittadino di Forza Italia Stefano Tunis: dalcapolista Antonello Floris a Salvatore Zuddas. Presenti Federico Ibba,Stefano Schirru e l'ex sindaco di Quartu Davide Galantuomo. IlMovimento 5 Stelle, come Città in cantiere e le altre liste, non hapresentato un elenco completo di 14 nomi. In corsa nove rappresentantigrillini, tutti cagliaritani (tranne Guido Sbandi): da Simone Carta aMaria Fabiola Cardia. Presente anche l'ex candidata a sindaco diCagliari Maria Antonietta Martinez.PROPOSTA Nel Centrosinistra (12 nomi) gli esponenti dei partiti checompongono la maggioranza a palazzo Bacaredda: dal Pd al Partito deisardi, da La Base a Sel. Sardisti e Rossomori, pur facendo parte dellastessa proposta politica di centrosinistra, hanno fatto squadrapresentandosi assieme nel raggruppamento Bandelas. A mezzogiorno, alprimo piano di via Giudice Guglielmo, erano presenti diversi esponentidel centrosinistra: per il Pd il segretario provinciale e candidatopiù giovane dell'intera competizione elettorale Francesco Lilliu (35anni), il candidato Fabrizio Marcello (presidente della CommissionePatrimonio), per Sinistra Ecologia Libertà (Sel) Sandro Serreli, per isardisti il segretario nazionale Cristian Solinas, il dirigente PaoloMureddu. La scelta strategica di formare una lista comunePsd'Az-Rossomori ha il solo scopo - è stato spiegato - di allargare lepossibilità dei due gruppi di entrare in Consiglio. Tenuto conto chesi voterà con il voto ponderale (conta il peso dei consiglieri direttaespressione dei Comuni con il maggior numero di residenti), ladecisione - per il segretario dei quattro mori Solinas - nonnasconderebbe nessun'altra ragione politica. Lilliu, Marcello eSerreli d'accordo: «Con l'elezione del nuovo Consiglio la Cittàmetropolitana avvierà un percorso virtuoso a beneficio di tutti i 17Municipi, piccoli e grandi. Si tratterà di lavorare per il benecomune, e le forze di centrosinistra sono pronte a lanciare e vincerequesta sfida».Pietro Picciau L'Intervento dello scrittore Paolo FaddaPochi riconoscimenti INDUSTRIA SARDA: EPPURE ESISTE Certamente molti avranno notato, seguendo le cronache televisive egiornalistiche, quante visite l’attuale Presidente del Consiglio abbiaeffettuato in questi ultimi mesi nelle fabbriche “simbolo”dell’industrialità nazionale, dagli stabilimenti storici comeLamborghini e Ducati fino ai nuovi impianti sorti un po’ dovunquenella penisola, grazie agli investimenti di diversi coraggiosiimprenditori. In quelle occasioni ha sempre inteso sottolineare checon la sua presenza intendeva attestare il riconoscimento e lagratitudine del governo per quanti s’impegnavano ed agivanoconcretamente perché l’industria ritornasse ad essere il motore ditraino dell’intera economia nazionale. Non altrettanto impegno hoinvece rilevato nell’agenda di visite del nostro Presidente dellaGiunta, nonostante nell’isola operino con notevole impegno,caratterizzate tra l’altro da un elevato tasso innovativo e dapositive performances di sviluppo, diverse aziende industriali di altolivello, che meriterebbero di ricevere un pubblico riconoscimento digratitudine da parte del nostro Governatore. Basterebbe citare, comemeritevoli tra le altre, l’industria conserviera Casar, lametalmeccanica Remosa, la vinicola Argiolas, la casearia FratelliPinna ed il gruppo guspinese dell’Edilana. Proprio quest’ultimo,divenuto un “caso nazionale” per le sue produzioni ad alto grado diinnovazione nella bio-edilizia, in occasione del premio ricevuto peressere fra le prime industrie italiane d’élite con Gucci, Illy eFerrero, dichiarava di dover operare «in un territorio moltosvantaggiato, con una forte distanza dalla politica locale, in unaprofonda solitudine. Ma non molliamo ed andiamo comunque avanti». Inquest’affermazione, così cruda e perentoria, c’è la giusta chiave dilettura del perché la Sardegna “del fare” continui a stentare,trovandosi ignorata e spesso boicottata da una politica che, per levicende industriali, ha assunto solo il ruolo del curatorefallimentare. Eppure senza un’industria viva e vitale la Sardegna nonandrà da nessuna parte. Pigliaru illustra in Consiglio regionale l'intesa col governo.L'opposizione: solo propagandaSardegna, 3 miliardi da investireTrasporti, energia, infrastrutture: cosa c'è nel Patto per l'Isola Il governatore Francesco Pigliaru si presenta davanti al Consiglioregionale per fare il listino della spesa del Patto per la Sardegna.Una partita che vale circa 3 miliardi di euro perché «non ci siamoaccontentati soltanto del miliardo e mezzo del Fondo sviluppo ecoesione», sottolinea il presidente. Una parte importante del Pattosiglato col governo a luglio è contenuta in quel dossiersull'insularità, consegnato a Renzi nel maggio del 2015, in occasionedella sua visita a Olbia per l'inaugurazione dei lavori all'ex SanRaffaele. In quel documento, ribadisce Pigliaru, «abbiamo evidenziatole criticità ma anche le soluzioni per colmare gli svantaggi».LA SPESA Gli interventi sono noti e riguardano i trasporti, la sanità,l'energia e le infrastrutture. Cifre in buona parte già rivelate, mache il presidente ha voluto ricordare all'assemblea. Per la continuitàterritoriale «lo Stato ha riconosciuto alla Sardegna un contributoannuale, in via sperimentale, di 30 milioni di euro per unquadriennio».
TRENI E STRADE Pigliaru ricorda ai consiglieri «il confronto con leFerrovie e con l'Anas per gli interventi sulla mobilità interna». NelPatto ci sono 225 milioni, più altri 120 già programmati, che dovrannoservire ad «avvicinare tra loro i grandi punti strategici dellaSardegna», dice il governatore.L'obiettivo è quello che era già stato enunciato nella campagnaelettorale per le Regionali del febbraio 2014: «Riuscire a migliorarela rete ferroviaria e percorrere il tragitto tra Cagliari e Sassari inpoco più di due ore con tre fermate, e quello tra Cagliari e Olbia indue ore e mezza». Gli interventi sulle strade potranno contare su unfinanziamento complessivo di 597 milioni di euro, necessari permanutenzione ordinaria e straordinaria.CITTÀ METROPOLITANA Vale invece 168 milioni di euro il Patto per laCittà metropolitana di Cagliari. A breve verrà firmato ufficialmente,ma nel frattempo «ci sono stati parecchi incontri tecnici», riferisceil presidente.L'ATTACCO Nel dibattito sulle dichiarazioni del governatore Pigliaruall'assemblea legislativa, i consiglieri del centrodestra nonrisparmiano critiche: sia sui contenuti contemplati dal Patto, siasull'effettiva disponibilità dei fondi previsti nell'intesa.L'ex presidente della Regione Mario Floris (Uds) ha definito l'accordocon il governo «un pannicello caldo che tiene la Sardegna in unacondizione di subalternità». A suo giudizio, la vera partita darisolvere con lo Stato è quella delle entrate, «una battaglia cheinvece è appena accennata».Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, parla di «unaoperazione di marketing elettorale fatta con soldi che erano già deisardi». Poi, aggiunge: «Non c'è un euro in più perché ricordiamo i 700milioni sottratti al bilancio regionale con gli accantonamenti insiemeai 300 del 2014, gli oltre 100 milioni tagliati al Piano di azione ecoesione e i 65 milioni di fondi Fsc predati nel 2014». Ai numerosiattacchi, il presidente Pigliaru ha risposto che «si tratta di soldireali e spendibili per i quali sono state approvate anche le delibereCipe».
Matteo Sau La promessa del nuovo dg: con l'Asl unica meno costi e più qualità dei serviziSupermanager senza limitiMoirano: «Io un tecnico, niente interferenze politiche» «Io lavoro sempre», dice di sé: «Quando siamo in vacanza, mia moglielegge romanzi e io dossier sulla sanità». Signore e signori, FulvioMoirano: atteso come se fosse l'ultimo acquisto del Cagliari, allapresentazione ufficiale il supermanager della sanità sarda riscuoteappunto la stessa attenzione riservata alle star del calcio. Ci mancasolo la foto con la maglia dell'Asl unica e il nome scritto dietro.Lui, va detto, sta al gioco: 63 anni ben portati malgrado il pizzettodémodé, ottimista e milanista, viaggia col bagaglio a mano di unarobusta autostima che poggia su un curriculum extralarge, con pochirivali in Italia. Al debutto con la stampa (prenderà servizio aSassari il 15 ottobre) parla serenamente anche delle ragioni piùpersonali che lo hanno spinto in Sardegna, per accorpare otto Aslnell'unica Azienda per la tutela della salute: «Ho accettato perché èuna bella sfida. Difficile, ma mi piace. C'è anche che, per la leggeMadia, a 65 anni potrò lavorare solo nelle Asl. Poi qui è stato messoun bello stipendio, e siccome sono ligure...» (200mila euro lordiannui di base, fino a 240mila se centrerà gli obiettivi, ndr ).Aveva altre proposte?«Ho fatto domanda anche in Emilia, e di solito quando presento ilcurriculum si nota... Ma ho scelto la Sardegna, anche per la stima cheè nata col presidente Pigliaru e l'assessore Arru».Lei si è occupato dei piani di rientro delle regioni con la sanità inrosso: rispetto a quelle, la Sardegna sta meglio o peggio?«Direi in una situazione intermedia. Non è tra le peggiori. Ingenerale, i conti in rosso vanno di pari passo con la bassa qualitàdei Lea, i livelli di assistenza».Cioè crede di poter risparmiare incrementando i servizi?«Se opero chi si rompe un femore dopo un giorno, anziché dopo un mesedi ospedale, miglioro la risposta di salute e spendo meno. Con i taglilineari in percentuale invece cancelli il deficit, strangolando ilsistema, ma non ottieni risultati stabili».Con l'Asl unica, molti temono un taglio dei servizi.«Non esiste. Non c'è un dibattito sull'impatto negativo delle grandiAsl sull'assistenza ai cittadini. È la rete ospedaliera che puòtoccare i singoli, ma quella è una decisione politica. L'Asl unicasemmai può comportare discussioni col personale».È vero che lei non ha un buon rapporto coi sindacati?«Ho difficoltà con chi rappresenta interessi troppo parcellizzati, dicategorie troppo ristrette. Con chi si fa carico dei problemigenerali, come Cgil, Cisl e Uil o altri “trasversali”, nessunproblema. Cioè: ci litigo, ma mi definisco un negoziatore forte. Nelsenso che negozio davvero».Quindi mira a trovare intese?«Beh, se devi siglare un accordo, servono anche le firme della controparte».Dicono anche che lei abbia una personalità molto forte.«Non ho un cattivo carattere, in tutta la mia carriera quando vado viada un posto la gente piange. Chiamparino di me dice: ascolta molto manon obbedisce. È vero: obbedire significherebbe che abdico al mioruolo».Cioè non ascolta le indicazioni politiche?«La politica fa il suo, io sono un tecnico purosangue. Rispetto lecompetenze di tutti, ma se hai la responsabilità devi decidere. Peressere chiari: se c'è da nominare un primario lo fa un direttoregenerale, non altri».Messaggio chiaro: non mi rompano le scatole...«Possono pure romperle, ma resta il fatto che il mio ruolo non èpolitico. Io ho una linea gerarchica, rispondo al presidente eall'assessore».Ma è davvero convinto che l'Asl unica sia la strada giusta?«Non ci sono evidenze scientifiche sulla dimensione migliore delleaziende sanitarie. Ci sono stati esperimenti simili nelle Marche e inToscana: qui è stata fatta una scelta forte che innesca un processosicuramente complicato, ma che ritengo possa portare a grandirisultati».Qual è la principale difficoltà?«Bisogna trovare un buon equilibrio tra ciò che conviene accentraredel tutto e cosa è meglio decentrare nelle otto aree localisociosanitarie. Non si può esagerare con l'accentramento, ma neppureall'opposto. Mi aspetto spinte fortissime per mantenere tuttocom'è...».Giuseppe Meloni La Nuova Il 17 ottobre il nuovo supermanager prenderà possesso del suo ufficio a Sassari«Non ho tessere e non accetterò nessuna interferenza nell’organizzazione»Asl, il debutto di Moirano: niente tagli e più qualitàdi Umberto Aime
CAGLIARI L’avviso ai naviganti è rivolto a tutti quelli, medici,infermieri, notabili, sindaci, sindacalisti e cittadini, che dal 17del mese in poi lo incontreranno, a Sassari, per discutere di postiletto, personale, contratti, appalti, quantità e qualità degliospedali. Fate attenzione, l’appena ingaggiato primo direttoregenerale dell’Asl unica, è un tipo tosto. Oppure per rimettersiall’autoritratto offerto all’inizio della presentazione ufficiale:Fulvio Moirano è «un tecnico purosangue senza militanza politica», hadetto, perché lui sostiene da sempre che «oguno ha un suo ruolo nellavita e non deve mischiarsi con quello degli altri», è un’altra delleavvertenze a futura memoria. Per cinque anni la Sardegna dovràconfrontarsi con chi ha lasciato la Regione Piemonte. «Quando vadovia, di solito sono tristi e piangono», dirà, dopo essere stato anchedirettore dell’Agenzia nazionale per la sanità e messo assieme unaltro filotto di passaggi importanti in una carriera arrivata oltre i64 anni senza incidenti e molte vittorie riconosciute a denti strettipersino dai nemici. La sfida. Gli hanno dato del fuoriclasse eall’esordio è entrato subito in scena dalla porta principale: presenzaimponente, voce importante, sguardo diretto, è il bagaglio personaleche finora ha messo al servizio di esperienze e competenze innegabilie incontestabili. Anima e corpo – ha aggiunto – si metterà fra qualchesettimana «a piena disposizione della causa», per affrontare «unasfida difficile e complicata, ma che mi piace». Chi è. Caratteredeciso, disponibile all’ascolto, abile negoziatore, alla fine resteràquello che è da quando ha cominciato a occuparsi di sanità: undecisionista. «Se non lo facessi, abdicherei all’incarico che mi èstato assegnato... Se accettassi interferenze nell’organizzazione, nelnominare questo o quel primario, commetterei un errore e gli errorinon sono ammessi... Niente tagli, se bastasse qualche taglio lineareper rimettere in piedi un bilancio, direi qualcosa di brutale e nonpenserei alle esigenze della gente... Se affermassi: bisognaaccentrare tutto, potrei essere smentito da una realtà che devoimparare a conoscere, ma allo stesso tempo non ascolterò le spintefortissime, inevitabili, di chi vorrebbe non cambiasse nulla». Lastrategia. Cercherà il massimo della condivisione, è stato un altrogiuramento, con «tutti gli altri protagonisti purché non sianoportatori d’interessi particolari». Lo farà prima delle sceltedecisive, obbligatorie, su come spendere meglio i 3 miliardi e oltredella sanità, su come abbattere il rosso, storico e nuovo, accumulatodalle vecchie Asl, e riportare il sistema in linea di galleggiamentonei conti, «ma soprattutto negli standard di qualità». Vincente. Lovuole essere, Fulvio Moirano, e non teme che qualcuno lo consideri unpericoloso innesto»: è esperto e sa bene come ottenere il massimo daamici e nemici: «Il gioco di squadra per me è fondamentale» Ha ideeprecise anche su grandi e piccoli ospedali: «I politici hanno decisoquale dovrà essere la mappa, l’ applicherò, però senza subirla maragionandoci sopra e lo farò con tutti». Qualche correzione volantedeve averla già pesata tanto da accennare: «Sono otto le aree omogeneepreviste dalla riforma e governate dall’Asl unica, ma potrebberoesserci anche delle fasce intermedie. Dobbiamo trovare il giustoequilibrio fra centro e periferia, perché l’offerta sanitaria dovràessere uguale per tutti». I primi passi. Moirano ha firmato e il 17prenderà possesso della sede di Sassari. All’inizio solo degli ufficidell’Asl 1, a gennaio delle altre sette da accorpare. Ha annunciatoche due giorni prima nominerà i suoi più stretti collaboratori: ildirettore sanitario e quello amministrativo dell’Azienda unica senzasvelare chi potrebbero essere. Per scegliere gli otto managerterritoriali invece si prenderà qualche mese in più ma senza esagerareperché «all’inizio del 2017 partiremo a pieno regime». A giugno, ilprimo tagliando. Il governatore: «Tre miliardi di risorse straordinarie, indennizzo perl’insularità»In aula il Patto per la SardegnaCAGLIARI Non solo l’ha difeso dagli attacchi del centrodestra, ma daibanchi della Giunta Francesco Pigliaru ha replicato con forza ancheagli alleati del centrosinistra più incerti, i Rosomori. «Il Patto perla Sardegna firmato col Governo – sono state le parole del governatore– è un atto concreto e innegabile in cui per la prima volta allaSardegna è stato riconosciuto un indennizzo per l’insularità. Potevanoaccontentarci e invece abbiamo ottenuto prima un miliardo e mezzo epoi un altro miliardo e mezzo di risorse straordinarie per affrontaredi petto quelli che tutti sappiamo essere degli storici svantaggi». Aun mese abbondante dalla firma Renzi-Pigliaru, il 29 luglio a Sassari,in Consiglio regionale c’è il confronto sul Patto. La minoranza contutti gli effettivi – Forza Italia, Uds, Fdi, Udc, Psd’Az eRiformatori – ha sparato con la stessa determinazione di quest’estate.Fra i consiglieri del centrodestra c’è chi ha parlato di accordopacco, marketing elettorale, soldi fasulli, promesse inutili e altre«nefandezze organizzate con un Governo che, con finanziamentiordinari, ha voluto tappare la bocca alle giuste pretese dei sardi».Per tutti i partiti dell’opposizione, seppure con toni più o menoaccesi, la sintesi è questa: «Siamo davanti a un trucco senzaprecedenti, concordato fra Giunta e Palazzo Chigi, senza prima unconfronto pubblico non solo in Consiglio ma neanche nei territori e incui non c’è certezza sulle risorse e sulle scadenze». Ilcentrosinistra ha fatto muro e respinto ogni attacco. Dal Pd a Sel,dal Partito dei sardi all’Upc hanno detto: «Con coraggio il presidentedella Regione ha imposto una trattativa serrata con il Governo senzalamenti generici ma con un dossier concreto sui costi dell’insularità.Alla fine e per la prima volta abbiamo ottenuto i finanziamentinecessari per migliorare la continuità territoriale, il sistema deitrasporti interni, l’handicap nell’energia, leggi l’arrivo del metano,ma anche quanto dovremo investire per evitare lo spopolamento dellaSardegna». In aula il confronto è stato dunque fra due posizioniinconciliabili e non cambieranno. Perché il centrodestra ha concluso:«I fatti dimostreranno che è stato consumato un tradimento senza uneuro reale ma fatto solo di annunci». Il centrosinistra ha replicato:«Abbiamo di sicuro 3 miliardi da spendere in più e vi dimostreremo nonsolo che quei finanziamenti straordinari ci sono, ma anche la nostracapacità di saperli spendere bene e nei tempi giusti»

-----------------Federico Marinimarini.federico70@gmail.comskype: federico1970ca

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